sabato 31 dicembre 2011

Le filastrocche della Melevisione

E' stato presentato a Roma nella fiera Più libri più liberi il volume Filastrocche della Melevisione, editore Gallucci, firmato Bruno Tognolini con le illustrazioni di Giuliano Ferri. E' una raccolta di filastrocche recitate durante la famosa trasmissione per bambini, di cui Tognolini è autore.

Filastrocche della Melevisione
di Bruno Tognolini
Ed. Gallucci.
http://www.galluccieditore.com/index.php?c=scheda_bibliografica&id=343

Non ritengo la filastrocca una forma inferiore della poesia, è una poesia vera e propria, con i suoi canoni e il suo target. Quelle di Tognolini mi piacciono particolarmente per l'uso ricercato delle similitudini "Questa è l'amica che vedo davanti / Qui nel frutteto dei giorni diamanti" [Filastrocca Faccia di frutta] oppure "Rispetto il posto, non lo pesto, non lo sciupo / Sincero come un albero, leggero come un lupo" [Filastrocca del lupo leggero] e per le assonanze, tante e mai scontate, che rendono musicalità alla composizione.

Incorporo un video tratto dal canale youtube ufficiale di Più libri più liberi in cui l'autore recita una delle sue poesie. Mi permetto anche di trascriverla, così potete apprezzarla meglio.
(Ho successivamente corretto la trascrizione prendendola dal libro, tranne l'ottava strofa. Nella versione del libro questa recita: "E poi lasciati andare a ciò che sei", ma è più bello il termine scivolare perché da al cambiamento, all'entrata o al superamento della linea d'ombra dell'adolescenza, un senso dinamico, inevitabile ma non per questo necessariamente angosciante, coerente con la metafora  del ghiaccio che si scioglie diventando un fiume).

Filastrocca dei mutamenti

<< Aiuto sto cambiando! >>,disse il ghiaccio
<<Sto diventando acqua, come faccio?
acqua che fugge nel suo gocciolio
ci sono gocce, non ci son più io! >>
Ma il sole disse: << Calma i tuoi pensieri
il mondo cambia, sotto i raggi miei
Tu tieniti ben stretto a ciò che eri
poi lasciati scivolare in quel che sei >>.

Il ghiaccio diventò un fiume d'argento
non ebbe più paura di cambiare.
E un giorno disse: << Il sale che io sento,
mi dice che sto diventando mare".

E mare sia, perché ho capito adesso
non cambio in qualcos'altro, ma in me stesso. >>


lunedì 26 dicembre 2011

Primi consuntivi del 2011 e buoni propositi 2012

Sondaggio. Ultimamente leggo poco e niente perché:
1- Devo digerire i pesanti pasti natalizi e il sangue non affluisce bene al cervello
2- Ho terminato un libro e non so quale cominciare
3- La vita reale, fatta di lavoro, problemi, ecc. è sempre molto impegnativa e non ho tempo
4- Ho visto circa duecento film natalizi e non avevo tempo. Il Natale serve a questo, no?

Quest'anno credo di aver letto meno del solito e sopratutto non ho scritto una riga. Anzi, forse un piccolo raccontino la primavera scorsa che poi non ho neanche corretto come si deve.
Ho deciso qualche anno fa di smettere di fare la lista dei libri letti perché lo ritengo un approccio troppo quantitativo alla lettura. Preferisco quello qualitativo, con letture nuove, riletture (mi sono goduto Il Principe come non mai) e tanti audiolibri. Ecco, forse questa è stata la vera novità del 2011: la scoperta degli audiolibri. Adesso non ne posso fare a meno.
Forse nel 2012 mi digievolverò ulteriormente e comprerò un lettore E-book nonostante tutta la mia giustificata ritrosia verso i libri elettronici. Vedremo.

Buoni propositi per il 2012: tenere in piedi questo blog. Davvero, non ho più tempo per fare post approfonditi e soprattutto non trovo stimoli per perderci tempo. Forse devo migliorare le letture. E' vero anche che vorrei parlare solo di letteratura per l'infanzia, ma è difficile e qui sono solo, non c'è una redazione. Ci voglio provare perché in fin dei conti non sono tanti i blog che parlano di letteratura per l'infanzia. I pochi blog esistenti però, come Zazie News,  Biblioragazzi Letture e Topi Pittori, lo fanno con estrema professionalità (alcuni sono addetti ai lavori).

E poi tanto nel 2012 il mondo finisce perché l'hanno detto i Maya. Anche l'ape Maia lo dice. Ah, tra l'altro dovrebbe essere il centenario da quando Waldemar Bonsels scrisse la sua prima avventura. Tanto per rimanere in tema con il blog.

giovedì 22 dicembre 2011

Il vignaiolo e i figli (di Tolstòj)

Una volta a Natale si raccontavano fiabe e favole. In televisione andavano in onda i Looney Tunes e Asterix. C'era poco Disney perché di  lungometraggi se ne facevano uno l'anno e quei pochi se li tenevano stretti per venderli in cassetta.
C'erano animazioni semplici, fatte con le ombre. Gatti di plastilina vera, animati in stop-motion e non riprodotti al computer. C'era un albero di Natale e un presepio in cui c'era posto anche per He-Man e Iridella.

E questa è una fiaba che voglio lasciare a voi lettori dl blog.

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Tratto da Fiabe e racconti di Lev Tolstòj.
Ed. Paoline (1979)

Un vignaiolo voleva istruire i figli nel suo mestiere. Quando fu in punto di morte li chiamò a sé e disse:
- Ecco, figlioli, allorché sarò morto, cercate nella vigna ciò che vi ho nascosto.
I figli credettero che là vi fosse un tesoro e, quando il padre fu morto, cominciarono a scavare e zapparono tutto il terreno. Non trovarono il tesoro, ma avevano così ben rivoltato la terra che la vigna diede frutti molto più abbondanti. Ed essi diventarono ricchi.

domenica 18 dicembre 2011

Il problema della lista EAP del writer's dream

Saprete senz'altro cos'è il Writer's Dream: è un forum di appassionati di scrittura e lettura che nel corso di questi anni si è preso l'ingrato compito di stilare una precisa lista di editori a pagamento.
Cosa sono gli editori a pagamento? Sono quella sottospecie di stampatori che ti chiedono soldi per pubblicare un libro. In alcuni casi ti promettono servizi che poi nella realtà dei fatti non avvengono, come la pubblicizzazione del manoscritto e la distribuzione, due aspetti fondamentali  perché nel marketing vale sempre una regola semplice: se il prodotto non ha visibilità sul mercato, non esiste.
Recentemente il sito del WD ha deciso di cancellare la lista per le tante ed opprimenti minacce legali che stanno ricevendo e che gli amministratori non sono in grado di gestire, sia a livello economico sia a livello psicologico. Presumo che i motivi siano questi.
Perdere quella lista significa perdere un punto di riferimento importante per tutti noi che amiamo leggere libri, e tutti coloro che amano scriverli, bene o male, quello non ha importanza in fondo.
Ci ha pensato Loredana Lipperini a ripubblicarla sul suo blog. La stessa lista è stata pubblicata anche su altri blog tra cui Uomo in polvere.
E' importante condividerla, vero, ma la lista del Writer's Dream non è come un file in HD di un film che metti in sharing e te lo dimentichi. E' un file che va periodicamente aggiornato e rivalutato, che subisce un'obsolescenza dovuta a tanti fattori: case editrici che chiudono, case editrici a pagamento che illuminate sulla via di Damasco cambiano idea e decidono di diventare normali, case editrici "normali" che illuminate dai soldi decidono di diventare a pagamento, case editrici ormai sbugiardate che cambiano ragione sociale, ecc.. ecc..
Chi si prenderà la briga di aggiornare quella lista? Rischiamo di avere duecento liste differenti aggiornate in maniera differente. Purtroppo ritengo per un progetto simile ci voglia una persona o un gruppo di persone, anonime o meno, che si prendano la briga di coordinare questi aggiornamenti dando un numero progressivo o una data alla lista più aggiornata.
Altrimenti tutto questo sarà inutile e le case editrici a pagamento avranno vinto.

giovedì 15 dicembre 2011

Dickens a Natale

Forse ne ho già parlato, ma sono di quelli che associano alcuni autori in particolari periodi stagionali e dovendo scegliere cosa leggere non posso prescindere da queto. Mark Twain ad esempio è un autore estivo, forse perché vedo in Tom Sawyer e Le avventure di Huckleberry Finn una spiccata solarità. Sarà che me li immagino sempre a bivaccare sotto le stelle con un pesce gatto ad arrostire sul fuoco, o nella casa sull'albero, o su una zattera pronti a navigare sul Mississipi. Neanche Una banconota da un milione di dollari e Il principe e il povero , racconti indubbiamente invernali se non natalizi, riescono nell'impresa di farmi cambiare idea. Certo è che se dovessi rileggere uno di questi due racconti lo farei proprio adesso.
Nel mio immaginario personale Dickens è lo spirito stesso del Natale, altro che alberello o presepe. Un canto di Natale è una magnifica storia di redenzione e riscatto nei confronti di una società che ci vuole incattiviti e aggressivi. In fondo Ebenezer Scrooge è vittima di questo, perché (sarà che sono fondamentalmente ottimista), se non fosse per la crescente competitività che ci pone l'uno contro l'altro e non l'uno con l'altro, non esisterebbero vecchi taccagni che licenziano la vigilia di Natale e non esisterebbero banchieri al governo. Scrooge si riappropria della dignità che la società industriale stava pian piano togliendo all'uomo.
Dopo anni quindi ripesco una mia vecchia tradizione: leggere Dickens a Natale. Ho scelto un libro che non avevo mai letto: La piccola Dorrit. E' epifanico riscoprire la bella di scrittura di un autore che si è trascurato per molto tempo. Dickens è fenomenale, bravo, mai prolisso. Sempre giusto nel dosare umorismo e sentimento. Sono tra chi è riuscito a leggere tutto Il circolo Pickwick divertendosi, tra l'altro.
Al Natale associo sempre un anime che ritengo giusto per questo periodo. La piccola Nell è uno dei pochi che non ho mai visto da piccolo e non mi spiego perché. Forse qui a Roma è stato mandato in onda poco nonostante le tante reti che trasmettevano cartoni animati (Teleroma 56, TVR Voxon, Rete Capri...). Questo anime è tratto dal romanzo La bottega dell'antiquario, sempre di Dickens guarda un po'. Stranamente non è una di quelle serie che fa parte del World Masterpiece Theatre, infatti consta soltanto di 26 episodi.
La sigla è stata incisa soltanto di recente dai Cavalieri del Re ed è, che ve lo dico a fare, veramente bella.

