sabato 29 ottobre 2011

Appello dell'AIB, Associazione Italiana Biblioteche

L'Associazione Italiana Biblioteche, il Forum del Libro, l'Associazione Bianchi Bandinelli, Generazione TQ e i Presìdi del libro, con il sostegno di IFLA - International Federation of Library Associations and Institutions, ed EBLIDA - European Bureau of Library, Information and Documentation Associations, promuovono un appello a tutta la società italiana, per chiedere un'inversione di rotta che porti maggiore attenzione e maggiori risorse per le biblioteche italiane, prima che sia troppo tardi.
Le biblioteche sono un servizio essenziale per la vita culturale, sociale e civile del Paese e rappresentano un presidio di democrazia fondato sulla libertà di espressione e sul confronto delle idee.
Le biblioteche costituiscono un'infrastruttura della conoscenza che raccoglie, organizza e rende disponibili i prodotti della creatività e dell'ingegno, fornisce accesso a una pluralità di saperi e di informazioni, agevola l'attività dei ricercatori e degli studiosi, tutela la memoria culturale della nazione, offre a tutti i cittadini occasioni di crescita personale e culturale, favorisce l'acquisizione di competenze che possono essere spese nella vita sociale e lavorativa.
In Germania i frequentatori delle biblioteche superano gli spettatori delle partite del campionato di calcio; negli Stati Uniti l'investimento sulle biblioteche è parte integrante degli interventi governativi per contrastare la crisi economica; in Francia, Gran Bretagna e Spagna le biblioteche nazionali ottengono finanziamenti e dispongono di personale, attrezzature, risorse adeguate a un paese ad economia avanzata.
Mentre in queste nazioni le biblioteche sono considerate servizi indispensabili, da tutelare in quanto bene comune, da promuovere perché grazie ed esse è possibile costruire una coscienza civica fondata sulla centralità della cultura e dell'istruzione, in Italia, per colpa della crisi economica e di una politica culturale miope, le biblioteche sono allo stremo e hanno bisogno del supporto di tutti coloro che hanno a cuore le sorti della cultura.
Moltissime biblioteche (statali, di ente locale, universitarie, scolastiche, di istituti culturali) hanno subito pesanti tagli ai bilanci e al personale, blocchi all'aggiornamento delle raccolte e riduzioni all'orario di apertura, e ciò rende spesso impossibile l'esercizio delle funzioni più elementari, pregiudicando il diritto dei cittadini alla cultura, all'istruzione, alla conoscenza, alla condivisione dei valori su cui si è costruita la nostra storia.
Un paese senza biblioteche efficienti è un paese senza memoria e senza futuro. Per ogni biblioteca che chiude, si restringono gli spazi di democrazia e di libertà. Uno Stato che ha paura di discutere i problemi delle biblioteche e della cultura, riducendo la richiesta di dare vita a un dibattito pubblico sul loro ruolo e sulla loro crisi a un problema di ordine pubblico – come è avvenuto martedì 11 ottobre davanti alla Biblioteca nazionale centrale di Roma, dove cittadini che volevano difendere le biblioteche e valorizzarne la funzione hanno trovato i cancelli sbarrati e sono stati accolti da poliziotti in tenuta antisommossa – è uno Stato che tradisce l'interesse pubblico, che nega a chi ha a cuore le sorti delle biblioteche persino la possibilità di parlarne.

