giovedì 31 marzo 2011

Nuovi autori e fantascienza per ragazzi

I giornali parlano della Fiera del libro di Bologna e Il Sole 24 ore lo fa tramite Beatrice Masini, tra le autrici più conosciute e brave del nostro paese. Dopo una rapida carrellata sulle novità, la Masini scrive:

"Tornando in Fiera, balza all'occhio la rarità di esordienti o giovani scrittori italiani. Sulle nuove copertine brillano nomi noti, se non notissimi; e quasi tutti sopra i quaranta. Dove sono finiti gli altri? Che cosa stanno facendo? Sono gli editori a ignorarli, a non avere la pazienza di crescerli, o forse sono loro che preferiscono scrivere libri per ragazzi da pubblicare come libri da grandi? "

E' una questione che non ho mai voluto affrontare direttamente per non correre il rischio di passare per quello "invidioso" o chissà cosa, ma la realtà mi pare che sia proprio questa descritta da Beatrice Masini. Ci sono pochi esordienti e molti nomi noti che scrivono anche più di un libro l'anno (tra racconti brevi, poesie e romanzi) e questi saturano le collane lasciando poco spazio. Dal punto di vista della casa editrice il motivo è ovvio: meglio pubblicare un nome già noto che ha una sua schiera di lettori (soprattutto tra gli educatori) piuttosto che un esordiente senza mercato, tutto da costruire. L'investimento in questo secondo caso è grande, quindi è grande anche il rischio d'impresa. Per la stessa questione, motivati anche dal fatto che i libri per l'infanzia (indico in questa sbrigativa maniera i libri con target 0-19 anni) vendono parecchio a differenza della letteratura "per adulti", molti scrittori si danno alla letteratura per ragazzi. Lo hanno fatto in parecchi e con risultati non sempre entusiasmanti, in molti casi senza lasciare neanche un'impronta sulla sabbia.
Ci si lamenta spesso che la letteratura per l'infanzia non viene considerata dalla critica, ma ci si dovrebbe lamentare anche di come viene poco considerata anche dagli scrittori stessi che pensano di poter scrivere per ragazzi senza avere abbastanza motivazione (e le ragioni per cui vengono pubblicati sono quelle di prima). Difficilmente, a mio parere, raggiungono la sensibilità artistica, quel modo di vedere dal punto di vista del bambino o del ragazzo come invece hanno avuto Gianni Rodari a suo tempo, o Roberto Piumini ora, per dirne due. In poche parole: quando non sai che scrivere, scrivi per ragazzi.
Questo lascia ancor meno spazio agli esordienti, soprattutto agli scrittori, i mestieranti della parola, mentre per gli illustratori sembra esserci un mercato più aperto e molta voglia di ricerca del nuovo. Non ho una visione completa del mercato perché per averla dovrei essere un addetto ai lavori, ma mi sembra quasi evidente, frequentando librerie e biblioteche, che gli illustratori oggi hanno più spazio.
Tutto ciò è dovuto anche alle notevoli vendite dei libri per la prima infanzia (0-6 anni), mercato su cui puntano parecchie case editrici. Sono quei libri illustrati, con poche parole e tante immagini, che si prefiggono di inizializzare il bambino alla lettura, ovviamente mediata da un lettore adulto. Al bambino viene offerta un'esperienza sensoriale completa: dall'ascolto del racconto all'osservazione delle illustrazioni, dalla esperienza tattile a quella olfattiva (c'è anche questo). C'è quindi molto lavoro di redazione piuttosto che di scrittura.

Beatrice Masini continua:

"...E con questo interrogativo entriamo nella perigliosa terra di mezzo dei romanzi per l'adolescenza lunga che va dai tredici ai vent'anni, dove lapidi, vampiri e angeli spiumati si contendono ancora il campo, ma le proposte degli editori stranieri, americani in testa, si concentrano su un genere ancora poco esplorato: la fantascienza andata a male, la distopia."

Qui la Masini gira ancora il dito nella piaga. La fantascienza è purtroppo un genere molto snobbato in Italia sia per quanto riguarda il mercato "adulto" (emblematico il fatto che la Mondadori per motivi editoriali preferisca tagliare i romanzi della collana Urania piuttosto che pubblicarli integralmente), sia quello per ragazzi. Eppure ha una sua dignità, un glorioso passato e un ventaglio di possibilità narrative a mio parere più ampio rispetto a quello offerto dal fantasy, sia esso tolkeniano, urban fantasy (che potrebbe essere considerato una via di mezzo in alcuni casi) o altro. Eppure sulla fantascienza in pochi osano puntare mentre il fantasy in Italia ha prodotto decine di romanzi e saghe, ha aperto nuove collane e dato alle stampe nuovi  giovanissimi autori.
Tra chi ha deciso di scommettere c'è la Gallucci Editore che ha da poco pubblicato in una collana per ragazzi un classico tra i classici, un racconto che ogni appassionato di sci-fi deve leggere. Si tratta di I nove miliardi di nomi di Dio. Il libro ha, oltre a questo di Arthur C. Clarke, anche un racconto di Richard Matheson, altro genio della letteratura di genere, e un racconto di Margaret St. Clair. I disegni sono di José Muñoz.
http://www.galluccieditore.com/index.php?c=scheda_bibliografica&id=286