(Sigla di chiusura)

domenica 11 dicembre 2011

Più libri, più liberi?

Dopo aver saltato la passata edizione di Più libri, più liberi quest'anno ho deciso di andarci, nonostante avessi molte altre e ben più importanti cose da fare.
Ci sono andato anche perché ammetto di aver ricevuto un biglietto gratuito. Ma a quanto pare entrano gratis in parecchi oltre agli addetti ai lavori, cioè: basta che dimostri di aver scritto un libro puoi entrare. Se il prossimo anno non riesco a scroccare niente mi sa che stamperò qualcosa da lulu.com, con tanto di ISBN strafigo in copertina.
E' sabato, è pomeriggio. Mi aspetto un'orda di gente assetata di libri e di cultura, ma quest'orda di gente non la vedo. Non ho una buona memoria e frequento poco le fiere se non quella di Lucca Comics, e lì fai veramente fatica a camminare per quanta gente c'è. Sembrano esserci, insomma, meno persone del solito. Meno gente disposta a comprare, soprattutto. Gli stand più frequentati sono quelli della Minimum Fax, Fanucci e alcuni dedicati alla letteratura per bambini come Gallucci. In quest'ultimo ho comprato l'unico libro che mi ha veramente convinto: Filastrocche della Melevisione di Bruno Tognolini di cui vi parlerò in un prossimo post.
Badate bene, io descrivo ciò che ho visto dalle 16:00 alle 19:30 di sabato, poi magari in altri giorni e in altri orari la situazione era completamente diversa.
Stranamente mi annoio. Quando so che non posso comprare molti libri non mi diverto. Le case editrici sono quasi sempre le stesse e le conferenze di quel giorno a me non interessano proprio. Giro gli stand, tra libri, magliette e tazze da tè. Ebbene sì, si vendono anche magliette e tazze da tè. Adesso potete andare a leggere i blog dei puristi delle fiere del fumetto che si lamentano della stessa cosa quando trovano banchetti peruviani con sottofondo di The sound of silence  tra un editore e un altro.
Il libro non tira e il mercato è in crisi. E' una profonda metastasi che si sta allargando alle fiere e al modo di vedere questi spazi culturali. Nel momento in cui in una fiera si accetta chi vende (oltre ai libri) magliette e tazze da tè lasciando fuori tante piccole case editrici che hanno bisogno di visibilità allora si fa una scelta rivolta verso il mercato e alla sopravvivenza della fiera stessa, non certo rivolta alla cultura, alla visibilità delle piccole case editrici o alla tanto amata bibliodivesità sintetizzata dal nome. Tra le piccole case editrici che hanno disertato c'è anche la Delos, una delle poche disposte a pubblicare fantascienza.
Altre piccole case editrici si lamentano perché ritengono questa fiera un circuito chiuso, in cui è quasi impossibile accedere, e sono quindi rimaste fuori. Altre come la Zero91, invece, rivendicano con fierezza di essere dei veri editori, di quelli all'antica, che non chiedono soldi agli autori e che sono disposti a investire il proprio capitale sociale in nome della cultura.
Questo editore ha esposto un grande cartello a proposito, lo potete vedere in foto, e a questo editore ho fatto i miei più sinceri auguri di poter andare avanti a lungo, integro e fiero, a differenza delle altre case editrici a pagamento presenti nella fiera (io ne ho contate tre, ma mi hanno detto che sono molte di più, basterebbe fare un controllo per scoprirlo con certezza).
Gli editori a pagamento non fanno cultura e a questo punto mi chiedo se anche questa fiera faccia cultura. E' cultura quella del gruppo Albatros, del Robin Edizioni e dei vari stand che ti riempiono di volantini con scritto: "Hai un libro nel cassetto?" o di quelli che propongono concorsi per racconti in cui bisogna pagare per partecipare? No, quello semmai è il mercato del pesce. E sono fiero di aver scroccato un biglietto di ingresso per il mercato del pesce. Due anni fa una piccola casa editrice vendeva i libri incartandoli nel giornale come facevano una volta i pescivendoli prima che questo fosse considerato antigienico. Ecco, non ricordo il nome della casa editrice, ma quella geniale strategia di marketing è una efficace sintesi di quello che è sembrata a me questa fiera.
Per il resto, l'unica vera conferenza me la sono creata da solo incontrando e parlando con un amico che purtroppo vedo poco. Fabio Bartoli, autore di Vado, Tokyo e torno e Mangascienza.

Ah, a quanto pare la fiera è in crisi e tra i tanti tagli effettuati nei mesi scorsi ci sono anche quelli alla cultura. Strano, di solito è un settore a cui tutti tengono.


mercoledì 7 dicembre 2011

La banda dei cinque

La banda dei cinque è una di quelle serie televisive che ha influenzato molto la mia infanzia, insieme a Worzel, uno spaventapasseri che cambiava la testa infilandola in un barile, e Con la fenice sul tappeto magico (The Phoenix and the carpet), tratto da un classico inglese di Edith Nesbit  inspiegabilmente mai tradotto in italiano. Un classico a cui devo, anche se indirettamente, il nome di questo blog. Se a influenzare il mio immaginario fosse stato Tolkien probabilmente avrei tentato anch'io di scrivere di elfi e nani, fortunatamente non è stato così.

The famous five, tradotto appunto come La banda dei cinque ma precedentemente anche come I cinque sbarazzini, è una serie di libri scritti da un'altra autrice inglese, Enid Blyton e da questi ovviamente sono state tratte delle serie televisive. La più famosa, e ancora molto moderna a differenza della vecchia versione di The phoenix and the carpet, è del 1978.


Recentemente è uscito per la Dynit un cofanetto contenente tutte le puntate delle serie. Ovviamente non ho aspettato per acquistarlo, e devo dire che ne è valsa la pena, sia per la cura del prodotto, sia per la qualità delle storie.
Il cofanetto contiene anche le videosigle originali italiane con la canzone di Elisabetta Viviani.

Ho avuto anche modo di leggere Il castello sulla scogliera (ed. Mursia). I romanzi della Blyton sono un perfetto esempio di come si possa scrivere romanzi di avventura per ragazzi senza necessariamente ricorrere alla magia. Niente urban fantasy quindi, né fantascienza distopica come sembra andare di moda in questo periodo (posso anche vantarmi di aver predetto il successo di questo genere subito dopo l'uscita di Bambini nel bosco di Beatrice Masini).
Avventura pura. I protagonisti sono quattro ragazzi: Julian, Anne, Dick e George che in realtà si chiama Georgina ma a quanto pare preferisce comportarsi e avere un nome da maschio, e ultimo ma non meno importante, un cane di nome Timmy. I famosi cinque si ritrovano, loro malgrado a volte, in storie di spionaggio, rapimenti, piene di colpi di scena e soprattutto di passaggi segreti. Se ancora oggi cerco passaggi segreti dappertutto è colpa loro.
Peccato che a quanto dicono i miei amici del Parnaso, Mursia non abbia in programma di ristampare questi classici. Ovviamente sarei il primo a comprarli. Nel frattempo quindi, se vi siete incuriositi, consiglio di spulciare nelle librerie dell'usato, bancarelle e ovviamente in biblioteca.


Questa che vedete alla vostra sinistra è niente di meno che Elisabetta Viviani con il sottoscritto (finalmente potete vedermi, direte voi).
La foto è stata scattata in quel di Lucca Comics And Games 2011, poco più di un mese fa, dove la bravissima cantante, accompagnati dalla cartoon cover band Shin Bishoonen, ha eseguito i suoi cavalli di battaglia: Heidi è sicuramente la sua canzone più famosa, quella che ha venduto di più, ma anche La banda dei cinque.
La Viviani ci ha ricordato tra l'altro che il cane Timmy è morto subito dopo il termine della serie.

Per le foto dei libri ringrazio Luca Ghelfi del gruppo facebook La banda dei cinque.

Cofanetto La banda dei cinque. Ed. Dynit


sabato 3 dicembre 2011

Una sicurezza da favola

E' giunto alla VII° edizione il concorso che ogni anno l'INAIL bandisce in occasione dell'8 marzo, festa della donna.
Per l'anno 2012 oggetto del concorso sarà il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso il linguaggio e la chiave di lettura della favola.
La favola, e quindi la fantasia, l'immaginario, per veicolare il messaggio della sicurezza nei  luoghi di lavoro perché essa diventi fin dall?infanzia una componente essenziale dello stile di vita di ogni persona.
Il concorso, come solito, è rivolto alle Donne Italiane o Straniere che abbiano compiuto 14 anni.
La favola può essere costituita da un testo o può essere una favola illustrata.
Verranno premiate 3 favole per ogni sezione e 2 favole selezionate con votazione via web.
Le favole dovranno pervenire entro il 6 febbraio 2012.
In palio ci sono 2.500 euro.