Roma, 22 ottobre 2011

mercoledì 26 ottobre 2011

Dell'importanza di un nome, di Beatrice Masini

Ci sono personaggi talmente ben caratterizzati che ti viene voglia di conoscerli a fondo, come se fossero reali. Ma non esistono biografie, non esiste una documentazione sulla loro infanzia, sul loro passato. Dobbiamo quindi accontentarci di ciò che ci viene detto dall'autore e immaginare ciò che invece non viene detto.
Da questi presupposti Il giornalino ha pubblicato, in agosto, quattro brevi storie dedicate a quattro famosi "cattivi" della letteratura per l'infanzia. Sono la signorina Rottermeir, lo sceriffo di Notthingam, James Moriarty e Crudelia De Mon.
Potremmo anche chiamarle fan fiction d'autore dati i nomi coinvolti: Beatrice Masini, Lodovica Cima, Guido Sgardoli e Giuseppe Ramello.
Beatrice Masini ha scritto della signorina Rottermeir, l'acida e compassata istitutrice della piccola Clara in Heidi. Il libro di Johanna Spyri ha avuto fortune alterne, e forse sarebbe uno di quei classici dimenticati se fosse stato riportato alla notorietà dall'anime incluso nel World Masterpiece Theatre. Questo fortunato cartone, la cui sigla vendette tanto e diede la notorietà a Elisabetta Viviani (che tra l'altro sarà ospite a Lucca Comics, pioggia permettendo), è stato diretto da Isao Takahata mentre Hayao Miyazaki ha realizzato i layout. Il cuore dello studio Ghibli, insomma.
Ci siamo chiesti un po' tutti cosa avesse portato la signorina Rottermeier ad essere così antipatica e severa. La Masini ha evitato la via facile dell'infanzia intristita dalla povertà e dai maltrattamenti e ci ha descritto una piccola Alanza (questo è il suo nome secondo la scrittrice) profondamente sola a causa di un padre che l'ha sempre ignorata e lasciata a se stessa. Probabilmente ignorarla è stato il suo modo di maltrattarla e odiarla. Sua moglie è morta dopo il parto e forse questo non gliel'ha mai perdonato.
La piccola Alanza quindi viene mandata in una specie di collegio femminile con una istitutrice che dir severa è poco. E qui rivediamo in questa persona adulta ciò che diventerà lei da grande. Infatti, in mancanza di altre figure di riferimento, Alanza diventerà come lei, dura e arcigna, portata ad un cinismo sottilmente cattivo. Alanza, una volta deceduta Madame Merle, erediterà il collegio e continuerà il suo lavoro. Il libriccino si ferma qui, non racconta di come la Rottermeier sia entrata in casa Sesaman.
Manca forse soltanto il motivo per cui  la Rottermeier, oltre ad essere severa e a volte ingiustificatamente cattiva, è anche molto apprensiva con Clara, tant'è che lei stessa potrebbe essere la causa della sua infermità. Sia nell'anime che nel libro non si specifica cosa Clara possa avere. Viene da pensare che la sua paralisi sia una questione psicosomatica e certamente un'istitutrice come la Rottermeier non ha giovato alla sua guarigione. Nel romanzo Clara riprende l'uso delle gambe grazie ad Heidi, poco a poco, complice anche Peter (nel romanzo non è così simpatico come nell'anime) che per gelosia fa cadere la carrozzina in un burrone.
Questi libricini possono essere richiesti come arretrati alì Il Giornalino.
Mi sta venendo voglia di fare lo stesso. Di personaggi interessanti e poco approfonditi ce ne sono tanti, non necessariamente cattivi, come lo stesso nonno di Heidi che nel romanzo lascia intendere che abbia fatto qualcosa di brutto nel suo passato, o anche Vitalis, il vecchio viandante dal glorioso passato di cantante d'opera a cui fu affidato Remì. Voi quale personaggio scegliereste? Non ditemi Darth Vader!

sabato 22 ottobre 2011

Salta la filiera e tutti gli affiliati filistei

Sta facendo discutere questa notizia pubblicata su vari giornali, tra cui il Corriere della Sera che linko per tutti.
http://www.corriere.it/economia/11_ottobre_17/amazon-editore_826e3bba-f8cf-11e0-a70e-53be2c0ab142.shtml

