mercoledì 30 novembre 2011

Ascoltare Mark Twain

Google ci ricorda che oggi è il 176° anniversario della nascita di Mark Twain e ne approfitto per consigliarvi alcuni audiolibri dedicati alle sue storie.

Del primo avevo già parlato diffusamente mesi fa. Si tratta de Le avventure di Tom Sawyer. Questo, come ho già detto varie volte, è il romanzo che forse mi rappresenta di più. Rileggerlo in età adulta o quasi, mi ha permesso di scoprire uno stile di scrittura fitto di ironia e di satira.

Le avventure di Tom Sawyer

Il secondo è ovviamente Le avventure di Huckleberry Finn, il libro che a detta di Hemingway ha dato vita alla narrativa americana moderna. Da una parte può essere considerato il seguito di Tom Sawyer, da un'altra è un romanzo a sé stante, sia per lo stile di scrittura, sia per gli argomenti trattati. Twain dopo aver denunciato il provincialismo della cultura americana, il suo essere credulone, bigotto, fondamentalmente razzista, da agli americani un antidoto narrativo.

Le avventure di Huckleberry Finn 

Anche questo secondo audiolibro, come Tom Sawyer, è letto da Eleonora Calamita ed è edito da Il narratore audiolibri.

Il terzo audolibro è Il diario di Eva, edito dalla Full Color Sound SRL e recitato da una bravissima Angela Finocchiaro. Inutile sperticarsi in lodi per la bravura dell'attrice, mi soffermo invece sulla figura di Eva e sul fatto che, a mio parere, è raro che uno scrittore di sesso maschile riesca a descrivere così bene una donna (presa di posizione discutibile, lo so, ma la penso veramente così).
Ne Il diario di Eva Mark Twain racconta meravigliosamente il punto di vista di una donna che ha tutto da scoprire, la cui consapevolezza del resto delle cose non era scontata, ma naturale. Non posso dire atavica perché parlare di atavismo riguardo la prima donna stonerebbe, è piuttosto il possedere una profonda sensibilità e molta curiosità.

Il diario di Eva

In rete ho trovato anche Il principe e il povero, un classico che è diventato natalizio grazie alle molte trasposizioni cinematografiche, alcune delle quali rivisitate come Una poltrona per due.
Segnalo questo audiolibro senza averlo ascoltato, non posso garantire sulla qualità. Certo, per tre euro potete anche provarlo.

Il principe e il povero

Infine, nei canali poco ufficiali del P2P si trovano anche alcuni racconti sparsi, tra cui il celebre La banconota da un milione di sterline. Produzioni amatoriali di buona qualità, anche se ovviamente non comparabili con quelle de Il narratore audiolibri.

sabato 26 novembre 2011

Colazione da Tiffany

A volte serve un film per farti conoscere un libro, un film che magari l'autore stesso ha rinnegato con tutte le sue forze, come è successo con La storia infinita, o con il quale ha preso le distanze, come invece è stato con Colazione da Tiffany diretto da Blake Edwards e rinnegato dall'autore dell'omonimo romanzo: Truman Capote.
Il film devo averlo visto decine di volte, e non sempre con grande interesse. La sistematicità con cui lo vedevo  ne stava distruggendo la bellezza. E' come poter osservare la Primavera di Botticelli tutti i giorni. La prima volta rimani a bocca aperta, la seconda volta dici che è bello. Immagino che per i custodi degli Uffizi sia diventato un quadro come un altro. E' un po' come ripetere velocemente una parola: dopo un po' quella parola non ha più un senso compiuto, viene svuotata di ogni significato, perde ogni allusione e contraddizione semantica. Lo stesso vale per i film. I film che riteniamo belli non dovrebbero essere visti in continuazione, neanche una volta l'anno. Dovrebbero essere visti una volta ogni quattro anni, come le olimpiadi, sperando ogni volta di arrivare sani e salvi alla visione successiva.
Poter vedere al cinema Colazione da Tiffany era una di quelle esperienze che invidiavo alle generazioni che mi hanno preceduto. Grazie a questa prima visione sul grande schermo ho potuto ricostruire una verginità emozionale nei confronti di questo film.
Grazie alla Nexo Digital, che per un giorno ha redistribuito la pellicola, ho finalmente soddisfatto il desiderio di vedere sul grande schermo il viso ammiccante e malinconico della protagonista, la schiva Holly Golightly interpretata (ma devo veramente dirvelo?) da una Audrey Hepburn il cui talento è rimasto però costretto nelle maglie delle case produttrici che la volevano  immacolata come una Madonna; il suo atteggiarsi a donna vissuta, nonostante il taglio sostanzialmente satirico che il regista ha voluto dare al film, è stemperato dalla classe, dall'assoluta mancanza di volgarità propria della commedia sofisticata.
Per questo motivo la Holly di Audrey è diversa dal magnifico personaggio di Truman Capote. Audrey Hepburn nel caratterizzare Holly perde quell'ambiguità sessuale, mai scoperta fino in fondo, che ne caratterizzava anche una certa irrequietezza esistenziale. Audrey Hepburn non avrebbe mai potuto interpretare la parte di una bisessuale o di una lesbica senza venir meno alle aspettative del pubblico. Proprio in quello stesso anno la Hepburn gira anche Quelle due (The Children's hours) insieme a una grandissima Shirley MacLaine. La regia è di William Wyler. Anche in questo caso la Hepburn rinuncia ad interpretare perturbanti ambiguità sessuali e lascia questo compito a una ispirata Shirley MacLaine, la quale infatti surclassa l'affascinante Audrey in coraggio e bravura.
Leggendo Colazione da Tiffany infatti non ho mai pensato alla Hepburn, piuttosto a Marylin Monroe. Ho scoperto leggendo la recensione sul Mereghetti che il film è stato proprio pensato per lei. Insomma, è un'altra di quelle occasioni mancate di cui è pieno il cinema. Peccato, perché se quel pudore puritano si fosse dissolto in nome della grande capacità narrativa di Truman Capote, avremmo visto un film diverso, forse migliore. Avremmo perso un po' della classe di Audrey Hepburn per acquisire quella disperata ricerca della felicità che si rifletteva negli occhi di Norna Jeane e che nascondeva sotto la maschera di "Marylin", affiancata magari a un attore meno ingessato di George Peppard, forse un Marlon Brando ombroso e altrettanto ambiguo e irrisolto. Perché tra le altre cose ciò che voleva dirci Capote è che non c'è nulla di definito e definitivo, soprattutto riguardo la sessualità.
Non c'è un finale triste o lieto in questo romanzo. A differenza del film è un finale che rispecchia una continua ricerca di se stessi, aperto e agro. Un io eternamente in viaggio per il mondo che lascia dietro di sé pezzi di vita.