Bando completo
http://www.donneelavoro.it/bando.zip

Chi fosse interessato può consultare il sito www.donneelavoro.it

mercoledì 30 novembre 2011

Ascoltare Mark Twain

Google ci ricorda che oggi è il 176° anniversario della nascita di Mark Twain e ne approfitto per consigliarvi alcuni audiolibri dedicati alle sue storie.

Del primo avevo già parlato diffusamente mesi fa. Si tratta de Le avventure di Tom Sawyer. Questo, come ho già detto varie volte, è il romanzo che forse mi rappresenta di più. Rileggerlo in età adulta o quasi, mi ha permesso di scoprire uno stile di scrittura fitto di ironia e di satira.

Le avventure di Tom Sawyer

Il secondo è ovviamente Le avventure di Huckleberry Finn, il libro che a detta di Hemingway ha dato vita alla narrativa americana moderna. Da una parte può essere considerato il seguito di Tom Sawyer, da un'altra è un romanzo a sé stante, sia per lo stile di scrittura, sia per gli argomenti trattati. Twain dopo aver denunciato il provincialismo della cultura americana, il suo essere credulone, bigotto, fondamentalmente razzista, da agli americani un antidoto narrativo.

Le avventure di Huckleberry Finn 

Anche questo secondo audiolibro, come Tom Sawyer, è letto da Eleonora Calamita ed è edito da Il narratore audiolibri.

Il terzo audolibro è Il diario di Eva, edito dalla Full Color Sound SRL e recitato da una bravissima Angela Finocchiaro. Inutile sperticarsi in lodi per la bravura dell'attrice, mi soffermo invece sulla figura di Eva e sul fatto che, a mio parere, è raro che uno scrittore di sesso maschile riesca a descrivere così bene una donna (presa di posizione discutibile, lo so, ma la penso veramente così).
Ne Il diario di Eva Mark Twain racconta meravigliosamente il punto di vista di una donna che ha tutto da scoprire, la cui consapevolezza del resto delle cose non era scontata, ma naturale. Non posso dire atavica perché parlare di atavismo riguardo la prima donna stonerebbe, è piuttosto il possedere una profonda sensibilità e molta curiosità.

Il diario di Eva

In rete ho trovato anche Il principe e il povero, un classico che è diventato natalizio grazie alle molte trasposizioni cinematografiche, alcune delle quali rivisitate come Una poltrona per due.
Segnalo questo audiolibro senza averlo ascoltato, non posso garantire sulla qualità. Certo, per tre euro potete anche provarlo.

Il principe e il povero

Infine, nei canali poco ufficiali del P2P si trovano anche alcuni racconti sparsi, tra cui il celebre La banconota da un milione di sterline. Produzioni amatoriali di buona qualità, anche se ovviamente non comparabili con quelle de Il narratore audiolibri.

sabato 26 novembre 2011

Colazione da Tiffany

A volte serve un film per farti conoscere un libro, un film che magari l'autore stesso ha rinnegato con tutte le sue forze, come è successo con La storia infinita, o con il quale ha preso le distanze, come invece è stato con Colazione da Tiffany diretto da Blake Edwards e rinnegato dall'autore dell'omonimo romanzo: Truman Capote.
Il film devo averlo visto decine di volte, e non sempre con grande interesse. La sistematicità con cui lo vedevo  ne stava distruggendo la bellezza. E' come poter osservare la Primavera di Botticelli tutti i giorni. La prima volta rimani a bocca aperta, la seconda volta dici che è bello. Immagino che per i custodi degli Uffizi sia diventato un quadro come un altro. E' un po' come ripetere velocemente una parola: dopo un po' quella parola non ha più un senso compiuto, viene svuotata di ogni significato, perde ogni allusione e contraddizione semantica. Lo stesso vale per i film. I film che riteniamo belli non dovrebbero essere visti in continuazione, neanche una volta l'anno. Dovrebbero essere visti una volta ogni quattro anni, come le olimpiadi, sperando ogni volta di arrivare sani e salvi alla visione successiva.
Poter vedere al cinema Colazione da Tiffany era una di quelle esperienze che invidiavo alle generazioni che mi hanno preceduto. Grazie a questa prima visione sul grande schermo ho potuto ricostruire una verginità emozionale nei confronti di questo film.
Grazie alla Nexo Digital, che per un giorno ha redistribuito la pellicola, ho finalmente soddisfatto il desiderio di vedere sul grande schermo il viso ammiccante e malinconico della protagonista, la schiva Holly Golightly interpretata (ma devo veramente dirvelo?) da una Audrey Hepburn il cui talento è rimasto però costretto nelle maglie delle case produttrici che la volevano  immacolata come una Madonna; il suo atteggiarsi a donna vissuta, nonostante il taglio sostanzialmente satirico che il regista ha voluto dare al film, è stemperato dalla classe, dall'assoluta mancanza di volgarità propria della commedia sofisticata.
Per questo motivo la Holly di Audrey è diversa dal magnifico personaggio di Truman Capote. Audrey Hepburn nel caratterizzare Holly perde quell'ambiguità sessuale, mai scoperta fino in fondo, che ne caratterizzava anche una certa irrequietezza esistenziale. Audrey Hepburn non avrebbe mai potuto interpretare la parte di una bisessuale o di una lesbica senza venir meno alle aspettative del pubblico. Proprio in quello stesso anno la Hepburn gira anche Quelle due (The Children's hours) insieme a una grandissima Shirley MacLaine. La regia è di William Wyler. Anche in questo caso la Hepburn rinuncia ad interpretare perturbanti ambiguità sessuali e lascia questo compito a una ispirata Shirley MacLaine, la quale infatti surclassa l'affascinante Audrey in coraggio e bravura.
Leggendo Colazione da Tiffany infatti non ho mai pensato alla Hepburn, piuttosto a Marylin Monroe. Ho scoperto leggendo la recensione sul Mereghetti che il film è stato proprio pensato per lei. Insomma, è un'altra di quelle occasioni mancate di cui è pieno il cinema. Peccato, perché se quel pudore puritano si fosse dissolto in nome della grande capacità narrativa di Truman Capote, avremmo visto un film diverso, forse migliore. Avremmo perso un po' della classe di Audrey Hepburn per acquisire quella disperata ricerca della felicità che si rifletteva negli occhi di Norna Jeane e che nascondeva sotto la maschera di "Marylin", affiancata magari a un attore meno ingessato di George Peppard, forse un Marlon Brando ombroso e altrettanto ambiguo e irrisolto. Perché tra le altre cose ciò che voleva dirci Capote è che non c'è nulla di definito e definitivo, soprattutto riguardo la sessualità.
Non c'è un finale triste o lieto in questo romanzo. A differenza del film è un finale che rispecchia una continua ricerca di se stessi, aperto e agro. Un io eternamente in viaggio per il mondo che lascia dietro di sé pezzi di vita.

martedì 22 novembre 2011

Potterologia

Potterologia è una raccolta di saggi dedicati al mondo di Harry Potter, e grazie tante. Dieci assaggi di un universo complesso e particolareggiato, sviscerato in ogni parte: dai problemi di traduzione, alle varie tipologie di famiglie presenti nella saga; dallo studio delle strutture archetipiche fino alle allegorie alchemiche.
Tra i nomi ricordo quello di Marina Lenti, autrice del miglior saggio dedicato a Harry Potter in Italia: L'incantesimo Harry Potter (Delos Books), nonché curatrice italiana del Lexicon, e Ilaria Katerinov che per la stessa casa editrice di questa raccolta scrisse un saggio sulla traduzione di Harry Potter: Lucchetti babbani e medaglioni magici. Saggi che ovviamente non posso mancare a un vero fan della Row.
La raccolta è ben curata e scritta con dovizia di particolari. C'è da dire, cosa forse più importante, che il ricavato andrà in beneficenza alla Fondazione Theodora Onlus dedita all'intrattenimento dei bambini negli ospedali.
Oltre a questa nobile causa consiglio il libro perché ben edito e confezionato, un modo per non sentire troppa nostalgia di Harry Potter e il suo mondo, un mondo complesso che non merita di essere minimizzato a causa degli errori logici in alcune sue parti (eh, a nessuno di noi è scesa giù la questione delle Giratempo!). In attesa ovviamente che J.K. Rowling torni a scrivere, qualsiasi cosa!

Potterologia
AAVV
Camelozampa ed.

giovedì 17 novembre 2011

Fatta la legge...

