sabato 31 dicembre 2011

Le filastrocche della Melevisione

E' stato presentato a Roma nella fiera Più libri più liberi il volume Filastrocche della Melevisione, editore Gallucci, firmato Bruno Tognolini con le illustrazioni di Giuliano Ferri. E' una raccolta di filastrocche recitate durante la famosa trasmissione per bambini, di cui Tognolini è autore.

Filastrocche della Melevisione
di Bruno Tognolini
Ed. Gallucci.
http://www.galluccieditore.com/index.php?c=scheda_bibliografica&id=343

Non ritengo la filastrocca una forma inferiore della poesia, è una poesia vera e propria, con i suoi canoni e il suo target. Quelle di Tognolini mi piacciono particolarmente per l'uso ricercato delle similitudini "Questa è l'amica che vedo davanti / Qui nel frutteto dei giorni diamanti" [Filastrocca Faccia di frutta] oppure "Rispetto il posto, non lo pesto, non lo sciupo / Sincero come un albero, leggero come un lupo" [Filastrocca del lupo leggero] e per le assonanze, tante e mai scontate, che rendono musicalità alla composizione.

Incorporo un video tratto dal canale youtube ufficiale di Più libri più liberi in cui l'autore recita una delle sue poesie. Mi permetto anche di trascriverla, così potete apprezzarla meglio.
(Ho successivamente corretto la trascrizione prendendola dal libro, tranne l'ottava strofa. Nella versione del libro questa recita: "E poi lasciati andare a ciò che sei", ma è più bello il termine scivolare perché da al cambiamento, all'entrata o al superamento della linea d'ombra dell'adolescenza, un senso dinamico, inevitabile ma non per questo necessariamente angosciante, coerente con la metafora  del ghiaccio che si scioglie diventando un fiume).

Filastrocca dei mutamenti

<< Aiuto sto cambiando! >>,disse il ghiaccio
<<Sto diventando acqua, come faccio?
acqua che fugge nel suo gocciolio
ci sono gocce, non ci son più io! >>
Ma il sole disse: << Calma i tuoi pensieri
il mondo cambia, sotto i raggi miei
Tu tieniti ben stretto a ciò che eri
poi lasciati scivolare in quel che sei >>.

Il ghiaccio diventò un fiume d'argento
non ebbe più paura di cambiare.
E un giorno disse: << Il sale che io sento,
mi dice che sto diventando mare".

E mare sia, perché ho capito adesso
non cambio in qualcos'altro, ma in me stesso. >>


lunedì 26 dicembre 2011

Primi consuntivi del 2011 e buoni propositi 2012

Sondaggio. Ultimamente leggo poco e niente perché:
1- Devo digerire i pesanti pasti natalizi e il sangue non affluisce bene al cervello
2- Ho terminato un libro e non so quale cominciare
3- La vita reale, fatta di lavoro, problemi, ecc. è sempre molto impegnativa e non ho tempo
4- Ho visto circa duecento film natalizi e non avevo tempo. Il Natale serve a questo, no?

Quest'anno credo di aver letto meno del solito e sopratutto non ho scritto una riga. Anzi, forse un piccolo raccontino la primavera scorsa che poi non ho neanche corretto come si deve.
Ho deciso qualche anno fa di smettere di fare la lista dei libri letti perché lo ritengo un approccio troppo quantitativo alla lettura. Preferisco quello qualitativo, con letture nuove, riletture (mi sono goduto Il Principe come non mai) e tanti audiolibri. Ecco, forse questa è stata la vera novità del 2011: la scoperta degli audiolibri. Adesso non ne posso fare a meno.
Forse nel 2012 mi digievolverò ulteriormente e comprerò un lettore E-book nonostante tutta la mia giustificata ritrosia verso i libri elettronici. Vedremo.