Riassumo per i pigri e per allungare un po' questo post: Amazon negli Stati Uniti ha messo in vendita 122 libri. In poche parole Amazon è diventato un editore; ciò significa che pubblicando e vendendo direttamente i propri libri, salta tutta la filiera composta da distributori e librai.
Le altre case editrici sono in allarme: infatti Amazon, non paga di questi 122 titoli, sta contattando numerosi autori offrendo loro la pubblicazione con notevoli vantaggi economici. Infatti, una volta alleggerita la filiera, c'è più margine di guadagno per entrambi i soggetti coinvolti: autore ed editore. Oltre al fatto che Amazon sarà in grado di fare prezzi al consumatore più competitivi di altri.
Non si sa ancora bene come avviene tutto ciò; immagino che sia una cosa molto differente da ciò che avviene con il POD (print on demand) dove qualunque autore può saltare i vari gradini del processo di pubblicazione del proprio manoscritto affidandosi ad uno stampatore come Lulu.com, tanto per dirne uno. Non sappiamo se Amazon si affidi ad editor, se nella sua attività editoriale sia contemplata la revisione dei testi e la correzione delle bozze. Immagino di sì.
A noi lettori cosa cambia? Immagino che questo comporterà un abbassamento dei prezzi dei libri. La legge Levi ha impedito ed impedisce (ma non sempre a quanto pare) sconti maggiori del 15%, i prezzi però, a differenza di ciò che affermavano i promotori di questa legge, non sono cambiati. L'ultimo libro di Christopher Paolini, Inheritance, tanto per fare un esempio a caso, costerà la bellezza di 23,50 euro.
Mi chiedo se valga la pena spendere così tanto per un nuovo libro quando ci sono centinaia di classici a pochi euro che meritano di essere letti più di Paolini.
Fatta la legge trovato l'inganno. Amazon, in qualità di editore, non tarderà ad arrivare in Italia e forse si accaparrerà molti nostri bestselleristi. Immaginiamo un Fabio Volo che lascia la Mondadori. La casa editrice perderà un bestsellerista che causa code in piazza Duomo dove va a firmare l'ultimo libro e chissà... forse deciderà di boicottarlo non distribuendo i suoi libri nelle librerie del suo gruppo.
Sono ipotesi probabili.
Sarà difficile per le multinazionali straniere scardinare i monopoli italiani. Forse ci vorrà tempo, forse ci riusciranno. A prescindere dal fatto che questo sia un bene o un male, mi auguro comunque un calo dei prezzi dei libri, sempre più costosi, sempre più oggetti di lusso e non di cultura. Il resto non mi interessa.

mercoledì 19 ottobre 2011

Anche Zanzotto va via...

Dopo la morte di Giovanni Giudici avevo detto che per me Zanzotto era l'ultimo poeta e che nessuno dopo di lui riuscirà più a farmi interessare alla poesia. Ecco, a novantanni se ne andato pure lui portandosi dietro la tradizione poetica italiana. Almeno per me, lettore comune.
Se poi uscirà fuori qualcuno che riesca a farmi ancora leggere qualche strofa, ben venga. E' un po' difficile, sarà che ho cambiato le mie abitudini di lettura e di approfondimento; sarà che la poesia, così come Zanzotto, l'ho conosciuta durante l'adolescenza, periodo di profonda ricerca interiore. E in questa ricerca il poeta per chi ama leggere ne è una voce. E la poesia è quell'urlo che ti richiama verso te stesso.
Ho letto qualcosa di poeti locali. Credo che siano anche bravi, ma nessuno di essi, al di là della proloco del proprio paese che finanzia le raccolte e qualche incontro in librerie indipendenti, ha e forse avrà mai la stessa visibilità di un Zanzotto o di una Alda Merini  Eppure la poesia è una, e almeno questa non dovrebbe essere distinta in mainstream e no. Zanzotto era tra i poeti laureati, riconosciuti, e forse meritava anche il sommo premio se non fosse che l'accademia norvegese riesce sempre a contraddistinguersi per la ricerca di autori sconosciuti ai più. Anche il nobel ha bisogno di  marketing.
E forse anche la poesia ha bisogno di un po' di marketing.