Beatrice Masini, nell'articolo per Il Sole 24 ore, cita un raro caso di romanzo per ragazzi distopico: Méto: la casa di Yves Grevet (256 pp. 12,50 euro, Sonda Edizioni) e tralascia, per evitare di essere troppo autoreferenziale, il suo Bambini nel bosco di cui parlai tempo fa. Questi romanzi sono due fulgidi esempi di come si può raccontare la realtà trasfigurandola in qualcosa di poco appetibile, perturbante, con meno appeal rispetto alle seducenti ambientazioni fantasy di molta narrativa di oggi.
Gli stessi scrittori di fantascienza preferiscono il fantasy quando entrano nel mondo della letteratura per ragazzi. Come ad esempio a Serge Brussolo che ha esordito nel mondo della letteratura per ragazzi con la collana dedicata a Peggy Sue (edita in Italia da Fanucci), che attualmente conta una decina di volumi, alcuni dei quali anche divertenti. Consiglio di leggere almeno Il giorno del cane blu. La De Agostini invece ha pubblicato Cyboria. Il risveglio di Galeno, una fantascienza che rientra nei canoni dell'avventura tipica dei romanzi di Pierdomenico Baccalario.

L'articolo di Beatrice Masini:
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-03-27/bologna-porta-lettori-tasca-082050.shtml?uuid=AapfCwJD

lunedì 28 marzo 2011

Bologna children's book fair

Per gli addetti ai lavori anche quest'anno c'è la Bologna Children's book Fair, un evento molto importante dedicato alla letteratura per l'infanzia e sicuramente il più importante nel nostro paese.
In questa fiera il mercato si smuove: si vendono diritti, si scoprono nuovi autori, , si scoprono nuove tendenze e si tessono relazioni.
Il programma è pure interessante, ma è tutto per addetti ai lavori. Nel sito ufficiale potete trovare le modalità di partecipazione e il programma stesso. All'interno della manifestazione viene assegnato l' Astrid Lindgren Memorial Award for Literature.
Molto bello il logo formato con i capilettera.

Da luned' 28 a Giovedi 31 marzo.
http://www.bolognachildrensbookfair.com/home

domenica 27 marzo 2011

Libertà, precarietà, irriverenza. Mostra e iniziative sulla lettura e letteratura per l'infanzia

In primavera risorgono le manifestazioni di ogni tipo. Libertà, precarietà, irriverenza. Mostra e iniziative sulla lettura e letteratura per l'infanzia, si svolgerà a Frascati (Roma) dal 18 marzo all'8 aprile.

Frascati diventa il 'Paese delle meraviglie' e apre la porta ai più piccoli per vivere un viaggio alla scoperta del piacere della lettura tra sorprese e giochi, incontri e laboratori, favole e colori, cinema e teatro, sogni e avventure. L’obiettivo è stimolare nei ragazzi il piacere della lettura; partendo dall’assunto rodariano che “col piacere della lettura non si nasce perché non è un istinto”, con la collaborazione delle scuole di ogni ordine e grado si organizzano laboratori di illustrazione e presentazioni dei libri delle collane Anicia Ragazzi, con il diretto coinvolgimento degli autori che interagiscono con gli alunni. Espongono alle Scuderie Aldobrandini gli illustratori: Yana Bukler, Cristiana Cerretti, Alessandra Cimatoribus, Georges de Canino, Serena Intilia, Giorgia Ponticelli, Eva Rasano, Chiara Sgarbi, Claudia Venturini

La scrittrice Lia Levi riceverà il 03 aprile 2011 alle ore 11.00 un premio alla carriera.

Il programma completo lo potete trovare sul sito informativo dei Castelli Romani.
http://www.consorziosbcr.net/prtCastelliRomani/Eventi_Dettaglio.php?id_evento=29091


Edizioni Anicia Ragazzi
Tel. 06.5894742
www.aniciaragazzi.it
info@aniciaragazzi.it
: Edizioni Anicia Ragazzi

B.A.S.C. - Biblioteca Archivio Storico Comunale
basc@comune.frascati.rm.it - Tel. 06.94299013