...trovato l'inganno. Un aggiornamento veloce per rendervi conto che su BOL ho trovato molti dei libri che avevo in wish-list a metà prezzo. Nonostante alcuni siano del 2008, altri più vecchi, sono stati tutti classificati come remainders e hanno sconti che partono dal 50%, anche 60% in alcuni casi.
Fatta la legge trovato l'inganno? Può darsi, o forse è un caso; è anche vero che se rileggo i vari thread nei blog che parlano di editoria e letteratura, più di una persona aveva previsto questa tecnica del "remainder".
Motivi etici a parte, il sostegno alle piccole librerie lo darò in altro modo, ho effettuato il primo ordine dopo tre mesi. Un periodo di tempo molto lungo in cui ho drasticamente ridotto l'acquisto di libri. Ne ho presi tre in una festa di quartiere con bancarella annessa, era la festa di Rifondazione Comunista credo, non pensavo neanche che esistesse più, e due durante una presentazione. Neanche durante il Lucca Comics sono riuscito a portarmi a casa nulla nonostante vi siano delle bancarelle fornite di molti vecchi classici per l'infanzia che non ristampano da tempo (alcuni di Vamba, Fanciulli, tanto per fare due nomi.). Forse a causa dell'evento legato alla figura di Emilio Salgari, alcuni di quei volumi sono stati lasciati in magazzino per dar spazio alla tigre della magnesia. In una libreria antiquaria c'era una prima edizione de La rivincita di Yanez a 400 euro. C'è mancato poco...
Ah, molti altri libri li ho presi in biblioteca. Gratis.

martedì 15 novembre 2011

Scrivere libri per ragazzi

Scopro solo oggi l'esistenza di un manuale dedicato alla scrittura per ragazzi che entra direttamente nella mia wishlist di acquisto.
L'editore di questo libro è Dino Audino, di cui ho già parlato per quanto riguarda Lezioni di scrittura creativa e per Come scrivere un racconto, e che si è dimostrato un ottimo editore di manuali.
A parlarci di come scrivere per ragazzi è Manuela Salvi, copyeditor e scrittrice presente soprattutto nella fascia preadolescenziale della Mondadori Ragazzi.
Come si scrive Harry Potter o Twilight? Manuela Salvi ci svela i trucchi del mestiere di scrittore per una fascia di età complessa e (dice la descrizione sul sito della casa editrice) anche redditizia.

Non ho ancora letto il manuale quindi non posso parlarvene approfonditamente. La casa editrice a quanto mi risulta è seria e cura in maniera attenta il proprio catalogo di manuali.

A questo libro è associato un concorso letterario "Scrivere per ragazzi" che scade il 30 novembre 2011. La partecipazione è assolutamente gratuita ed è suddivisa al suo interno in varie fasce in base al target del vostro racconto: 8-10 anni, 11-14 anni, 15-17 anni. I migliori racconti verranno raccolti in un'antologia.

Il bando completo lo potete trovare al seguente indirizzo:
http://www.audinoeditore.it/libro.php?collana_id=M&collana_progr=140

Sito ufficiale di Manuela Salvi
http://www.manuelasalvi.com

Scrivere per ragazzi
di Manuela Salvi
Dino Audino editore

venerdì 11 novembre 2011

Meno soldi, meno liberi

Non è questa la sede per parlare di politica e del fatto che mentre i tagli alla cultura si materializzano, i tagli alle spese superflue come le auto blu, scorte inutili, elicotteri, ecc. invece no, e quei inutili privilegi sono sempre lì a portata del politico di turno. Parliamo della fiera della piccola editoria di Roma che a causa del taglio dei fondi da parte del comune di Roma, Provincia e Regione potrebbe chiudere.
Peccato, perché da anni invidio chi abita vicino a Torino e può godersi appieno la magnifica fiera del libro. Questa è quindi, per me, una sua speculare sorella, una sorella povera però, sia per quanto riguarda i contenuti sia per quanto riguarda i finanziamenti di Alemanno e tutti i suoi parenti nella giunta.
E' un peccato pensare che Roma stia diventando il nord di un sud sempre più isolato e compromesso da una logica di sottosviluppo, una mentalità complice di chi vuole una secessione antistorica, vuole che il nord sia indipendente. Non serve la politica per dividere il nord dal sud, sono sufficienti i soldi. E i soldi, noi terroni di Roma, non li abbiamo più. Ha vinto il nord, con le sue fiere del libro internazionali, con i suoi SMAU, con l'Esposizione universale, con Lucca Comics. A noi rimangono le briciole di una cultura che non è libera e non sarà più libera dalle logiche economiche.
Peccato.
Peccato anche che alla fiera della piccola editoria romana ci siano anche molte case editrici a pagamento, ed è per questo motivo che lo scorso anno non ci sono andato. Se vado in un posto voglio essere sicuro di ciò che vedo e compro. Vedere un bello stand con bei libri non è sufficiente: voglio sapere se quei libri sono stati pubblicati "normalmente"; intendo dire con: selezione, editing, pagamento. In mancanza di uno di questi tre fattori per me il libro può rimanere lì dov'è. Allora, dato che non ho intenzione di comprare uno smartphone per collegarmi ogni volta al Writer's Dream e controllare che quella non è una Casa Editrice A Pagamento, preferisco evitare. E mi sono anche stufato di comprare libri dai soliti Fanucci, N&C, Delos, Minumum Fax, ecc... di quelle case editrici ho centinaia di libri. Vorrei scoprire una casa editrice piccola, seria, che produce buona letteratura. A quelle condizioni non è possibile, con questa mentalità da aumma-aumma non si fa cultura.

La notizia

http://www.piulibripiuliberi.it/

mercoledì 9 novembre 2011

C'eravamo tanto indignati

Felice di scrivere la smentita, anche se con tre mesi di ritardo. La notizia che la Curcio fosse diventata una casa editrice a pagamento era rimbalzata in rete  velocità stratosferica, tant'è che anche le più autorevoli testate online l'avevano rilanciata evidentemente senza accertare bene le fonti.
Non era vero niente e questo fa capire tante cose. E' vero che le notizie andrebbero date con la conferma o meno dell'interessato, ma è pur vero che un blogger come me non iscritto all'albo dei giornalisti (e manco me frega), ha poche possibilità di essere preso in considerazione dall'ufficio stampa di una importante casa editrice. Infatti la smentita è avvenuta tramite Fantasy Magazine, il cui peso in rete non è indifferente.
La notizia uscì quindi su FM il 1 luglio 2011. La Curcio quindi smentisce di essere una casa editrice a pagamento. E mi pareva strano che lo fosse. Meglio così.

E ringrazio Giuseppe che mi ha inviato la notizia.
Dal sito di FM

PS: vale sempre la solita tiritera: se qualche casa editrice vi chiede soldi per pubblicare non fatelo. E' la casa editrice che deve pagare voi. Al limite potete contrattare una pubblicazione gratuita ma almeno devono fornirvi editing per il vostro manoscritto. Un compromesso accettabile di questi tempi. Tanto sempre a lavorare vi tocca andare, anche se pubblicate per la Mondadori.

sabato 5 novembre 2011

Kafka e la bambola viaggiatrice

Partiamo dalla fine, il giudizio che dovrebbe riassumere il senso del post. Ti è piaciuto il libro? Ni. Perché? Perché a mio parere l'autore, Jordi Sierra i Fabra indulge troppo in costrutti poetici che a mio parere non erano necessari. La storia della bambola di Kafka è nota ed è stata altresì raccontata da Paul Auster in Follie di Brooklyn di cui vi parlerò forse in un secondo tempo, o nell'intervallo.
E' una storia che è poetica di per sé e che quindi non necessita di un linguaggio dello stesso tipo. E' come mettere lo zucchero su una caramella; è ridondante anche se sofisticato e ricercato nei termini. Con questo non voglio dire che sia scritto male, non voglio neanche dire che non sia un libro adatto per bambini. Lo è senz'altro, quindi se ne avete uno a portata di mano fateglielo leggere.
Il libro è scorrevole come non mai e un adulto, che apprezzerà la storia allo stesso modo, lo potrà leggere in breve tempo.
Rimane suggestivo il fatto che queste lettere, ahimè, siano andate perse. Secondo la testimonianza della compagna di Kafka, Dora Dymand, l'autore praghese si è gettato anima e corpo nella loro stesura. Un piccolo grande capolavoro perso e che non conosceremo mai, come chissà quanti altri nel corso dei secoli. Un'intera biblioteca di Alessandria bruciata per negligenza o paura. Sappiamo che Kafka voleva che i suoi romanzi fossero distrutti dopo la sua morte, per fortuna non è stato così e se possiamo leggere Il castello o Il processo è proprio grazie a chi non ha voluto rispettare questa sua scelta.
La storia di questo libro è successa veramente ed è molto bella. Kafka si trova nel parco di Steglitz a Berlino. E' malato e non gli rimane molto da vivere.Vede una bambina piangere e le chiede cosa è successo. La bambina ha perso Brigida, la sua amata bambola. Intenerito dalle lacrime, Franz decide di assumere il ruolo di "postino della bambole". Infatti dice alla bambina che presto avrà notizie dalla sua bambola. Brigida sta bene, ma ha deciso di viaggiare per conoscere un po' di mondo. Kafka allora, ogni giorno, scriverà una lettera: da Parigi, Vienna, Londra, premurandosi di non trascurare i particolari come dei francobolli comprati apposta per far sembrare le lettere vere. Allo stesso tempo la bambina, nella sua ingenuità, non si chiede come fa la bambola a viaggiare così velocemente. Il resto lo scoprirete leggendo il libro.

Jordi Sierra i Fabra
Kafka e la bambola viaggiatrice
Salani Editore

martedì 1 novembre 2011

Mangascienza

Segnalo molto volentieri questo saggio di Fabio Bartoli pubblicato dalla Tunué.


Mangascienza è un libro che si propone di analizzare quarant'anni di animazione seriale giapponese di fantascienza e di portare alla luce le questioni principali del nostro tempo attraverso la rappresentazione dell'industria culturale nipponica.
Attraverso un excursus che va dal 1963 ai giorni nostri, con un occhio gettato al futuro, l'opera ricostruisce lo sviluppo sociale e tecnologico del Giappone analizzando più di cinquanta serie animate per la spiegazione del rapporto tra l'essere umano e la natura mediato dalla tecnologia.