martedì 22 novembre 2011

Potterologia

Potterologia è una raccolta di saggi dedicati al mondo di Harry Potter, e grazie tante. Dieci assaggi di un universo complesso e particolareggiato, sviscerato in ogni parte: dai problemi di traduzione, alle varie tipologie di famiglie presenti nella saga; dallo studio delle strutture archetipiche fino alle allegorie alchemiche.
Tra i nomi ricordo quello di Marina Lenti, autrice del miglior saggio dedicato a Harry Potter in Italia: L'incantesimo Harry Potter (Delos Books), nonché curatrice italiana del Lexicon, e Ilaria Katerinov che per la stessa casa editrice di questa raccolta scrisse un saggio sulla traduzione di Harry Potter: Lucchetti babbani e medaglioni magici. Saggi che ovviamente non posso mancare a un vero fan della Row.
La raccolta è ben curata e scritta con dovizia di particolari. C'è da dire, cosa forse più importante, che il ricavato andrà in beneficenza alla Fondazione Theodora Onlus dedita all'intrattenimento dei bambini negli ospedali.
Oltre a questa nobile causa consiglio il libro perché ben edito e confezionato, un modo per non sentire troppa nostalgia di Harry Potter e il suo mondo, un mondo complesso che non merita di essere minimizzato a causa degli errori logici in alcune sue parti (eh, a nessuno di noi è scesa giù la questione delle Giratempo!). In attesa ovviamente che J.K. Rowling torni a scrivere, qualsiasi cosa!

Potterologia
AAVV
Camelozampa ed.

giovedì 17 novembre 2011

Fatta la legge...

...trovato l'inganno. Un aggiornamento veloce per rendervi conto che su BOL ho trovato molti dei libri che avevo in wish-list a metà prezzo. Nonostante alcuni siano del 2008, altri più vecchi, sono stati tutti classificati come remainders e hanno sconti che partono dal 50%, anche 60% in alcuni casi.
Fatta la legge trovato l'inganno? Può darsi, o forse è un caso; è anche vero che se rileggo i vari thread nei blog che parlano di editoria e letteratura, più di una persona aveva previsto questa tecnica del "remainder".
Motivi etici a parte, il sostegno alle piccole librerie lo darò in altro modo, ho effettuato il primo ordine dopo tre mesi. Un periodo di tempo molto lungo in cui ho drasticamente ridotto l'acquisto di libri. Ne ho presi tre in una festa di quartiere con bancarella annessa, era la festa di Rifondazione Comunista credo, non pensavo neanche che esistesse più, e due durante una presentazione. Neanche durante il Lucca Comics sono riuscito a portarmi a casa nulla nonostante vi siano delle bancarelle fornite di molti vecchi classici per l'infanzia che non ristampano da tempo (alcuni di Vamba, Fanciulli, tanto per fare due nomi.). Forse a causa dell'evento legato alla figura di Emilio Salgari, alcuni di quei volumi sono stati lasciati in magazzino per dar spazio alla tigre della magnesia. In una libreria antiquaria c'era una prima edizione de La rivincita di Yanez a 400 euro. C'è mancato poco...
Ah, molti altri libri li ho presi in biblioteca. Gratis.