Biblioteca Ragazzi Casa di Pia
Tel. 06.9417674

231° Circolo Didattico di Frascati
villasciarra@virgilio.it - Tel. 06.9422630

venerdì 25 marzo 2011

SDA è il male

Me l'ero presa con Amazon tempo fa, ma la responsabilità di questi era limitata. Se non altro avevano i miei soldi e dovevano restituirmeli, era giusto quindi prendersela con loro.
Lo stesso è successo per BOL. Stavolta il pacco non è arrivato fradicio, inzuppato o chissà cosa... non è arrivato proprio.
Il minimo comune multiplo di questi due ordini è uno: il corriere SDA.
Adesso BOL.IT (forse) mi dovrà restituire 52 euro di un ordine che avrebbe dovuto arrivare venerdì scorso. C'erano molte cose (La gallina volante di Paola Mastrocola, Storie infinite di Michael Ende, ecc) e un regalo che non ho potuto consegnare in tempo.
Non mi sorprende sapere che SDA fa parte delle Poste Italiane. Ci sarebbero molte cose da dire anche sulle Poste Italiane (incremento delle tasse di gestione di un conto corrente superiori al 200% ) ma sono off-topic.
Mi sorprende invece sapere che i corrieri di SDA non hanno un navigatore satellitare. Il mio tom-tom aggiornato a cinque anni fa arriva perfettamente davanti casa mia, nonostante abiti in una zona di campagna che d'inverno non ha nulla da invidiare alla brughiera di Wuthering Heights.
Ho anche piantonato la strada. Giuro che l'ho fatto. Di solito ti arriva un'email quando parte il corriere e sai che dopo circa un'ora è nei tuoi pressi. Così ho deciso di scendere in strada, mi sono portato da leggere un libro non troppo impegnativo (Sussi e Biribissi di Collodi Nipote) e ho aspettato. Niente da fare. Nonostante avessi insistito perché mi telefonassero, nonostante abbia affisso un numero civico grosso come un cartellone pubblicitario, non si sono fatti vivi.
E forse adesso è meglio che non si facciano proprio vedere.
Siamo nel terzo mondo e ancora non ce ne siamo accorti. A BOL ho fatto sapere che se continuano a usare questo corriere cancellerò il mio account dopo che mi verranno restituiti i soldi.
Aspetto risposta.

giovedì 24 marzo 2011

Nel bianco

Il bianco è forse il mio colore preferito. Quando ho cominciato a sfogliare questo libricino illustrato per ragazzi sono rimasto affascinato dalle illustrazioni di Sonia M.L. Possentini. Nel bianco della neve si nascondono lepri, cerbiatti, gufi e cigni. Il bianco prevale sulle sue tavole, ma non invade. Nasconde per scoprire lentamente i particolari. Proprio come la neve o come un  libro pop up, ma senza ingegnose invenzioni di carta, soltanto dipinti, infinite sfumature nivee. E nella neve tutto è sfumato, suggestivo, all'apparenza abbozzato come un quadro impressionista.
I testi invece sono di  Vivian Lamarque, scrittrice e poetessa nata nella provincia di Trento. Ammetto che quest'ultimi, come mi capita sempre più spesso ultimamente, non mi hanno entusiasmato. Forse nei libri per la prima infanzia c'è da recuperare il giusto equilibrio tra testo e illustrazione. Il secondo mi sembra che prevalga troppo.

Nel bianco
di Sonia M. L. Possentini e Vivian Lamarque
la Margherita Edizioni

martedì 22 marzo 2011

Autori per il Giappone

E' online il sito di cui vi ho parlato nel post precedente.Autori per il Giappone è un'iniziativa partita da Lara Manni e raccoglierà scritti di autori già pubblicati, inediti, fan writer e chiunque altro voglia contribuire ad arricchirlo. Il sito è appena stato messo online e ci sono già decine di racconti brevi e poesie, c'è l'imbarazzo della scelta insomma.
Dopo aver letto i racconti potete cliccare il banner che si trova in fondo all'home page e donare qualche euro all'associazione Save the children, fondo emergenze per i bambini in caso di calamità naturali.
Ovviamente parteciperò anch'io. Devo soltanto decidere in che modo: un racconto? Una poesia? Non lo so ancora. Non voglio mandare qualcosa "tanto per partecipare".
Leggete qualche scritto che è già online e godetevi la bellissima illustrazione di Paolo Barbieri che linko anche nel mio blog.