lunedì 17 ottobre 2011

ed eventuali

Sto leggendo poco in questo periodo, per questo motivo il blog non è molto aggiornato. Questa estate credo di aver letto parecchio, ma nessuno dei libri terminati mi ha dato spunto per un post, una riflessione o una qualsiasi altra scusa buona per aggiornare questo piccolo angolo di rete.
A dir la verità neanche adesso ho molto da dire. Sto finendo Anna dai capelli rossi, tra gli altri. Un bel libro con dei bei personaggi. La Montgomery sa come caratterizzarli ed è difficile quindi non affezionarsi ad Anna, Marilla e Mattew. Non capisco perché ci tenga a specificare che sono conservatori e fervidi credenti, la seconda cosa non mi stupisce visto il periodo, ma a parte questo non ho trovato difetti, non ancora. Leggerò le ultime 70 pagine oggi e lo riporrò  tra i classici dell'infanzia. Ah, ecco, devo smettere di leggere libri per l'infanzia perché ormai la libreria dedicata è piena. Sigh.
Il secondo libro in lettura è Se una notte d'inverno un viaggiatore. A Roma si dice che "me lo sto spizzando". Lo leggo con molta calma, rileggo intere pagine. Non ho fretta di finirlo, ho fretta semmai di capirne e carpirne lo stile, rubare gli attrezzi del mestiere. Calvino stupisce ogni volta per la sua bravura. Non è scontato pensarlo. Mi stupisce anche come questo autore possa aver influenzato anche i grandi romanzieri americani che non di rado lo citano come uno tra gli autori preferiti. Il succo della postmodernità è stato spremuto anche qui in Italia, paese che, a guardarlo adesso, sembra non avere più stimoli culturali, sembra non poter offrire niente al mondo.
Con Calvino l'Italia era al centro di un dibattito che ha coinvolto molti grandi scrittori, e questo lo si deve alla casa editrice Einaudi.
Leggendo questo libro, che era tra i classici che mi vergognavo di non aver letto, ritrovo quindi tutto il mondo di Paul Auster. La metanarrativa, la casualità labirintica del nostro destino, c'è molto di ciò che il grande scrittore di Brooklyn ha scritto.
Con Calvino l'Italia ha dato molto al mondo. Adesso cosa ancora può offrire? Vogliamo dare la colpa alla crisi se non ci sono talenti? O vogliamo dare la colpa a chi non è in grado di scoprirli?

lunedì 10 ottobre 2011

Asengard e manoscritti

Un blog dedicato a una fenice non potevo ignorare una casa editrice morta e poi risorta dalle proprie ceneri. Parlo proprio della Asengard Edizioni, una piccola realtà editoriale dedicata alla letteratura fantasy.
Dopo queste vicissitudini, per fortuna finite bene a quanto pare, la Asengard apre di nuovo agli scrittori inediti. Dal 10 ottobre infatti sarà possibile spedire la propria proposta editoriale nei modi indicati nell'apposita pagina.
Ovvero, sono richieste:
- Sinossi
- Dieci pagine di manoscritto
- Note biografiche

Soprattutto sarà possibile spedire tutto ciò via email.
La risposta, dicono, arriverà entro due mesi.
Se fossero tutti cosi precisi credo che l'editoria sarebbe un posto migliore, tipo il paradiso, con tanto di tazzine di caffè, noi lettori vivremmo meglio e voi scrittori inediti di elfi e nani avreste meno gastrite.
A mio parere questa dovrebbe essere una normale prassi. Dimostra una seria apertura verso le novità e soprattutto fa capire cosa l'editor vuole leggere. La sinossi è necessaria per farsi un'idea di ciò che hai scritto. Se mandi un romanzo rosa alla Asengard non credo che l'editor passerà alla fase successiva. Se hai scritto qualcosa di pertinente con la loro line editoriale (per questo leggete i loro libri o perlomeno date un'occhiata al catalogo) allora l'editor, o chi per lui, passerà alla seconda fase: la lettura delle dieci pagine. Se queste sono scritte decentemente allora è probabile che vi chiederanno il manoscritto completo. Ma  a quel punto l'esordiente ha già suscitato interesse e si può dire che il 90% del lavoro è fatto.
Dopodiché ci sarà la pubblicazione.
In bocca al lupo alla Asengard e a chi vorrà spedire loro un manoscritto.
Per ulteriori informazioni:
http://www.asengard.it/invio_manoscritti.php