Buoni propositi per il 2012: tenere in piedi questo blog. Davvero, non ho più tempo per fare post approfonditi e soprattutto non trovo stimoli per perderci tempo. Forse devo migliorare le letture. E' vero anche che vorrei parlare solo di letteratura per l'infanzia, ma è difficile e qui sono solo, non c'è una redazione. Ci voglio provare perché in fin dei conti non sono tanti i blog che parlano di letteratura per l'infanzia. I pochi blog esistenti però, come Zazie News,  Biblioragazzi Letture e Topi Pittori, lo fanno con estrema professionalità (alcuni sono addetti ai lavori).

E poi tanto nel 2012 il mondo finisce perché l'hanno detto i Maya. Anche l'ape Maia lo dice. Ah, tra l'altro dovrebbe essere il centenario da quando Waldemar Bonsels scrisse la sua prima avventura. Tanto per rimanere in tema con il blog.

giovedì 22 dicembre 2011

Il vignaiolo e i figli (di Tolstòj)

Una volta a Natale si raccontavano fiabe e favole. In televisione andavano in onda i Looney Tunes e Asterix. C'era poco Disney perché di  lungometraggi se ne facevano uno l'anno e quei pochi se li tenevano stretti per venderli in cassetta.
C'erano animazioni semplici, fatte con le ombre. Gatti di plastilina vera, animati in stop-motion e non riprodotti al computer. C'era un albero di Natale e un presepio in cui c'era posto anche per He-Man e Iridella.

E questa è una fiaba che voglio lasciare a voi lettori dl blog.

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Tratto da Fiabe e racconti di Lev Tolstòj.
Ed. Paoline (1979)

Un vignaiolo voleva istruire i figli nel suo mestiere. Quando fu in punto di morte li chiamò a sé e disse:
- Ecco, figlioli, allorché sarò morto, cercate nella vigna ciò che vi ho nascosto.
I figli credettero che là vi fosse un tesoro e, quando il padre fu morto, cominciarono a scavare e zapparono tutto il terreno. Non trovarono il tesoro, ma avevano così ben rivoltato la terra che la vigna diede frutti molto più abbondanti. Ed essi diventarono ricchi.

domenica 18 dicembre 2011

Il problema della lista EAP del writer's dream

Saprete senz'altro cos'è il Writer's Dream: è un forum di appassionati di scrittura e lettura che nel corso di questi anni si è preso l'ingrato compito di stilare una precisa lista di editori a pagamento.
Cosa sono gli editori a pagamento? Sono quella sottospecie di stampatori che ti chiedono soldi per pubblicare un libro. In alcuni casi ti promettono servizi che poi nella realtà dei fatti non avvengono, come la pubblicizzazione del manoscritto e la distribuzione, due aspetti fondamentali  perché nel marketing vale sempre una regola semplice: se il prodotto non ha visibilità sul mercato, non esiste.
Recentemente il sito del WD ha deciso di cancellare la lista per le tante ed opprimenti minacce legali che stanno ricevendo e che gli amministratori non sono in grado di gestire, sia a livello economico sia a livello psicologico. Presumo che i motivi siano questi.
Perdere quella lista significa perdere un punto di riferimento importante per tutti noi che amiamo leggere libri, e tutti coloro che amano scriverli, bene o male, quello non ha importanza in fondo.
Ci ha pensato Loredana Lipperini a ripubblicarla sul suo blog. La stessa lista è stata pubblicata anche su altri blog tra cui Uomo in polvere.
E' importante condividerla, vero, ma la lista del Writer's Dream non è come un file in HD di un film che metti in sharing e te lo dimentichi. E' un file che va periodicamente aggiornato e rivalutato, che subisce un'obsolescenza dovuta a tanti fattori: case editrici che chiudono, case editrici a pagamento che illuminate sulla via di Damasco cambiano idea e decidono di diventare normali, case editrici "normali" che illuminate dai soldi decidono di diventare a pagamento, case editrici ormai sbugiardate che cambiano ragione sociale, ecc.. ecc..
Chi si prenderà la briga di aggiornare quella lista? Rischiamo di avere duecento liste differenti aggiornate in maniera differente. Purtroppo ritengo per un progetto simile ci voglia una persona o un gruppo di persone, anonime o meno, che si prendano la briga di coordinare questi aggiornamenti dando un numero progressivo o una data alla lista più aggiornata.
Altrimenti tutto questo sarà inutile e le case editrici a pagamento avranno vinto.