http://www.autoriperilgiappone.eu/

domenica 20 marzo 2011

Aiutiamo il Giappone

Anch'io come Daniela mi ero riproposto di non parlare di questioni di politica o di cronaca. Quando l'ho fatto, l'ho fatto tra le righe, reinterpretando un libro alla luce dei fatti di attualità oppure, come nel caso del terremoto a L'Aquila, con un breve racconto.
In questo caso ciò che è successo in Giappone va al di là della normale comprensione. Inutile ricercare il significato di una catastrofe del genere, è intuili porsi questo problema perché, sono fatalista e lo ammetto, non ha soluzione se non nell'ineluttabilità.
La cronaca poi non aiuta a seguire meglio le vicende. I giornali stanno fomentando un clima post-apocalittico che, sospiro nel dirlo, ricorda alcuni dei più begli anime che lo stesso Giappone ha prodotto e che non pensavo potessero tornare d'attualità. Chi ha visto Nausicaa nella valle del vento, Ken il guerriero o lo struggente Una tomba per le lucciole conosce la difficoltà che ha questo popolo a rapportarsi con il proprio passato, diviso tra angoscia e rimorso. Gli stessi extraterrestri che si ostinano a invadere la terra iniziando proprio dal Giappone non sono, a mio parere, che la rappresentazione del loro lato oscuro, quello che li ha portati in guerra a fianco delle potenze nazi-fasciste e che ancora oggi stanno cercando di elaborare. Senza dimenticare che il male si nasconde anche nel bene e si può essere dei o demoni allo stesso tempo: concetto espresso con efficacia da Go Nagai che decise di chiamare il suo primo robot proprio Mazinga (da Majin: dio-demone). E anche se i giapponesi hanno trovato nell'operosità e nell'ingegno un modo per migliorarsi, riuscendoci dignitosamente, stavolta non è bastato.
Bisogna aiutarli.
Per farlo Daniela nel suo blog suggerisce una serie di link utili. Esistono tanti modi: innanzitutto informandovi nei posti giusti, poi, se potete, donando qualcosa a organizzazioni come Save the Children o Medici senza frontiere.
Questo è il link:
http://meandwriting.blogspot.com/2011/03/della-terra-e-delle-azioni-utili.html

Sempre su segnalazione di Daniela, che ringrazio ancora per la fedeltà alla Fenice di carta, linko il blog della scrittrice Lara Manni da poco tornata in libreria con Sopdet. La stella della morte (Fazi Editore), seguito di Esbat di cui ho già parlato in passato e che deve molto alla cultura giapponese.
L'idea di Lara è di aiutare il Giappone creando un blog di racconti in cui parteciperanno sia scrittori già affermati (leggo i nomi di GL D'Andrea e Francesco Falconi), sia inediti.
Il blog verrà aperto a giorni e lo segnalerò volentieri. Per adesso vi linko il post che lancia l'iniziativa e vi invito a seguirlo per ulteriori sviluppi.
http://laramanni.wordpress.com/2011/03/18/scrittori-per-il-giappone-e-noi/

Da bravo nerd (ma neanche tanto, c'è di peggio), dedico al Giappone questa bella, meravigliosa canzone che fa da chiusura a uno degli anime robotici più tristi mai realizzati. Zambot 3 è stato l'unico robot a farmi uscire lacrime.

venerdì 18 marzo 2011

Questo Ebook si autodistruggerà entro tre secondi... due... uno...

Sta succedendo quello che mi aspettavo: una casa editrice londinese ha chiesto che i propri Ebook fossero "noleggiati" e non presi in prestito nelle biblioteche inglesi. I bibliotecari quindi potranno prestare i libri della HarperCollins soltanto ventisei volte.
L'articolista di Zeus News pensa che questo possa minare l'esistenza stessa degli Ebook, i quali dopo ventisei download, si cancelleranno.
A mio parere è il contrario e questa mia idea è molto, molto pessimista. Questo potrebbe essere l'inizio di un mercato che costringerà utenti e biblioteche a comprare Ebook (e accadrà quando verrà abbandonato il cartaceo, se non del tutto almeno per quanto riguarda i titoli e gli autori più importanti), e permetterà alle case editrici di servirsi della tecnologia per controllare la lettura e la diffusione dei propri libri.
Quindi i libri circoleranno di meno, gli Ebook spariranno dopo un certo numero di letture o giorni. Noi saremo costretti a comprare più volte lo stesso libro. Quindi se l'Ebook poteva essere un buon surrogato al logorio della carta, questo vantaggio verrà meno.
Il post-consumismo è il concetto che esprime il "comprare tanto e consumarlo in fretta". Questo va oltre il post-consumismo perché compreremo tante volta la stessa cosa, lo stesso bene. E' come se comprassimo ogni giorno la stessa pagnotta di pane per mangiarla, per poi defecarla, per poi...
Non so se un concetto del genere esiste già nella teoria economica (ultra-consumismo?). Mi piacerebbe approfondire questo nuovo lento degrado che stiamo vivendo.

Fonte:
http://www.zeusnews.com/index.php3?ar=stampa&cod=14425

giovedì 17 marzo 2011

I jeans di Garibaldi. Ovvero come Celestina vinse la sua battaglia

Di questo libro volevo scrivere più approfonditamente, ma non ho fatto in tempo. Quindi per adesso mi limito a una segnalazione.