giovedì 6 ottobre 2011

Nobel per la letteratura 2011

Lo scrittore in una fotografia recente
Con grande sorpresa il poeta svedese Thomas Transformer ha vinto l'edizione di quest'anno del premio nobel per la letteratura battendo di misura letterati del calibro di Sandro Bondi e Fabio Volo.
Recentemente il comitato del premio nobel è tornato alla cronaca a causa del boicottaggio da parte dei cinesi. Dopo il nobel per la pace assegnato a un loro conterraneo la Cina infatti ha deciso di non importare più il salmone svedese.
<< La Svezia non vuole perdere l'annuale fornitura di spaghetti, pizze e mandolini, per questo non mi ha premiato >>, ha ammesso l'ex ministro Bondi, autocandidatosi a ben tre nobel (letteratura, pace e moltiplicazioni a due cifre).
<< Nessuno sa dove sia la Svezia. Neanch'io. Però un paio di svedesi credo di essermele fatte >> continua Fabio Volo, anch'egli in lizza per il prestigioso premio che, a suo avviso, sarebbe stato consegnato durante la notte dei telegatti.
La Svezia da oggi in poi premierà soltanto autori della propria terra, almeno fino a quando non terminerà la crisi economica.
La Svezia, vi ricordo, è un paese abbastanza lontano, abitato da circa nove milioni di abitanti. Di forma oblunga. Il loro essere neutrale in realtà nasconde in realtà un profonda depressione congenita di ognuno dei suoi nove milioni di abitanti.
La Svezia ha dato i natali ai vichinghi, popolo notoriamente incline alla poesia.
Secondo alcuni la Svezia in realtà non esiste, un po' come il Molise, ma nel secondo caso è vero.

martedì 4 ottobre 2011

Sergio Bonelli

Per Sergio Bonelli ci vorrebbe un post-tributo con i fiocchi, ma credo di non esserne in grado. Non sono stato un suo amico, né un collega, né un dipendente. Forse sono tra i pochi che non vuole fare il fumettaro, già scrivo racconti inutili e filastrocche che non pubblicherà mai nessuno, mi è più che sufficiente.
Lo conosco da più di vent'anni grazie ai fumetti che ha pubblicato e che pubblica. Due o tre volte gli ho stretto la mano con timidezza. Come si fa a rimanere lucidi di fronte a una figura del genere, un uomo che ha cambiato la storia del fumetto italiano? Lo si rimane perché il tuo sorriso timido viene ricambiato con la stessa gentilezza, con l'espressione stupita di chi, anche dopo tanti anni di lavoro e successi, si chiede il perché di tutto questo e ogni volta cerca la risposta nei tuoi occhi, nel modo con cui i muscoli della tua mano si contraggono avvolti dalla sua.
I suoi fumetti sono più di ogni altra cosa, moda o altro, la più importante espressione della narrativa di genere italiana, perché per quanto ci si possa sforzare difficilmente uno scrittore arriverà ad avere il grado di libertà che hanno avuto Tiziano Sclavi con l'horror o Medda/Serra/Vigna con la fantascienza, tanto per fare due esempi. Neanche questo "boom" del fantasy italiano, forse già passato, ha prodotto così tanta originalità quanto quei fumetti.
Che la narrativa di genere fatichi qui in Italia si sa da anni. Fatichiamo e faticheremo per toglierci i pregiudizi nati da un modo di pensare e da una filosofia che ormai è acqua passata.
Lo dobbiamo proprio Sergio Bonelli se il fumetto e il genere in Italia hanno avuto una nascita e una rinascita.
Grazie di tutto, ovunque tu sia.