lunedì 26 marzo 2012

Alice senza niente

Ci sono dei libri che sono talmente veri da pentirti di averli letti. Romanzi che ti danno la nausea, che alimentano con quel senso di impotenza che stavi a fatica nascondendo perché ne hai paura.
Così è Alice senza niente di Pietro De Viola edito da Terre di Mezzo.
E' difficile parlarne proprio perché dopo averlo letto vorresti dimenticarlo e pensare che no, non è tutto vero, che i giovani in fondo hanno qualche speranza, un piccolo futuro da coltivare e far crescere. Pietro De Viola non lascia nulla di compiuto, il suo pensiero è reale quanto pessimista. La sua visione delle cose è atrocemente scaraventata contro la realtà di un lavoro che non arriva mai, di spese sempre incombenti, con la voglia di essere definito almeno "precario", perché anche quello, in fondo, sta diventando uno status privilegiato.
E' forse il miglior libro che ho letto sull'argomento. Ha parecchi spunti di riflessione, andrebbe analizzato quasi paragrafo per paragrafo. Anche la dissertazione metaletteraria finale meriterebbe un capitolo a parte di una lunga recensione. Così come il fatto che il libro è in qualche modo "incompleto", senza un vero finale. Credo che possa essere un modo per dire che le cose non stanno cambiando, e se dovessero farlo, non sarebbe sicuramente in meglio.
E' un romanzo che meriterebbe una collocazione editoriale migliore, un po' di attenzione dei media e, perché no, delle scuole, come avvertimento.
Un libro da far leggere alla Fornero per farle capire che le lacrime non sono tutte uguali, le lacrime sono classiste.

http://www.alicesenzaniente.altervista.org/

lunedì 19 marzo 2012

di CRUDE e di cotte!

Segnalo volentieri un libricino molto carino di Alessandro Gigli ed edito da Principi & Princìpi, una piccola casa editrice per l'infanzia.
di CRUDE e di cotte! è una raccolta di filastrocche e racconti sul tema del cibo selezionati da altri libri dello stesso autore: La favola del pane, Gianni e la città di Lac, Storia di un burattino, Storielline da mangiare , Parole in gioco, Senza storia, Briciole.
Ne è risultato un libro originale, con buone trovate stilistiche in alcune filastrocche e con delle belle e croccanti illustrazioni di Andrea Rauch.

 Queste composizioni sono un modo per raccontare la fame, non come esperienza drammatica legata alla precarietà, non una fame dickensiana (questa espressione la brevetto!) quindi, ma piuttosto un gioco metaforico alla ricerca di "cibo" per lo stomaco e per la mente. Un gioco divenuto anche piéce treatrale nel 2011.

"Ogni storia nasce da un'idea,

da una parola che poi germoglia,

e intorno a questa cresce tutto il racconto."

http://www.principieprincipi.com/fare-teatro/crude-cotte.html

martedì 13 marzo 2012

Quanti libri ho comprato negli ultimi 6 mesi?

Tiro le somme, o sarebbe da dire: "tiro le sottrazioni". Da quando hanno approvato la legge sui libri ho comprato almeno un terzo dei libri che compravo prima. Soltanto una volta ho comprato il libro in una libreria "normale" e a prezzo pieno, si tratta de Il messaggero di Lois Lowry che ero ansioso di avere per poterlo leggere in fretta. In tutti gli altri casi mi sono servito da: bancarelle, libri usati, libreria con offerte speciali e sconti al di sopra della media come nella libreria Trovalibri di Roma (zona Colli Albani, per chi fosse interessato).
Almeno la metà dei libri che ho letto l'ho presa in prestito in biblioteca.
La legge sugli sconti, insomma, vista dal punto di vista di un comune utente del libro, un forte consumatore di industria culturale cartacea, mi ha danneggiato.
Non me ne vogliano quelli dei Mulini a vento, ma ho praticamente smesso di comprare i loro libri non per ripicca o altro ma perché, purtroppo me ne sono reso conto, se devo diminuire la quantità di libri letto mi sposto inevitabilmente sul mainstream. Questo lo ammetto con amarezza.
A chi ha giovato la legge Levi? Care piccole case editrici che l'avete sottoscritta, siete sicure che questo va a vostro favore? Dov'è la riduzione dei prezzi che avrebbe dovuto seguire questa legge? I libri costano sempre tanto, troppo. I consumatori hanno sempre meno soldi in tasca e se hanno venti euro da spendere per un libro, siete sicuri che comprino i vostri e non quelli iper-pubblicizzati di Faletti o Coehlo, tanto amati da Pietro Citati?

http://leggesulprezzodellibro.wordpress.com/2012/03/12/citati-sul-prezzo-del-libro/

domenica 11 marzo 2012

Niente panico...

... non ti abbiamo dimenticato.
Auguri, Douglas!

E pensare che a Londra fanno uno spettacolo celebrativo con molti attori tra cui Stephen Fry e un paio di Monty Phyton...

domenica 4 marzo 2012

e le traduzioni

Stavo per dire che La piccola Dorrit è il peggior libro di Dickens quando decido di comprarne un'altra versione, completamente differente.
Allora mi viene il dubbio: non è che 'ste traduzioni sono fatte male?  Scarico l'ebook in lingua originale e scopro praticamente tutto un altro mondo. Insomma, Dickens non poteva scrivere così male, con uno stile scialbo e poco accattivante.
E non è la prima volta che mi capita.
Ormai prima di comprare un classico cerco di capire bene com'è la traduzione. Per quanto riguarda i libri per l'infanzia poi, in molti casi, non si tratta di una vera e propria traduzione, ma di un adattamento e semplificazione che a mio parere dovrebbe essere segnalata in copertina. Soprattutto quando si tratta di traduzioni fatte da autori famosi in realtà stiamo parlando di vere e proprie "riscritture". Se questo non viene segnalato si tratta di una vera e propria vendita ingannevole. Ho faticato molto prima di trovare una edizione di Heidi decente.
Se proprio dovessi comprare un lettore Ebook, e la cosa nonostante tutta la mia ritrosia nei confronti di questi aggeggi sta lievitando nella mia mente come una pagnotta, sarà per poter leggere vecchi classici in lingua originale. Gratuiti e ottimi per rispolverare quel po' di inglese che mi ricordo.