Da IBS:
Il volumetto della collana "Di tesoro in tesoro" che pubblica racconti storici che si basano su reperti e oggetti simbolici (in questo caso i pantaloni di Garibaldi conservati nel Museo del Risorgimento di Roma) inventa romanzescamente un episodio dell'epopea dei Mille in Sicilia. I garibaldini per trasportare i feriti requisiscono il mulo a Celestina dodicenne orfana: "I briganti si sono rubati la capra e il maiale (…) E voi piemontesi vi siete presi Rosa. Pure voi siete briganti". Così decide di seguire "Calibbardo" per riavere la sua preziosa bestia. Durante la marcia verso Palermo fraternizza con Pinin dodicenne pure lui che ha seguito il padre medico dei garibaldini. I due ragazzi partecipano alla storica vicenda assistono agli scontri decisivi aiutano a curare e trasportare i feriti. Insomma l'impresa dei Mille vista con gli occhi di due adolescenti che in quelle vicissitudini mettono in gioco i loro sentimenti e sogni le loro inquietudini e speranze come quelli del paese che si andava facendo. Tanto che alla fine Celestina proclama fieramente: "Vado da Calibbardo e mi faccio piemontese". Addirittura salva il Generale da un attentato e poi gli cuce uno strappo sul ginocchio. Sì proprio in quei pantaloni di tela blu di Genova povera ma resistente usata da marinai e portuali poi chiamata Blue di Genes e oggi bluejeans. E dire che la ragazza non si capacitava che quello fosse il grande Generale un uomo vestito senza fregi né fronzoli ma rozzamente con un poncho e pantaloni di tela. Non a caso però i bluejeans sono diventati con il tempo simbolo di ribellione e libertà per tanti giovani un mito. Queste e altre notizie si trovano nella piccola sezione storico-informativa finale. Le illustrazioni di D'Altan si rifanno alla tradizionale iconografia risorgimentale ma con una sensibilità tutta personale e moderna. (Fernando Rotondo)

I jeans di Garibaldi. Ovvero come Celestina vinse la sua battaglia
di Mattia Luisa, D'Altan Paolo
Carthusia editore

http://www.luisamattia.com/index.php/scrittura/celestina/

martedì 15 marzo 2011

I bambini sono mutaformi


I bambini sono mutaformi
assomigliano al padre, assomigliano ai nonni
assomigliano allo zio, di professione distratto
assomigliano al cane, al canarino, al gatto
assomigliano a mamma, a volte al vicino
assomigliano tanto al loro fratellino
assomigliano a salami
                       mortadelle
                       prosciutti
i bambini sono belli
assomigliano a tutti!

domenica 13 marzo 2011

Esce Libertà di Jonathan Franzen

Libertà (Freedom in originale) è il libro che aspetto maggiormente in questo 2011. E' già nella mia lista della spesa anche se ancora non ho terminato Le correzioni. Quest'ultimo me lo sto "spizzando" ben bene come si dice qui a Roma (e dintorni). Ovvero, me lo leggo pian piano, senza esagerare. Cerco di carpire la bellezza di ogni parola, frase o di ogni digressione.
Mi sono chiesto molte volte cosa possa differenziare il bravo scrittore da un dilettante. Forse Franzen mi ha fatto capire cosa: sono i particolari. Franzen rende vivo ogni particolare perché ognuno di essi è frutto di uno studio accurato e meticoloso (non a caso i suoi romanzi vengono inseriti nella corrente del realismo isterico). Sa parlare di teorie economiche come un esperto di marketing, sa parlare di ferrovie come un ingegnere. Ogni cosa nelle sue pagine è viva e descritta in maniera assolutamente chiara.
In ogni buon manuale di scrittura creativa c'è come regola: documentatevi prima di scrivere qualcosa. Scrivete soltanto di cose che conoscete. Franzen non è ingegnere, né economista, né medico, però riesce a scrivere di tutto questo proprio perché si documenta. Questa forse è la differenza tra un bravo scrittore e un grande scrittore. Il bravo scrittore scrive soltanto di cose che conosce, il grande scrittore scrive di cose che non conosce, ma per farlo si documenta finché non è sicuro di ciò che dice. Fino allo sfinimento.
Per rendere vivi i personaggi è un altro discorso. Lì ci vuole talento e qualcos'altro che i comuni mortali non capiscono, e forse neanche serve capirlo. Possiamo intuire i meccanismi narrativi, possiamo scalfire la superficie narratologica in cui Franzen ha impastato il suo microcosmo, ma non potremo mai arrivare al suo nocciolo, perché quello è privato e velenoso. Forse è scritto nel DNA o forse è il frutto di tanti esercizi di scrittura. Ciò che possiamo fare noi è soltanto assaggiare il frutto succoso di un talento tutto americano.

La copertina è bruttina. Non è la classica copertina minimalista, bianca, elegante, con soltanto il titolo e una foto al centro tipica dell'Einaudi. Questa scelta mi ha lasciato un po' perplesso. Aspetto comunque di vederla dal vivo in libreria per farmi un'idea migliore.

Il romanzo:
Patty e Walter Berglund erano i nuovi pionieri della vecchia St. Paul, in Minnesota: campioni della gentrificazione, genitori a tutto tondo, avanguardisti della Whole Food generation, la generazione del cibo sano. Patty era il prototipo del vicino di casa ideale, quello che sa dirti dove gettare le batterie esauste o come far sì che i poliziotti di quartiere facciano il loro lavoro come si deve. Era una madre d'invidiabile perfezione e una moglie dei sogni per Walter. Insieme a lui - avvocato ambientale, pendolare in bicicletta, tutto lavoro e famiglia - stava facendo la sua piccola parte per costruire un mondo migliore. Ma ora, nel nuovo millennio, i Berglund sono diventati un mistero. Perché il loro figlio adolescente è andato a stare con la famiglia brutalmente repubblicana della porta accanto? Perché Walter ha accettato di andare a lavorare per un colosso del carbone? Che ci fa ancora nella loro vita Richard Katz, rocker eccentrico nonché migliore amico e rivale di Walter al college? E soprattutto, che cosa è successo a Patty? Perché la stella fulgente di Barrier Street è diventata "un vicino di casa di tutt'altro tipo", una furia implacabile che perde il controllo sotto gli occhi attenti del vicinato?