martedì 15 novembre 2011

Scrivere libri per ragazzi

Scopro solo oggi l'esistenza di un manuale dedicato alla scrittura per ragazzi che entra direttamente nella mia wishlist di acquisto.
L'editore di questo libro è Dino Audino, di cui ho già parlato per quanto riguarda Lezioni di scrittura creativa e per Come scrivere un racconto, e che si è dimostrato un ottimo editore di manuali.
A parlarci di come scrivere per ragazzi è Manuela Salvi, copyeditor e scrittrice presente soprattutto nella fascia preadolescenziale della Mondadori Ragazzi.
Come si scrive Harry Potter o Twilight? Manuela Salvi ci svela i trucchi del mestiere di scrittore per una fascia di età complessa e (dice la descrizione sul sito della casa editrice) anche redditizia.

Non ho ancora letto il manuale quindi non posso parlarvene approfonditamente. La casa editrice a quanto mi risulta è seria e cura in maniera attenta il proprio catalogo di manuali.

A questo libro è associato un concorso letterario "Scrivere per ragazzi" che scade il 30 novembre 2011. La partecipazione è assolutamente gratuita ed è suddivisa al suo interno in varie fasce in base al target del vostro racconto: 8-10 anni, 11-14 anni, 15-17 anni. I migliori racconti verranno raccolti in un'antologia.

Il bando completo lo potete trovare al seguente indirizzo:
http://www.audinoeditore.it/libro.php?collana_id=M&collana_progr=140

Sito ufficiale di Manuela Salvi
http://www.manuelasalvi.com

Scrivere per ragazzi
di Manuela Salvi
Dino Audino editore

venerdì 11 novembre 2011

Meno soldi, meno liberi

Non è questa la sede per parlare di politica e del fatto che mentre i tagli alla cultura si materializzano, i tagli alle spese superflue come le auto blu, scorte inutili, elicotteri, ecc. invece no, e quei inutili privilegi sono sempre lì a portata del politico di turno. Parliamo della fiera della piccola editoria di Roma che a causa del taglio dei fondi da parte del comune di Roma, Provincia e Regione potrebbe chiudere.
Peccato, perché da anni invidio chi abita vicino a Torino e può godersi appieno la magnifica fiera del libro. Questa è quindi, per me, una sua speculare sorella, una sorella povera però, sia per quanto riguarda i contenuti sia per quanto riguarda i finanziamenti di Alemanno e tutti i suoi parenti nella giunta.
E' un peccato pensare che Roma stia diventando il nord di un sud sempre più isolato e compromesso da una logica di sottosviluppo, una mentalità complice di chi vuole una secessione antistorica, vuole che il nord sia indipendente. Non serve la politica per dividere il nord dal sud, sono sufficienti i soldi. E i soldi, noi terroni di Roma, non li abbiamo più. Ha vinto il nord, con le sue fiere del libro internazionali, con i suoi SMAU, con l'Esposizione universale, con Lucca Comics. A noi rimangono le briciole di una cultura che non è libera e non sarà più libera dalle logiche economiche.
Peccato.
Peccato anche che alla fiera della piccola editoria romana ci siano anche molte case editrici a pagamento, ed è per questo motivo che lo scorso anno non ci sono andato. Se vado in un posto voglio essere sicuro di ciò che vedo e compro. Vedere un bello stand con bei libri non è sufficiente: voglio sapere se quei libri sono stati pubblicati "normalmente"; intendo dire con: selezione, editing, pagamento. In mancanza di uno di questi tre fattori per me il libro può rimanere lì dov'è. Allora, dato che non ho intenzione di comprare uno smartphone per collegarmi ogni volta al Writer's Dream e controllare che quella non è una Casa Editrice A Pagamento, preferisco evitare. E mi sono anche stufato di comprare libri dai soliti Fanucci, N&C, Delos, Minumum Fax, ecc... di quelle case editrici ho centinaia di libri. Vorrei scoprire una casa editrice piccola, seria, che produce buona letteratura. A quelle condizioni non è possibile, con questa mentalità da aumma-aumma non si fa cultura.