giovedì 15 dicembre 2011

Dickens a Natale

Forse ne ho già parlato, ma sono di quelli che associano alcuni autori in particolari periodi stagionali e dovendo scegliere cosa leggere non posso prescindere da queto. Mark Twain ad esempio è un autore estivo, forse perché vedo in Tom Sawyer e Le avventure di Huckleberry Finn una spiccata solarità. Sarà che me li immagino sempre a bivaccare sotto le stelle con un pesce gatto ad arrostire sul fuoco, o nella casa sull'albero, o su una zattera pronti a navigare sul Mississipi. Neanche Una banconota da un milione di dollari e Il principe e il povero , racconti indubbiamente invernali se non natalizi, riescono nell'impresa di farmi cambiare idea. Certo è che se dovessi rileggere uno di questi due racconti lo farei proprio adesso.
Nel mio immaginario personale Dickens è lo spirito stesso del Natale, altro che alberello o presepe. Un canto di Natale è una magnifica storia di redenzione e riscatto nei confronti di una società che ci vuole incattiviti e aggressivi. In fondo Ebenezer Scrooge è vittima di questo, perché (sarà che sono fondamentalmente ottimista), se non fosse per la crescente competitività che ci pone l'uno contro l'altro e non l'uno con l'altro, non esisterebbero vecchi taccagni che licenziano la vigilia di Natale e non esisterebbero banchieri al governo. Scrooge si riappropria della dignità che la società industriale stava pian piano togliendo all'uomo.
Dopo anni quindi ripesco una mia vecchia tradizione: leggere Dickens a Natale. Ho scelto un libro che non avevo mai letto: La piccola Dorrit. E' epifanico riscoprire la bella di scrittura di un autore che si è trascurato per molto tempo. Dickens è fenomenale, bravo, mai prolisso. Sempre giusto nel dosare umorismo e sentimento. Sono tra chi è riuscito a leggere tutto Il circolo Pickwick divertendosi, tra l'altro.
Al Natale associo sempre un anime che ritengo giusto per questo periodo. La piccola Nell è uno dei pochi che non ho mai visto da piccolo e non mi spiego perché. Forse qui a Roma è stato mandato in onda poco nonostante le tante reti che trasmettevano cartoni animati (Teleroma 56, TVR Voxon, Rete Capri...). Questo anime è tratto dal romanzo La bottega dell'antiquario, sempre di Dickens guarda un po'. Stranamente non è una di quelle serie che fa parte del World Masterpiece Theatre, infatti consta soltanto di 26 episodi.
La sigla è stata incisa soltanto di recente dai Cavalieri del Re ed è, che ve lo dico a fare, veramente bella.

(Sigla di chiusura)

domenica 11 dicembre 2011

Più libri, più liberi?

