sabato 5 novembre 2011

Kafka e la bambola viaggiatrice

Partiamo dalla fine, il giudizio che dovrebbe riassumere il senso del post. Ti è piaciuto il libro? Ni. Perché? Perché a mio parere l'autore, Jordi Sierra i Fabra indulge troppo in costrutti poetici che a mio parere non erano necessari. La storia della bambola di Kafka è nota ed è stata altresì raccontata da Paul Auster in Follie di Brooklyn di cui vi parlerò forse in un secondo tempo, o nell'intervallo.
E' una storia che è poetica di per sé e che quindi non necessita di un linguaggio dello stesso tipo. E' come mettere lo zucchero su una caramella; è ridondante anche se sofisticato e ricercato nei termini. Con questo non voglio dire che sia scritto male, non voglio neanche dire che non sia un libro adatto per bambini. Lo è senz'altro, quindi se ne avete uno a portata di mano fateglielo leggere.
Il libro è scorrevole come non mai e un adulto, che apprezzerà la storia allo stesso modo, lo potrà leggere in breve tempo.
Rimane suggestivo il fatto che queste lettere, ahimè, siano andate perse. Secondo la testimonianza della compagna di Kafka, Dora Dymand, l'autore praghese si è gettato anima e corpo nella loro stesura. Un piccolo grande capolavoro perso e che non conosceremo mai, come chissà quanti altri nel corso dei secoli. Un'intera biblioteca di Alessandria bruciata per negligenza o paura. Sappiamo che Kafka voleva che i suoi romanzi fossero distrutti dopo la sua morte, per fortuna non è stato così e se possiamo leggere Il castello o Il processo è proprio grazie a chi non ha voluto rispettare questa sua scelta.
La storia di questo libro è successa veramente ed è molto bella. Kafka si trova nel parco di Steglitz a Berlino. E' malato e non gli rimane molto da vivere.Vede una bambina piangere e le chiede cosa è successo. La bambina ha perso Brigida, la sua amata bambola. Intenerito dalle lacrime, Franz decide di assumere il ruolo di "postino della bambole". Infatti dice alla bambina che presto avrà notizie dalla sua bambola. Brigida sta bene, ma ha deciso di viaggiare per conoscere un po' di mondo. Kafka allora, ogni giorno, scriverà una lettera: da Parigi, Vienna, Londra, premurandosi di non trascurare i particolari come dei francobolli comprati apposta per far sembrare le lettere vere. Allo stesso tempo la bambina, nella sua ingenuità, non si chiede come fa la bambola a viaggiare così velocemente. Il resto lo scoprirete leggendo il libro.

Jordi Sierra i Fabra
Kafka e la bambola viaggiatrice
Salani Editore

3 commenti:

franz ha detto...

a me è piaciuto moltissimo.

l'aspetto zuccheroso è infinitamente compensato dal miracolo che il potere delle parole e delle storie ha sulla bambina.

peccato che non siamo (stati)noi quella bambina!

Ariano Geta ha detto...

Ho letto alcune pagine in libreria (tutto ciò che riguarda Kafka mi affascina).
É comunque interessante pensare che sia una storia vera. Sembra una sceneggiatura da film, invece è realtà. Proprio vero che non ci si può inventare nulla, tutto è già accaduto.

Mirco ha detto...

ciao Franz, un vero fan di Kafka, eh? :)
Ariano, a volte la realtà è più poetica della fantasia. Succede raramente e questo è uno di quei casi.