Per leggere un'anteprima del libro:
http://www.tunue.com/catalogo-tunue/?libro=mangascienza.html

sabato 29 ottobre 2011

Appello dell'AIB, Associazione Italiana Biblioteche

L'Associazione Italiana Biblioteche, il Forum del Libro, l'Associazione Bianchi Bandinelli, Generazione TQ e i Presìdi del libro, con il sostegno di IFLA - International Federation of Library Associations and Institutions, ed EBLIDA - European Bureau of Library, Information and Documentation Associations, promuovono un appello a tutta la società italiana, per chiedere un'inversione di rotta che porti maggiore attenzione e maggiori risorse per le biblioteche italiane, prima che sia troppo tardi.
Le biblioteche sono un servizio essenziale per la vita culturale, sociale e civile del Paese e rappresentano un presidio di democrazia fondato sulla libertà di espressione e sul confronto delle idee.
Le biblioteche costituiscono un'infrastruttura della conoscenza che raccoglie, organizza e rende disponibili i prodotti della creatività e dell'ingegno, fornisce accesso a una pluralità di saperi e di informazioni, agevola l'attività dei ricercatori e degli studiosi, tutela la memoria culturale della nazione, offre a tutti i cittadini occasioni di crescita personale e culturale, favorisce l'acquisizione di competenze che possono essere spese nella vita sociale e lavorativa.
In Germania i frequentatori delle biblioteche superano gli spettatori delle partite del campionato di calcio; negli Stati Uniti l'investimento sulle biblioteche è parte integrante degli interventi governativi per contrastare la crisi economica; in Francia, Gran Bretagna e Spagna le biblioteche nazionali ottengono finanziamenti e dispongono di personale, attrezzature, risorse adeguate a un paese ad economia avanzata.
Mentre in queste nazioni le biblioteche sono considerate servizi indispensabili, da tutelare in quanto bene comune, da promuovere perché grazie ed esse è possibile costruire una coscienza civica fondata sulla centralità della cultura e dell'istruzione, in Italia, per colpa della crisi economica e di una politica culturale miope, le biblioteche sono allo stremo e hanno bisogno del supporto di tutti coloro che hanno a cuore le sorti della cultura.
Moltissime biblioteche (statali, di ente locale, universitarie, scolastiche, di istituti culturali) hanno subito pesanti tagli ai bilanci e al personale, blocchi all'aggiornamento delle raccolte e riduzioni all'orario di apertura, e ciò rende spesso impossibile l'esercizio delle funzioni più elementari, pregiudicando il diritto dei cittadini alla cultura, all'istruzione, alla conoscenza, alla condivisione dei valori su cui si è costruita la nostra storia.
Un paese senza biblioteche efficienti è un paese senza memoria e senza futuro. Per ogni biblioteca che chiude, si restringono gli spazi di democrazia e di libertà. Uno Stato che ha paura di discutere i problemi delle biblioteche e della cultura, riducendo la richiesta di dare vita a un dibattito pubblico sul loro ruolo e sulla loro crisi a un problema di ordine pubblico – come è avvenuto martedì 11 ottobre davanti alla Biblioteca nazionale centrale di Roma, dove cittadini che volevano difendere le biblioteche e valorizzarne la funzione hanno trovato i cancelli sbarrati e sono stati accolti da poliziotti in tenuta antisommossa – è uno Stato che tradisce l'interesse pubblico, che nega a chi ha a cuore le sorti delle biblioteche persino la possibilità di parlarne.

Roma, 22 ottobre 2011

mercoledì 26 ottobre 2011

Dell'importanza di un nome, di Beatrice Masini

Ci sono personaggi talmente ben caratterizzati che ti viene voglia di conoscerli a fondo, come se fossero reali. Ma non esistono biografie, non esiste una documentazione sulla loro infanzia, sul loro passato. Dobbiamo quindi accontentarci di ciò che ci viene detto dall'autore e immaginare ciò che invece non viene detto.
Da questi presupposti Il giornalino ha pubblicato, in agosto, quattro brevi storie dedicate a quattro famosi "cattivi" della letteratura per l'infanzia. Sono la signorina Rottermeir, lo sceriffo di Notthingam, James Moriarty e Crudelia De Mon.
Potremmo anche chiamarle fan fiction d'autore dati i nomi coinvolti: Beatrice Masini, Lodovica Cima, Guido Sgardoli e Giuseppe Ramello.
Beatrice Masini ha scritto della signorina Rottermeir, l'acida e compassata istitutrice della piccola Clara in Heidi. Il libro di Johanna Spyri ha avuto fortune alterne, e forse sarebbe uno di quei classici dimenticati se fosse stato riportato alla notorietà dall'anime incluso nel World Masterpiece Theatre. Questo fortunato cartone, la cui sigla vendette tanto e diede la notorietà a Elisabetta Viviani (che tra l'altro sarà ospite a Lucca Comics, pioggia permettendo), è stato diretto da Isao Takahata mentre Hayao Miyazaki ha realizzato i layout. Il cuore dello studio Ghibli, insomma.
Ci siamo chiesti un po' tutti cosa avesse portato la signorina Rottermeier ad essere così antipatica e severa. La Masini ha evitato la via facile dell'infanzia intristita dalla povertà e dai maltrattamenti e ci ha descritto una piccola Alanza (questo è il suo nome secondo la scrittrice) profondamente sola a causa di un padre che l'ha sempre ignorata e lasciata a se stessa. Probabilmente ignorarla è stato il suo modo di maltrattarla e odiarla. Sua moglie è morta dopo il parto e forse questo non gliel'ha mai perdonato.
La piccola Alanza quindi viene mandata in una specie di collegio femminile con una istitutrice che dir severa è poco. E qui rivediamo in questa persona adulta ciò che diventerà lei da grande. Infatti, in mancanza di altre figure di riferimento, Alanza diventerà come lei, dura e arcigna, portata ad un cinismo sottilmente cattivo. Alanza, una volta deceduta Madame Merle, erediterà il collegio e continuerà il suo lavoro. Il libriccino si ferma qui, non racconta di come la Rottermeier sia entrata in casa Sesaman.
Manca forse soltanto il motivo per cui  la Rottermeier, oltre ad essere severa e a volte ingiustificatamente cattiva, è anche molto apprensiva con Clara, tant'è che lei stessa potrebbe essere la causa della sua infermità. Sia nell'anime che nel libro non si specifica cosa Clara possa avere. Viene da pensare che la sua paralisi sia una questione psicosomatica e certamente un'istitutrice come la Rottermeier non ha giovato alla sua guarigione. Nel romanzo Clara riprende l'uso delle gambe grazie ad Heidi, poco a poco, complice anche Peter (nel romanzo non è così simpatico come nell'anime) che per gelosia fa cadere la carrozzina in un burrone.
Questi libricini possono essere richiesti come arretrati alì Il Giornalino.
Mi sta venendo voglia di fare lo stesso. Di personaggi interessanti e poco approfonditi ce ne sono tanti, non necessariamente cattivi, come lo stesso nonno di Heidi che nel romanzo lascia intendere che abbia fatto qualcosa di brutto nel suo passato, o anche Vitalis, il vecchio viandante dal glorioso passato di cantante d'opera a cui fu affidato Remì. Voi quale personaggio scegliereste? Non ditemi Darth Vader!

sabato 22 ottobre 2011

Salta la filiera e tutti gli affiliati filistei

Sta facendo discutere questa notizia pubblicata su vari giornali, tra cui il Corriere della Sera che linko per tutti.
http://www.corriere.it/economia/11_ottobre_17/amazon-editore_826e3bba-f8cf-11e0-a70e-53be2c0ab142.shtml

Riassumo per i pigri e per allungare un po' questo post: Amazon negli Stati Uniti ha messo in vendita 122 libri. In poche parole Amazon è diventato un editore; ciò significa che pubblicando e vendendo direttamente i propri libri, salta tutta la filiera composta da distributori e librai.
Le altre case editrici sono in allarme: infatti Amazon, non paga di questi 122 titoli, sta contattando numerosi autori offrendo loro la pubblicazione con notevoli vantaggi economici. Infatti, una volta alleggerita la filiera, c'è più margine di guadagno per entrambi i soggetti coinvolti: autore ed editore. Oltre al fatto che Amazon sarà in grado di fare prezzi al consumatore più competitivi di altri.
Non si sa ancora bene come avviene tutto ciò; immagino che sia una cosa molto differente da ciò che avviene con il POD (print on demand) dove qualunque autore può saltare i vari gradini del processo di pubblicazione del proprio manoscritto affidandosi ad uno stampatore come Lulu.com, tanto per dirne uno. Non sappiamo se Amazon si affidi ad editor, se nella sua attività editoriale sia contemplata la revisione dei testi e la correzione delle bozze. Immagino di sì.
A noi lettori cosa cambia? Immagino che questo comporterà un abbassamento dei prezzi dei libri. La legge Levi ha impedito ed impedisce (ma non sempre a quanto pare) sconti maggiori del 15%, i prezzi però, a differenza di ciò che affermavano i promotori di questa legge, non sono cambiati. L'ultimo libro di Christopher Paolini, Inheritance, tanto per fare un esempio a caso, costerà la bellezza di 23,50 euro.
Mi chiedo se valga la pena spendere così tanto per un nuovo libro quando ci sono centinaia di classici a pochi euro che meritano di essere letti più di Paolini.
Fatta la legge trovato l'inganno. Amazon, in qualità di editore, non tarderà ad arrivare in Italia e forse si accaparrerà molti nostri bestselleristi. Immaginiamo un Fabio Volo che lascia la Mondadori. La casa editrice perderà un bestsellerista che causa code in piazza Duomo dove va a firmare l'ultimo libro e chissà... forse deciderà di boicottarlo non distribuendo i suoi libri nelle librerie del suo gruppo.
Sono ipotesi probabili.
Sarà difficile per le multinazionali straniere scardinare i monopoli italiani. Forse ci vorrà tempo, forse ci riusciranno. A prescindere dal fatto che questo sia un bene o un male, mi auguro comunque un calo dei prezzi dei libri, sempre più costosi, sempre più oggetti di lusso e non di cultura. Il resto non mi interessa.

mercoledì 19 ottobre 2011

Anche Zanzotto va via...