Il nuovo romanzo di Jonathan Franzen è in vendita da venerdì nelle librerie. Sui maggiori portali di vendita online è già scontato del 30%, e su 22 euro non è poco. Ma quella degli sconti sulle nuove uscite è un'altra storia.

Libertà
di Jonathan Franzen
Einaudi
22,00 Euro

giovedì 10 marzo 2011

L'eco della frottola

La quarta di copertina è molto chiara: "La notizia data da un organo di informazione è sempre una notizia. Perfino quando è falsa". E questo è quello che succede nell'isola di Bau Bau dove una soffiata mal interpretata viene scambiata per uno scoop incredibile: hanno rapito il questore dell'isola! In realtà ad essere rapito è il castoro dell'isola, la mascotte che rappresenta la vasta fauna che dà colore al folklore locale e sostentamento alla criminalità. Il giornale più importante dell'isola è L'eco di Bau Bau au au au, e senza controllare la veridicità della notizia non si fa scrupolo a pubblicare questo scoop, timoroso di vederselo bruciato dalla concorrenza.
Quello che inizialmente si è trattato soltanto di un equivoco, un questore al posto del castoro, e che avrebbe potuto essere risolto con una seppur indecorosa ritrattazione, diventa un caso politico e non solo giornalistico. Perché nessuno ha interesse che il più importante quotidiano dell'isola di Bau Bau venga smentito e il questore, il ministro degli interni, hanno i loro buoni motivi per rendere vera la notizia.
Il questore così scompare sul serio, e come una profezia autoavverante la notizia diventa realtà. E questo è solo l'inizio della storia.
Fabrizio Gatti è un giornalista e lavora per Il Corriere della Sera e l'Espresso. Il suo campo è quello del giornalismo d'inchiesta, un genere che a quanto pare sta scomparendo e che in pochi hanno il coraggio di svolgere proprio perché, essendo un genere investigativo, è probabile, molto probabile, che svolgendolo si pestino i piedi a qualcuno di importante.
Leggendo soltanto il titolo del L'eco della frottola potremmo avere dei dubbi sulla fascia di età di lettura. Il nome del giornale dell'isola (a volte mi sembrava di leggere uno dei tanti romanzi di Geronimo Stilton, comprese le finte imprecazioni topesche tipo "porco topo"), L'eco di Bau Bau au au au (i tre "au" sono l'eco di bau), ricordano libri per la prima infanzia. Le parole colorite tipo "stronzo" sono rare nella letteratura per l'infanzia, e in questo caso rendono sì verosimile la quotidianità della storia, ma distolgono l'attenzione verso i contenuti. Li vedete voi dei ragazzini di dodici anni sghignazzare dopo aver letto "stronzo"?
Il romanzo è pieno di nozioni di giornalismo che soltanto un addetto ai lavori poteva raccontare così chiaramente. L'autore non risparmia i termini tecnici (infatti c'è un glossario alla fine), e qui sono d'accordo: il vocabolario deve ampliarsi e ogni concetto deve essere espresso con il proprio giusto vocabolo. Quando avevo l'età che forse è adatta ai lettori di questo libro (dodici, tredici anni), scrivevo sul diario i termini che non conoscevo con il loro significato. Ogni tanto davo una letta a queste parole per memorizzarle e, sempre a mente, inventavo frasi per utilizzarle. Quando ho cominciato a scriverne di meno, col passare degli anni, mi sono posto il problema: sto facendo cattive letture oppure il mio vocabolario non è più ampliabile? La risposta giusta, anche in questo caso, sta nel mezzo. Con questo romanzo il ragazzo può imparare molte cose sui giornali e sull'attività editoriale e la vita di redazione. Impara inoltre a non fidarsi di un certo tipo di giornalismo, quello che piega la realtà ai propri scopi. A mio parere, però, credo che sia complicato compiere questo percorso da solo. Ritengo quindi L'eco della frottola integrabile in un percorso didattico che potrebbe comprendere, ad esempio, la stesura di un articolo, la simulazione di una vita di redazione tra notizie vere e notizie inventate. Oppure sarebbe interessante confrontare la stessa notizia riportata nei vari giornali e capire le differenti interpretazioni. Insomma, di spunti ce ne sono tanti e tutti espressi con un gradevole umorismo di fondo.