Dopo aver saltato la passata edizione di Più libri, più liberi quest'anno ho deciso di andarci, nonostante avessi molte altre e ben più importanti cose da fare.
Ci sono andato anche perché ammetto di aver ricevuto un biglietto gratuito. Ma a quanto pare entrano gratis in parecchi oltre agli addetti ai lavori, cioè: basta che dimostri di aver scritto un libro puoi entrare. Se il prossimo anno non riesco a scroccare niente mi sa che stamperò qualcosa da lulu.com, con tanto di ISBN strafigo in copertina.
E' sabato, è pomeriggio. Mi aspetto un'orda di gente assetata di libri e di cultura, ma quest'orda di gente non la vedo. Non ho una buona memoria e frequento poco le fiere se non quella di Lucca Comics, e lì fai veramente fatica a camminare per quanta gente c'è. Sembrano esserci, insomma, meno persone del solito. Meno gente disposta a comprare, soprattutto. Gli stand più frequentati sono quelli della Minimum Fax, Fanucci e alcuni dedicati alla letteratura per bambini come Gallucci. In quest'ultimo ho comprato l'unico libro che mi ha veramente convinto: Filastrocche della Melevisione di Bruno Tognolini di cui vi parlerò in un prossimo post.
Badate bene, io descrivo ciò che ho visto dalle 16:00 alle 19:30 di sabato, poi magari in altri giorni e in altri orari la situazione era completamente diversa.
Stranamente mi annoio. Quando so che non posso comprare molti libri non mi diverto. Le case editrici sono quasi sempre le stesse e le conferenze di quel giorno a me non interessano proprio. Giro gli stand, tra libri, magliette e tazze da tè. Ebbene sì, si vendono anche magliette e tazze da tè. Adesso potete andare a leggere i blog dei puristi delle fiere del fumetto che si lamentano della stessa cosa quando trovano banchetti peruviani con sottofondo di The sound of silence  tra un editore e un altro.
Il libro non tira e il mercato è in crisi. E' una profonda metastasi che si sta allargando alle fiere e al modo di vedere questi spazi culturali. Nel momento in cui in una fiera si accetta chi vende (oltre ai libri) magliette e tazze da tè lasciando fuori tante piccole case editrici che hanno bisogno di visibilità allora si fa una scelta rivolta verso il mercato e alla sopravvivenza della fiera stessa, non certo rivolta alla cultura, alla visibilità delle piccole case editrici o alla tanto amata bibliodivesità sintetizzata dal nome. Tra le piccole case editrici che hanno disertato c'è anche la Delos, una delle poche disposte a pubblicare fantascienza.
Altre piccole case editrici si lamentano perché ritengono questa fiera un circuito chiuso, in cui è quasi impossibile accedere, e sono quindi rimaste fuori. Altre come la Zero91, invece, rivendicano con fierezza di essere dei veri editori, di quelli all'antica, che non chiedono soldi agli autori e che sono disposti a investire il proprio capitale sociale in nome della cultura.
Questo editore ha esposto un grande cartello a proposito, lo potete vedere in foto, e a questo editore ho fatto i miei più sinceri auguri di poter andare avanti a lungo, integro e fiero, a differenza delle altre case editrici a pagamento presenti nella fiera (io ne ho contate tre, ma mi hanno detto che sono molte di più, basterebbe fare un controllo per scoprirlo con certezza).
Gli editori a pagamento non fanno cultura e a questo punto mi chiedo se anche questa fiera faccia cultura. E' cultura quella del gruppo Albatros, del Robin Edizioni e dei vari stand che ti riempiono di volantini con scritto: "Hai un libro nel cassetto?" o di quelli che propongono concorsi per racconti in cui bisogna pagare per partecipare? No, quello semmai è il mercato del pesce. E sono fiero di aver scroccato un biglietto di ingresso per il mercato del pesce. Due anni fa una piccola casa editrice vendeva i libri incartandoli nel giornale come facevano una volta i pescivendoli prima che questo fosse considerato antigienico. Ecco, non ricordo il nome della casa editrice, ma quella geniale strategia di marketing è una efficace sintesi di quello che è sembrata a me questa fiera.
Per il resto, l'unica vera conferenza me la sono creata da solo incontrando e parlando con un amico che purtroppo vedo poco. Fabio Bartoli, autore di Vado, Tokyo e torno e Mangascienza.

Ah, a quanto pare la fiera è in crisi e tra i tanti tagli effettuati nei mesi scorsi ci sono anche quelli alla cultura. Strano, di solito è un settore a cui tutti tengono.


mercoledì 7 dicembre 2011

La banda dei cinque

La banda dei cinque è una di quelle serie televisive che ha influenzato molto la mia infanzia, insieme a Worzel, uno spaventapasseri che cambiava la testa infilandola in un barile, e Con la fenice sul tappeto magico (The Phoenix and the carpet), tratto da un classico inglese di Edith Nesbit  inspiegabilmente mai tradotto in italiano. Un classico a cui devo, anche se indirettamente, il nome di questo blog. Se a influenzare il mio immaginario fosse stato Tolkien probabilmente avrei tentato anch'io di scrivere di elfi e nani, fortunatamente non è stato così.