Dopo la morte di Giovanni Giudici avevo detto che per me Zanzotto era l'ultimo poeta e che nessuno dopo di lui riuscirà più a farmi interessare alla poesia. Ecco, a novantanni se ne andato pure lui portandosi dietro la tradizione poetica italiana. Almeno per me, lettore comune.
Se poi uscirà fuori qualcuno che riesca a farmi ancora leggere qualche strofa, ben venga. E' un po' difficile, sarà che ho cambiato le mie abitudini di lettura e di approfondimento; sarà che la poesia, così come Zanzotto, l'ho conosciuta durante l'adolescenza, periodo di profonda ricerca interiore. E in questa ricerca il poeta per chi ama leggere ne è una voce. E la poesia è quell'urlo che ti richiama verso te stesso.
Ho letto qualcosa di poeti locali. Credo che siano anche bravi, ma nessuno di essi, al di là della proloco del proprio paese che finanzia le raccolte e qualche incontro in librerie indipendenti, ha e forse avrà mai la stessa visibilità di un Zanzotto o di una Alda Merini  Eppure la poesia è una, e almeno questa non dovrebbe essere distinta in mainstream e no. Zanzotto era tra i poeti laureati, riconosciuti, e forse meritava anche il sommo premio se non fosse che l'accademia norvegese riesce sempre a contraddistinguersi per la ricerca di autori sconosciuti ai più. Anche il nobel ha bisogno di  marketing.
E forse anche la poesia ha bisogno di un po' di marketing.

lunedì 17 ottobre 2011

ed eventuali

Sto leggendo poco in questo periodo, per questo motivo il blog non è molto aggiornato. Questa estate credo di aver letto parecchio, ma nessuno dei libri terminati mi ha dato spunto per un post, una riflessione o una qualsiasi altra scusa buona per aggiornare questo piccolo angolo di rete.
A dir la verità neanche adesso ho molto da dire. Sto finendo Anna dai capelli rossi, tra gli altri. Un bel libro con dei bei personaggi. La Montgomery sa come caratterizzarli ed è difficile quindi non affezionarsi ad Anna, Marilla e Mattew. Non capisco perché ci tenga a specificare che sono conservatori e fervidi credenti, la seconda cosa non mi stupisce visto il periodo, ma a parte questo non ho trovato difetti, non ancora. Leggerò le ultime 70 pagine oggi e lo riporrò  tra i classici dell'infanzia. Ah, ecco, devo smettere di leggere libri per l'infanzia perché ormai la libreria dedicata è piena. Sigh.
Il secondo libro in lettura è Se una notte d'inverno un viaggiatore. A Roma si dice che "me lo sto spizzando". Lo leggo con molta calma, rileggo intere pagine. Non ho fretta di finirlo, ho fretta semmai di capirne e carpirne lo stile, rubare gli attrezzi del mestiere. Calvino stupisce ogni volta per la sua bravura. Non è scontato pensarlo. Mi stupisce anche come questo autore possa aver influenzato anche i grandi romanzieri americani che non di rado lo citano come uno tra gli autori preferiti. Il succo della postmodernità è stato spremuto anche qui in Italia, paese che, a guardarlo adesso, sembra non avere più stimoli culturali, sembra non poter offrire niente al mondo.
Con Calvino l'Italia era al centro di un dibattito che ha coinvolto molti grandi scrittori, e questo lo si deve alla casa editrice Einaudi.
Leggendo questo libro, che era tra i classici che mi vergognavo di non aver letto, ritrovo quindi tutto il mondo di Paul Auster. La metanarrativa, la casualità labirintica del nostro destino, c'è molto di ciò che il grande scrittore di Brooklyn ha scritto.
Con Calvino l'Italia ha dato molto al mondo. Adesso cosa ancora può offrire? Vogliamo dare la colpa alla crisi se non ci sono talenti? O vogliamo dare la colpa a chi non è in grado di scoprirli?

lunedì 10 ottobre 2011

Asengard e manoscritti

Un blog dedicato a una fenice non potevo ignorare una casa editrice morta e poi risorta dalle proprie ceneri. Parlo proprio della Asengard Edizioni, una piccola realtà editoriale dedicata alla letteratura fantasy.
Dopo queste vicissitudini, per fortuna finite bene a quanto pare, la Asengard apre di nuovo agli scrittori inediti. Dal 10 ottobre infatti sarà possibile spedire la propria proposta editoriale nei modi indicati nell'apposita pagina.
Ovvero, sono richieste:
- Sinossi
- Dieci pagine di manoscritto
- Note biografiche

Soprattutto sarà possibile spedire tutto ciò via email.
La risposta, dicono, arriverà entro due mesi.
Se fossero tutti cosi precisi credo che l'editoria sarebbe un posto migliore, tipo il paradiso, con tanto di tazzine di caffè, noi lettori vivremmo meglio e voi scrittori inediti di elfi e nani avreste meno gastrite.
A mio parere questa dovrebbe essere una normale prassi. Dimostra una seria apertura verso le novità e soprattutto fa capire cosa l'editor vuole leggere. La sinossi è necessaria per farsi un'idea di ciò che hai scritto. Se mandi un romanzo rosa alla Asengard non credo che l'editor passerà alla fase successiva. Se hai scritto qualcosa di pertinente con la loro line editoriale (per questo leggete i loro libri o perlomeno date un'occhiata al catalogo) allora l'editor, o chi per lui, passerà alla seconda fase: la lettura delle dieci pagine. Se queste sono scritte decentemente allora è probabile che vi chiederanno il manoscritto completo. Ma  a quel punto l'esordiente ha già suscitato interesse e si può dire che il 90% del lavoro è fatto.
Dopodiché ci sarà la pubblicazione.
In bocca al lupo alla Asengard e a chi vorrà spedire loro un manoscritto.
Per ulteriori informazioni:
http://www.asengard.it/invio_manoscritti.php

giovedì 6 ottobre 2011

Nobel per la letteratura 2011

Lo scrittore in una fotografia recente
Con grande sorpresa il poeta svedese Thomas Transformer ha vinto l'edizione di quest'anno del premio nobel per la letteratura battendo di misura letterati del calibro di Sandro Bondi e Fabio Volo.
Recentemente il comitato del premio nobel è tornato alla cronaca a causa del boicottaggio da parte dei cinesi. Dopo il nobel per la pace assegnato a un loro conterraneo la Cina infatti ha deciso di non importare più il salmone svedese.
<< La Svezia non vuole perdere l'annuale fornitura di spaghetti, pizze e mandolini, per questo non mi ha premiato >>, ha ammesso l'ex ministro Bondi, autocandidatosi a ben tre nobel (letteratura, pace e moltiplicazioni a due cifre).
<< Nessuno sa dove sia la Svezia. Neanch'io. Però un paio di svedesi credo di essermele fatte >> continua Fabio Volo, anch'egli in lizza per il prestigioso premio che, a suo avviso, sarebbe stato consegnato durante la notte dei telegatti.
La Svezia da oggi in poi premierà soltanto autori della propria terra, almeno fino a quando non terminerà la crisi economica.
La Svezia, vi ricordo, è un paese abbastanza lontano, abitato da circa nove milioni di abitanti. Di forma oblunga. Il loro essere neutrale in realtà nasconde in realtà un profonda depressione congenita di ognuno dei suoi nove milioni di abitanti.
La Svezia ha dato i natali ai vichinghi, popolo notoriamente incline alla poesia.
Secondo alcuni la Svezia in realtà non esiste, un po' come il Molise, ma nel secondo caso è vero.

martedì 4 ottobre 2011

Sergio Bonelli

Per Sergio Bonelli ci vorrebbe un post-tributo con i fiocchi, ma credo di non esserne in grado. Non sono stato un suo amico, né un collega, né un dipendente. Forse sono tra i pochi che non vuole fare il fumettaro, già scrivo racconti inutili e filastrocche che non pubblicherà mai nessuno, mi è più che sufficiente.
Lo conosco da più di vent'anni grazie ai fumetti che ha pubblicato e che pubblica. Due o tre volte gli ho stretto la mano con timidezza. Come si fa a rimanere lucidi di fronte a una figura del genere, un uomo che ha cambiato la storia del fumetto italiano? Lo si rimane perché il tuo sorriso timido viene ricambiato con la stessa gentilezza, con l'espressione stupita di chi, anche dopo tanti anni di lavoro e successi, si chiede il perché di tutto questo e ogni volta cerca la risposta nei tuoi occhi, nel modo con cui i muscoli della tua mano si contraggono avvolti dalla sua.
I suoi fumetti sono più di ogni altra cosa, moda o altro, la più importante espressione della narrativa di genere italiana, perché per quanto ci si possa sforzare difficilmente uno scrittore arriverà ad avere il grado di libertà che hanno avuto Tiziano Sclavi con l'horror o Medda/Serra/Vigna con la fantascienza, tanto per fare due esempi. Neanche questo "boom" del fantasy italiano, forse già passato, ha prodotto così tanta originalità quanto quei fumetti.
Che la narrativa di genere fatichi qui in Italia si sa da anni. Fatichiamo e faticheremo per toglierci i pregiudizi nati da un modo di pensare e da una filosofia che ormai è acqua passata.
Lo dobbiamo proprio Sergio Bonelli se il fumetto e il genere in Italia hanno avuto una nascita e una rinascita.
Grazie di tutto, ovunque tu sia.

lunedì 26 settembre 2011

In lettura...