Ma poi gli hanno insegnato che il giornalismo è un'altra cosa. E' la scuola di Yesmen: i giornalisti non devono fare gli investigatori. Se la polizia o chicchessia dice una cosa, si deve assumere la responsabilità delle proprie affermazioni. Il giornalista deve riportare la dichiarazione, il nome di chi la sostiene. E basta. Così da qualche tempo l'Eco di Bau Bau au au au, gli altri giornali e le tv riportano tutto e il contrario di tutto, senza fare una scelta, senza orientamento. L'effetto sugli abitanti dell'isola è inevitabile: seguono tutto, non capiscono nulla. Ma soprattutto, da qualche anno considerano i giornalisti soltanto dei leccapiedi del potente di turno.


L'eco della frottola
di Fabrizio Gatti
http://rizzoli.rcslibri.corriere.it/libro/3819_l_eco_della_frottola_gatti.html

martedì 8 marzo 2011

Le bambine di Astrid Lindgren, tra le altre cose

Per l'otto marzo vi lascio due citazioni riguardanti le donne e le bambine nei libri per l'infanzia. Sull'argomento sono stati scritti anche saggi, evito quindi di dire cose già dette e in maniera peggiore. Al riguardo consiglio tra gli altri Le voci segrete. Itinerari di iniziazione al femminile nell'opera di Bianca Pitzorno di Mirca Cassella (ed. Mondadori).
Credo che queste due citazioni possano in qualche modo sintetizzare il miglioramento della figura femminile nei libri per l'infanzia. Ho maturato delle convinzioni un po' dure su certi classici: sono convinto che alcuni abbiamo fatto il loro tempo e non possano essere letti se non contestualizzati. I pattini d'argento è uno di questi; altri due libri che non darei da leggere a un ragazzo se non con un'opportuna preparazione contestuale sono Cuore di Edmondo De Amicis e La guerra dei bottoni di Louis Pergaud. Poi ce sono altri che farei leggere senza problemi, come ad esempio: Le avventure di Tom Sawyer, Il libro della giungla o Il corsaro nero. Lascerei ai ragazzi la gioia di scoprire la bellezza dell'avventura e l'universalità della buona scrittura. Inoltre di romanzi per ragazzi adesso se ne producono tanti e di ottimo livello, con grandi potenzialità educative e intrattenitive. E' inutile, a mio parere, rispolverare classici obsoleti.

Questa è l'idea che ha Mary Mapes Dodge delle donne. Il seguente brano è tratto dal suo libro più famoso, I pattini d'argento, pubblicato nel 1865, nella traduzione di Alessandra Lavagnino (Giunti Editore).
E' la mamma che parla alla piccola Gretel:


"E ricorda, quando sarai sposata (ma è ancora presto per pensare a questo) che opporsi non servirà a nulla. Gli uomini li si vince con l'obbedienza e con l'umiltà.  'La moglie remissiva è la padrona del marito' ..."




La seguente invece, è una citazione di Astrid Lindgren, l'autrice di Pippi Calzelunghe. Mi scuso se non cito la fonte: è una fotocopia che ho preso non so dove, forse da un'introduzione o da un saggio.


"Quando ripenso analiticamente alle bambine dei miei libri, vedo che quasi tutte sono riuscite indipendenti, coraggiose, piene di energia, effettivamente più dei maschi che pure ho rappresentato nei miei racconti. Un critico letterario ha osservato che questo dipendeva forse dai modelli che avevo davanti quando ero bambina. Io sono figlia di contadini e sono cresciuta in un ambiente dove le donne non erano piccole e deboli appendici degli uomini, ma erano pari a loro, pienamente, e forti ed energiche. Lo stesso studioso rileva che se nei miei libri c'è qualcuno che fa un po' pena, quello è certamente il maschio. Le mie bambine non fanno mai pena, se la cavano sempre, son forti e agili, si arrampicano sugli alberi, saltano da grandi altezze. Non ho potuto farci niente, io. Non sono io che decido come dovranno essere le mie bambine. Loro fanno come vogliono, e  io mi ci devo adattare."
Fortunatamente i tempi sono cambiati.

domenica 6 marzo 2011

L'antitrust sui prezzi degli Ebook

Il maggior problema degli Ebook in Italia, a mio parere, è il prezzo. Poi viene la questione tecnologica, perché è impensabile che un bene già poco acquistato come il libro possa avere limitazioni tecnologiche legate alle piattaforme e agli standard.
Il problema del prezzo a quanto pare riguarda tutta l'Europa. L'Antitrust si è quindi attivato per ispezionare gli uffici di alcune importanti aziende che si pensa possano aver violato le norme di libera concorrenza. Tra di essi ci sono Google's book, Amazon e Apple iBook. Quando il prezzo viene deciso da pochi, e questi creano un cartello, allora c'è poco da fare. In Italia è lo stesso, ma gli organi di controllo sembrano impotenti contro i cartelli legati all'editoria, ai servizi telefonici e alle assicurazioni, tra le altre cose.
Insomma, tutta questa pappina anti-neoliberista era per rilanciare un articolo di Punto Informatico e augurarvi una buona domenica.

http://punto-informatico.it/3100950/PI/News/ue-occhio-al-prezzo-degli-ebook.aspx

venerdì 4 marzo 2011

Iconoclastia e Il piccolo principe

Non è facile parlare male de Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry. Maddalena nel suo canale youtube lo fa con molto piglio iconoclasta.