La notizia

http://www.piulibripiuliberi.it/

mercoledì 9 novembre 2011

C'eravamo tanto indignati

Felice di scrivere la smentita, anche se con tre mesi di ritardo. La notizia che la Curcio fosse diventata una casa editrice a pagamento era rimbalzata in rete  velocità stratosferica, tant'è che anche le più autorevoli testate online l'avevano rilanciata evidentemente senza accertare bene le fonti.
Non era vero niente e questo fa capire tante cose. E' vero che le notizie andrebbero date con la conferma o meno dell'interessato, ma è pur vero che un blogger come me non iscritto all'albo dei giornalisti (e manco me frega), ha poche possibilità di essere preso in considerazione dall'ufficio stampa di una importante casa editrice. Infatti la smentita è avvenuta tramite Fantasy Magazine, il cui peso in rete non è indifferente.
La notizia uscì quindi su FM il 1 luglio 2011. La Curcio quindi smentisce di essere una casa editrice a pagamento. E mi pareva strano che lo fosse. Meglio così.

E ringrazio Giuseppe che mi ha inviato la notizia.
Dal sito di FM

PS: vale sempre la solita tiritera: se qualche casa editrice vi chiede soldi per pubblicare non fatelo. E' la casa editrice che deve pagare voi. Al limite potete contrattare una pubblicazione gratuita ma almeno devono fornirvi editing per il vostro manoscritto. Un compromesso accettabile di questi tempi. Tanto sempre a lavorare vi tocca andare, anche se pubblicate per la Mondadori.

sabato 5 novembre 2011

Kafka e la bambola viaggiatrice

Partiamo dalla fine, il giudizio che dovrebbe riassumere il senso del post. Ti è piaciuto il libro? Ni. Perché? Perché a mio parere l'autore, Jordi Sierra i Fabra indulge troppo in costrutti poetici che a mio parere non erano necessari. La storia della bambola di Kafka è nota ed è stata altresì raccontata da Paul Auster in Follie di Brooklyn di cui vi parlerò forse in un secondo tempo, o nell'intervallo.
E' una storia che è poetica di per sé e che quindi non necessita di un linguaggio dello stesso tipo. E' come mettere lo zucchero su una caramella; è ridondante anche se sofisticato e ricercato nei termini. Con questo non voglio dire che sia scritto male, non voglio neanche dire che non sia un libro adatto per bambini. Lo è senz'altro, quindi se ne avete uno a portata di mano fateglielo leggere.
Il libro è scorrevole come non mai e un adulto, che apprezzerà la storia allo stesso modo, lo potrà leggere in breve tempo.
Rimane suggestivo il fatto che queste lettere, ahimè, siano andate perse. Secondo la testimonianza della compagna di Kafka, Dora Dymand, l'autore praghese si è gettato anima e corpo nella loro stesura. Un piccolo grande capolavoro perso e che non conosceremo mai, come chissà quanti altri nel corso dei secoli. Un'intera biblioteca di Alessandria bruciata per negligenza o paura. Sappiamo che Kafka voleva che i suoi romanzi fossero distrutti dopo la sua morte, per fortuna non è stato così e se possiamo leggere Il castello o Il processo è proprio grazie a chi non ha voluto rispettare questa sua scelta.
La storia di questo libro è successa veramente ed è molto bella. Kafka si trova nel parco di Steglitz a Berlino. E' malato e non gli rimane molto da vivere.Vede una bambina piangere e le chiede cosa è successo. La bambina ha perso Brigida, la sua amata bambola. Intenerito dalle lacrime, Franz decide di assumere il ruolo di "postino della bambole". Infatti dice alla bambina che presto avrà notizie dalla sua bambola. Brigida sta bene, ma ha deciso di viaggiare per conoscere un po' di mondo. Kafka allora, ogni giorno, scriverà una lettera: da Parigi, Vienna, Londra, premurandosi di non trascurare i particolari come dei francobolli comprati apposta per far sembrare le lettere vere. Allo stesso tempo la bambina, nella sua ingenuità, non si chiede come fa la bambola a viaggiare così velocemente. Il resto lo scoprirete leggendo il libro.

Jordi Sierra i Fabra
Kafka e la bambola viaggiatrice
Salani Editore

martedì 1 novembre 2011

Mangascienza

Segnalo molto volentieri questo saggio di Fabio Bartoli pubblicato dalla Tunué.


Mangascienza è un libro che si propone di analizzare quarant'anni di animazione seriale giapponese di fantascienza e di portare alla luce le questioni principali del nostro tempo attraverso la rappresentazione dell'industria culturale nipponica.
Attraverso un excursus che va dal 1963 ai giorni nostri, con un occhio gettato al futuro, l'opera ricostruisce lo sviluppo sociale e tecnologico del Giappone analizzando più di cinquanta serie animate per la spiegazione del rapporto tra l'essere umano e la natura mediato dalla tecnologia.



Per leggere un'anteprima del libro:
http://www.tunue.com/catalogo-tunue/?libro=mangascienza.html