Come avrete senz'altro capito non ho molto tempo per curare questo blog. Spero di riuscire a trovare gli stimoli adatti per fare recensioni e parlare di libri perché l'alternativa ad una scarsa periodicità dei post è soltanto la chiusura. Di questo mi dispiacerebbe molto perché, in fondo, alcuni di questi post sono di buona qualità. Alcuni, pochi, non tutti.
Sto leggendo poco, sempre per mancanza di tempo. Tra i libri in lettura c'è Anna dai capelli rossi (Anne of Green Gables) (edizione Rizzoli) di Lucy Maud Montgomery. Forse ne parlerò una volta finito, posso anticipare che è davvero divertente e che, anche in questo caso, l'anime omonimo è molto fedele. Consigliatissimo per i vostri bambini sia l'anime che il romanzo.
Non è facile trovare gli altri libri della saga di Anna. Ci ha pensato però una piccola e sconosciuta (per me) casa editrice a riempire questo vuoto. La casa editrice si chiama Il gatto e la luna e la pubblicazione di questi libri, e altri per l'infanzia, avviene in formato elettronico. Una scelta coraggiosa senz'altro, finalizzata anche alla diminuzione delle spese e dei rischi d'impresa, ma che mette a disposizione un buon catalogo di classici.
In questo link potete leggere un'intervista alla traduttrice.

Un secondo libro che ho appena iniziato è di Nathaniel Hawthorne  e il titolo è Il fauno di marmo (ed. Bur). Qualcuno ricorda con molta probabilità lo sceneggiato televisivo del 1977 con Orso Maria Guerrini. Proprio quello. Lo sceneggiato era di una lentezza assurda, rivederlo mi ha un po' lasciato perplesso. Il libro di Hawthorne promette, nelle sue 450 pagine, più approfondimento e contesto. Vedremo.

Infine in ascolto sul mio vecchio 6630 della Nokia c'è L'isola del tesoro, audiolibro prodotto da Il narratore audiolibri. Il romanzo è letto da Luigi Marangoni ed è incredibile come questo attore riesca a fare tutte quelle voci. Audiolibro consigliatissimo sia per la storia, che ho letto non so quante volte, sia per l'indubbia qualità delle produzione di questa casa editrice. L'isola del tesoro è IL libro d'avventura. Se non l'avete letto non ditelo in giro.

mercoledì 21 settembre 2011

Roma si libra

Per chi abita nella capitale, evento consigliatissimo.
http://www.romasilibra.it/


"ROMA SI LIBRA" nelle piazze del centro storico
Dopo il successo delle due precedenti edizioni testimoniato dalla adesione di oltre 100 case editrici che hanno presentato più di 12.000 titoli, dalla partecipazione ai circa 200 eventi (dibattiti, incontri con gli autori, ecc.), di oltre 150.000 presenze, anche quest'anno Federlazio, dal 21 al 25 settembre p.v., promuove "Roma si Libra", arrivata alla terza edizione, festa dedicata agli editori romani che quest'anno si articolerà in due momenti che si svilupperanno in parallelo: 

• Nello spazio di Piazza Navona, verranno allestiti gli stand per gli editori e si andranno a realizzare gli incontri con autori, editori e personalità del mondo della cultura; 

• In alcune piazze del Centro Storico verranno aperte delle librerie tematiche (isole): a Piazza Capranica l'isola del sogno (bambini), a Piazza Farnese l'isola del pensiero (saggistica e manualistica), a Piazza Mignanellil'isola della fantasia (narrativa). 


E qui trovate il programma degli eventi:
http://www.romasilibra.it/pdf/programma_eventi.pdf

venerdì 16 settembre 2011

I love saving

Ho avuto la malaugurata idea di iniziare a leggere I love shopping dopo l'approvazione della manovra finanziaria. Non voglio buttarla in politica, ma leggere un libro con protagonista una maniaca compulsiva, una shopalcholic che al di là della conoscenza di marche e modelli non sembra avere nessun particolare talento, leggere un libro del genere, dico, dopo l'aumento dell'IVA, dopo le ore passate a calcolare quanto spenderò di più nei prossimi mesi a causa degli aumenti, la conseguente presa di coscienza che i miei risparmi si stanno svalutando di giorno in giorno e che forse sono fortunato se non sono diventati ancora carta straccia, ecco, forse non è stata una buona idea.
Infatti ho avuto subito una pessima reazione. Lo so, non sono una donna e non rientro nel target dei lettori della Kinsella, però quel senso di irritazione che sto provando leggendo questa specie di diario di una maniaca compulsiva di nome Rebecca Bloomwood è qualcosa che raramente ho provato. Forse soltanto leggendo Oriana Fallaci (citata varie volte nel suo profilo facebook da Anders Behring Breivik, l'autore della strage di Oslo) ho avuto reazioni simili.
Ritenere la Kinsella una discepola di Jane Austen è un oltraggio e non rende onore alla solida tradizione linguistica inglese. Il libro è scritto in maniera fin troppo discorsiva e superficiale, non ci sono guizzi linguistici, potrei anche parlare di mancanza di letterarietà, ma poi mi chiedereste cos'è e io non saprei rispondere.
Oltretutto, mi chiedo, ma come fa a piacere alle donne? Non sono un sostenitore delle femministe, non quel genere di femminismo eccessivo di cui si vantano in molte e che crea invece reazioni maschiliste degne dell'età della pietra, ma sono un solido sostenitore dei diritti delle donne, dell'uguaglianza dei sessi, e sono convinto che se il mondo fosse governato dalle donne non sarebbe forse migliore, ma farebbe sicuramente meno schifo Certo, sarebbe meglio che la razza umana si estinguesse e la Terra fosse governata dai gatti, ma questo è un altro discorso.
Donne al potere quindi, e spazio a chi ne sostiene l'uguaglianza.
E la Kinsella? Relegherei la Kinsella in un'isola sperduta nel Mare del Nord, lei è la sua oca di nome Becky ("Un momento. Non sarà per caso un modo elegante per dire che sono un'oca, vero? O una bugiarda? Forse vuol farmi capire che i miei articoli non sono accurati". I love shopping. Pag149. Mondadori Best Sellers), senza una sterlina, senza Harrods e senza uno straccio di corriere che ti possa portare gli acquisti fatti su Amazon, anche se in realtà questo tipo di compulsione credo che sia molto legata al rito del "entro nel negozio, rompo le scatole alla commessa di turno, esco con buste di cose inutili in mano".
I love shopping manca di quel poco di realismo che lo avrebbe reso migliore. Voglio vederle sul serio quelle banche che scrivono lettere del genere invece di pignorarti i beni dopo un nanosecondo di ritardo dal pagamento di una rata di un mutuo o di un qualsiasi altro debito. Quindi non è un libro che consiglierei di leggere a nessuno di noi italiani, a nessuna donna che ha un briciolo di dignità e di cultura (non come la protagonista, chiaramente una sottoacculturata che svolge un lavoro che non le compete: giornalista economica), a chiunque debba fare accurati conti per arrivare a fine mese e segue con gastrite compulsiva le decisioni riguardo l'economia del nostro governo (sia chiaro, destra e sinistra sono tutti uguali, rossi e neri). Non lo consiglierei di leggere al mio peggior nemico, a nessuno. Non di questi tempi perlomeno, non quando i media continuano a dirci di spendere, di far girare i soldi e allo stesso tempo il governo attua provvedimenti che svalutano stipendi e risparmi invece di tagliare lì dove la burocrazia è eccessiva (i loro stipendi, le auto blu, la scorta di otto o dieci bodyguard, gli elicotteri per andare allo stadio...).
Non terminerò questo libro ma voglio dare una seconda possibilità alla Chick Lit. Infatti inizierò presto il Diario di Bridget Jones. Ovviamente preso in prestito in biblioteca. Sapete... di questi tempi è meglio risparmiare.

Sorrido baldanzosa alla signora Brandon, sentendomi una che conta. Sono una famosa giornalista economica che conversa amichevolmente con un famoso imprenditore in un famoso ristorante di Londra. Non è il massimo?


venerdì 9 settembre 2011

Legge sugli sconti...ancora

Se ne parla molto in questi giorni, e io faccio lo stesso. La legge che regola gli sconti è finalmente attiva. Cosa cambia? Le case editrici e tutti i venditori (online e offline) non potranno effettuare sconti maggiori del 15%. Soltanto un mese l'anno, e non a dicembre, potranno esserci sconti maggiori.
I primi a parlare di questo provvedimento sono i tipi dei Mulini a Vento, un gruppo di piccole case editrici che si sono attivate per migliorare la legge e renderla più giusta. Nel seguente articolo Gaspare Bona spiega al lettore i motivi per cui non deve arrabbiarsi.
http://leggesulprezzodellibro.wordpress.com/2011/09/01/lettera-al-lettore-comprensibilmente-arrabbiato/
Gaspare Bona auspica un abbassamento del prezzo del libro. Sappiamo che ci sono casi in cui i prezzi vengono pompati prima di essere fortemente scontati. Quindi, secondo lui, noi consumatori e forti lettori non verremo penalizzati da questa legge perché il prezzo dei libri diminuirà.