E in risposta a questo...

giovedì 3 marzo 2011

L'autoproduzione a volte rende

A quanto pare a qualcuno conviene autoprodursi. Mi riferisco a Stephen Leather, scrittore anglosassone che dopo vari rifiuti delle case editrici, ha deciso di vendere in proprio i suoi manoscritti tramite Amazon.co.uk.
A quanto pare lo scrittore riesce a vendere ben 2.000 copie al giorno del suo ultimo romanzo The basement grazie proprio ad Amazon e al Kindle, scavalcando numerosi best sellers tra cui Stieg Larsson.

“In un certo senso sono stato fortunato perché Hodder aveva appena respinto i miei tre romanzi giudicandoli lontani dal mio genere e troppo brevi per diventare convenzionali paperback. E’ stato allora che ho pensato all’e-book”.



Bella favola, eh? Però a quanto pare Stephen Leather prima pubblicava normalmente con la Hodder, quindi aveva già un suo gruppo di lettori. I miei dubbi sull'autoproduzione infatti non riguardano il prezzo, e forse neanche l'editing: è la visibilità. Uno scrittore già affermato può autoprodursi con profitto, mentre uno sconosciuto rimarrà sempre sconosciuto, anche se vende i suoi romanzi a 0,99 Euro. Il rapporto prezzo/vendita non è scontato.
La differenza in questo caso deriva dalla visibilità dello scrittore non tanto dalla bellezza del manoscritto. Conviene quindi diventare famosi prima, e poi autoprodursi. Tanto vale allora partecipare al Grande Fratello, o tentare altre forme di marketing che non hanno niente a che fare con la pura scrittura. Poi dovremmo anche sperare che i critici la smettano di snobbare chi si autoproduce e si decidano a leggere quei romanzi, ogni tanto, perché qualcuno di quei romanzi è interessante e merita attenzione (i talent scout per fortuna leggono eccome i blog). Altri romanzi no, ma c'è sempre il diritto alla critica. Personalmente sono disposto a comprare Ebook per poi dire se mi sono o non mi sono piaciuti. Se compro un racconto e questo è illeggibile, non mi farei nessuno scrupolo nel dire che non vale la pena spendere un euro per averlo. Lo stesso discorso forse non vale per i manoscritti gratuiti. A caval donato non si guarda in bocca, o sbaglio? Così se scarico un romanzo o un racconto e lo leggo (i racconti li finisco, i romanzi no perché non ho un lettore di Ebook), è difficile poi andare da quell'autore e dire: guarda che hai scritto una porcheria assurda. Non vale neanche il megabyte del file che occupa sull'hard disk. Quindi piuttosto preferisco pagare, acquisendo allo stesso tempo il diritto di critica.

http://www.storiacontinua.com/autori/self-publishing-le-strategie-vincenti-di-stephen-leather/

martedì 1 marzo 2011

Creativity Kaos per i ragazzi

Creativity Kaos vuole nascere a Venezia. Vuole iniziare il suo percorso partendo dalla città che universalmente è sinonimo di arte e cultura. Una cultura che se brilla per le bellezze secolari rischia di rimanere un gioiello dentro uno scrigno lagunare senza vitalità. Se non si dà nuova linfa a calli e campielli Venezia è destinata a rimanere cartolina e non fucina di idee e di nuove risorse economiche.

Avanguardie artistiche e musicali, scrittori che parlano di meraviglie, giornalisti che si confrontano sui temi ambientali, sociali e civili, filosofi che spezzano i veli dell'oscuro pensiero omologante che ci circonda, danzatori e attori ricchi di passione per la vita, economisti che non si celano dietro a parole senza obiettivi, giovani e studenti che parlano, fanno, ascoltano, provano e propongono le loro aspirazioni, i sogni e le rabbie che infettano cultura e convivenza dando un colpo forte e deciso alla morte culturale che si sta appropriando del futuro. Tutto questo e tanto altro vuol essere il Creativity Kaos, un evento europeo che unisca le nuove generazioni e partorisca idee sane e possibili.

Venezia può essere la "Madre" di questo grande evento e diventare itinerante coinvolgendo altre città europee.

Il Creativity Kaos è un progetto di Moony Witcher, scrittrice e giornalista veneziana, al quale ha collaborato per la parte grafica e divulgativa la società GTP di Torino.

Se volete saperne di più venite il 6 marzo, alle ore 16, al teatro Junghans, alla Giudecca- Venezia.

VI ASPETTIAMO NUMEROSI

Profilo facebook di Creativity Kaos:
http://www.facebook.com/profile.php?id=100002062134470