The famous five, tradotto appunto come La banda dei cinque ma precedentemente anche come I cinque sbarazzini, è una serie di libri scritti da un'altra autrice inglese, Enid Blyton e da questi ovviamente sono state tratte delle serie televisive. La più famosa, e ancora molto moderna a differenza della vecchia versione di The phoenix and the carpet, è del 1978.


Recentemente è uscito per la Dynit un cofanetto contenente tutte le puntate delle serie. Ovviamente non ho aspettato per acquistarlo, e devo dire che ne è valsa la pena, sia per la cura del prodotto, sia per la qualità delle storie.
Il cofanetto contiene anche le videosigle originali italiane con la canzone di Elisabetta Viviani.

Ho avuto anche modo di leggere Il castello sulla scogliera (ed. Mursia). I romanzi della Blyton sono un perfetto esempio di come si possa scrivere romanzi di avventura per ragazzi senza necessariamente ricorrere alla magia. Niente urban fantasy quindi, né fantascienza distopica come sembra andare di moda in questo periodo (posso anche vantarmi di aver predetto il successo di questo genere subito dopo l'uscita di Bambini nel bosco di Beatrice Masini).
Avventura pura. I protagonisti sono quattro ragazzi: Julian, Anne, Dick e George che in realtà si chiama Georgina ma a quanto pare preferisce comportarsi e avere un nome da maschio, e ultimo ma non meno importante, un cane di nome Timmy. I famosi cinque si ritrovano, loro malgrado a volte, in storie di spionaggio, rapimenti, piene di colpi di scena e soprattutto di passaggi segreti. Se ancora oggi cerco passaggi segreti dappertutto è colpa loro.
Peccato che a quanto dicono i miei amici del Parnaso, Mursia non abbia in programma di ristampare questi classici. Ovviamente sarei il primo a comprarli. Nel frattempo quindi, se vi siete incuriositi, consiglio di spulciare nelle librerie dell'usato, bancarelle e ovviamente in biblioteca.


Questa che vedete alla vostra sinistra è niente di meno che Elisabetta Viviani con il sottoscritto (finalmente potete vedermi, direte voi).
La foto è stata scattata in quel di Lucca Comics And Games 2011, poco più di un mese fa, dove la bravissima cantante, accompagnati dalla cartoon cover band Shin Bishoonen, ha eseguito i suoi cavalli di battaglia: Heidi è sicuramente la sua canzone più famosa, quella che ha venduto di più, ma anche La banda dei cinque.
La Viviani ci ha ricordato tra l'altro che il cane Timmy è morto subito dopo il termine della serie.

Per le foto dei libri ringrazio Luca Ghelfi del gruppo facebook La banda dei cinque.

Cofanetto La banda dei cinque. Ed. Dynit


sabato 3 dicembre 2011

Una sicurezza da favola

E' giunto alla VII° edizione il concorso che ogni anno l'INAIL bandisce in occasione dell'8 marzo, festa della donna.
Per l'anno 2012 oggetto del concorso sarà il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso il linguaggio e la chiave di lettura della favola.
La favola, e quindi la fantasia, l'immaginario, per veicolare il messaggio della sicurezza nei  luoghi di lavoro perché essa diventi fin dall?infanzia una componente essenziale dello stile di vita di ogni persona.
Il concorso, come solito, è rivolto alle Donne Italiane o Straniere che abbiano compiuto 14 anni.
La favola può essere costituita da un testo o può essere una favola illustrata.
Verranno premiate 3 favole per ogni sezione e 2 favole selezionate con votazione via web.
Le favole dovranno pervenire entro il 6 febbraio 2012.
In palio ci sono 2.500 euro.

Bando completo
http://www.donneelavoro.it/bando.zip

Chi fosse interessato può consultare il sito www.donneelavoro.it