Però...

Della legge parla anche BooksBlog.
http://www.booksblog.it/post/7953/sulla-legge-anti-amazon-una-legge-contro-i-lettori-o-a-favore-del-libro
Il blog tratta la legge in maniera obiettiva e pone l'accento su un problema reale, forse il vero motivo per cui le piccole case editrici e le piccole librerie hanno difficoltà: l'accentramento in mano a poche entità economiche di intere parti della filiera libraria. E' impossibile scardinare un sistema simile in un'economia liberale poco portata alla libera concorrenza come quella italiana.

...però, proprio riguardo questo aspetto, è interessante notare che il sito BOL (proprietà del gruppo Mondadori) ha reagito alla legge ponendo subito forti sconti sugli Oscar Mondadori e sugli Einaudi Stile Libero. Lo sconto è del 15% sugli Einaudi e ben del 25% sugli Oscar Mondadori.
Questo purtroppo mi porta a una considerazione che spero venga smentita con i fatti nei prossimi mesi: il prezzo dei libri non diminuirà e i piccoli librai non avranno reali vantaggi da questa legge perché, anche se lo sconto fosse soltanto del 10%, al consumatore converrà sempre ordinare online ciò che in un negozio comprerebbe a prezzo pieno, se trova immediatamente il libro, o che dovrebbe ordinare dato che difficilmente si trova tutto in una libreria. A meno che non compri il best seller di turno questa è la prassi.
Un lettore forte come me non compra quasi mai il best seller di turno. Le volte in cui ho cercato qualcosa di più particolare (tipo gli sconosciutissimi scrittori della Minimum Fax che fa parte del gruppo dei Mulini a Vento), sia che la libreria fosse indipendente sia che fosse una Mondadori ho dovuto sempre fare un ordine e aspettare lo stesso numero di giorni che impiegherebbe un qualsiasi corriere a portarmi il libro a casa.
Il prezzo non diminuirà e i piccoli librai se la prenderanno in saccoccia a meno che non cambieranno il loro core business (più remainders e, purtroppo, anche cartoleria). A me dispiace constatare che alla fine anche i librai appassionati siano costretti a vendere i pupazzetti di Hello Kitty, ma il mercato è questo ed è da quando è nato il commercio che ci si deve adattare. Non è il mercato ad adattarsi ai commercianti, è il contrario.

Della nuova legge parla anche Libriblog:
http://libriblog.com/non-solo-libri/fatta-la-legge-sul-libro-trovato-linganno/

Secondo questo blog alcuni siti di vendita stanno già attivando modalità alternative agli sconti. In rete si pensa inoltre che ad Amazon sarà sufficiente attivare un sito all'estero per vendere libri italiani con forti sconti ed eludere la legge. In pratica: ciò che potevamo comprare su Amazon.it scontato lo compreremo su Amazon.com. Vedremo cosa succederà. Io ho una buona scorta di libri: due scaffali pieni che saranno sufficienti per almeno un anno, quasi tutti comprati nei mercatini. Alcuni addirittura nuovi.


lunedì 5 settembre 2011

Piantatela!

Torno a parlare di letteratura per l'infanzia anche se lo faccio in maniera poco approfondita: si sa, d'estate le facoltà mentali calano (così ho letto in un recente articolo), e da come stanno andando le cose riguardo la manovra finanziaria potrei dire che non è una teoria tanto azzardata come sembra.
Ma veniamo alla segnalazione di questo romanzo. Piantatela! Chi l'ha detto che i bullismo esiste solo tra maschi? è un bel libro della scrittrice inglese Jacqueline Wilson. Il tema è chiaro: il bullismo, non tra ometti come è chiaro dal sottotitolo, ma tra ragazzine. La protagonista che si chiama Maddy White (e il tema del colore attraverserà tutti i capitoli) viene maltrattata e sbeffeggiata dalle sue amiche (si fa per dire). Se si è una contro tutte non è facile reagire e capire cosa fare, soprattutto perché i genitori di Maddy sono troppo apprensivi e "anziani": hanno faticato a concepirla e non sono in grado di fornirle la fiducia necessaria per poter affrontare situazioni simili. Infatti saranno nuove amicizie ad aiutare la giovane Maddy.
E' un romanzo che consiglio di leggere (ai ragazzi e ai genitori) perché l'adolescenza, benché  possa essere un periodo particolare e pieno di scoperte, alcune volte anche poetico, nella maggior parte dei casi è un covo di crudeltà e efferatezze che farebbero impallidire un qualunque presidente di un circolo neonazista.

"Dio... Essere ragazzi: che crudeltà... "
(Tiziano Sclavi dall'albo n.74 di Dylan Dog: "Il lungo addio")
Piantatela! Chi l'ha detto che il bullismo esiste solo tra maschi?
di Jacqueline Wilson
Ed. Salani

giovedì 1 settembre 2011

Te li tirano dietro...

Finalmente è arrivato il primo settembre. Da oggi nessuna casa editrice e nessun sito potrà fare sconti maggiori del 15%.
Era ora!
Perché dico questo? Perché in questi giorni sono stato letteralmente sommerso da email con proposte di ogni tipo: sconti fino all'80%, 3x2, 4x3, Pi greco fratto due, spese di spedizione gratuite, anzi ti paghiamo noi. Ti portiamo i libri fra 15 minuti. No, dieci! Ti offriamo un caffè e un materasso con tanto di modella che lo accarezzerà per tutto il giorno. Una bicicletta con cambio shimano. Un set di coltelli Shogun. Verrà lo scrittore a casa tua e ti leggerà qualche brano del libro. Ti regaliamo il Colosseo e il Foro Italico. Buoni acquisto di 100 euro per spese di 20...
e così via...

lunedì 29 agosto 2011

e buongiorno...

Se ne sono accorti pure su Repubblica che esiste un vasto business spenna-esordienti. L'articolo e il titolo "Premiopoli", fa capire sin da subito quale sia la posizione del giornale nei confronti dell'editoria a pagamento che si nasconde dietro l'istituzione di concorsi (sempre a pagamento) che promettono di pubblicare i vostri romanzi, racconti o addirittura poesie inedite.
L'articolo però è poco approfondito, ed è questo.
Si cita anche il premio Calvino che poi, in realtà, è a pagamento. Credo che partecipare a questo premio costi ben 60 euro (100 se supera le 300 cartelle!). La differenza tra il Calvino e gli altri è che questo premio ha dato i natali letterari a scrittori tutt'ora famosi come Paola Mastrocola. Tenuto conto che vogliono il manoscritto in varie copie ecco che la spesa aumenta. Troppo.
Nonostante questo, il premio Calvino può rientrare tra i premi "prestigiosi", di quelli che se vinci con molta probabilità qualcuno di importante leggerà il tuo romanzo.
Ma pagare per partecipare a un concorso non può essere la discriminante. E' una scelta classista. Di questi tempi poi, spendere 100 euro quando lo stipendio medio di un giovane è di 800/900 euro, lo trovo concettualmente sbagliato. Se la discriminante sono i soldi e non la bravura, molti bravi scrittori sommersi rimarranno sconosciuti.
Credo che almeno per il Calvino richiedere il manoscritto in triplice copia (ad esempio), quindi con una spese di stampa e di invio che si aggira intorno ai 30 euro, possa essere sufficiente. I soldi per pagare i giurati (come la Murgia quest'anno) vanno reperiti tramite sponsor.
Ci sono molti altri concorsi a pagamento. L'articolo di Repubblica ne indica circa 1800.
E' inutile tentare di capire quale tra questi sia un buon concorso e quale no. Le regole sono poche e semplici. Mi rivolgo a VOI esordienti che sperate di vincere un concorso per avere visibilità e qualcosa da scrivere sul vostro curriculum letterario.
- Non pagate per partecipare a un concorso. Nel 99% dei casi è una forma nascosta di editoria a pagamento. Se 500 persone partecipano ad un concorso letterario la cui partecipazione costa 20 euro, ecco che la casa editrice ne incassa 10.000. Pubblicare il vincitore potrebbe costare (metto una cifra indicativa) 5.000 euro. Quindi, come potete vedere, la casa editrice non ci rimette, anzi, ha pubblicato un libro a vostre spese e ha anche guadagnato.
- Se proprio dovete partecipare a un concorso a pagamento informatevi su:
 1- Chi è in giuria. Anche se non è detto che un nome prestigioso in giuria sia sinonimo di qualità.
 2- Se qualcuno che ha vinto il premio prima di voi ha avuto una carriera letteraria proprio grazie a questa vincita. Se il premio non dà visibilità è inutile.
 3- La casa editrice non deve essere a pagamento! Le case editrici a pagamento non contano niente, pubblicare con loro non dà nessun attestato di bravura, anzi, in molti casi sono un boomerang per il povero esordiente che tenta di farsi strada.

Privilegiate i concorsi gratuiti perché:
- Hanno più credibilità. Quando sono "seri" hanno sponsor che pagano le spese.
- Vi fanno risparmiare e con quei soldi ci andate in pizzeria con gli amici.
- Sono più difficili da vincere, essendo gratuiti hanno un numero maggiore di partecipanti. Questo significa che se vincete un concorso del genere allora siete bravi e forse qualcuno vi noterà.
- Possono essere aggiunti al vostro curriculum letterario.



venerdì 26 agosto 2011

Salgari in Ebook

Per il 21 agosto, ovvero il 149° anniversario della nascita del grande scrittore veronese, il portale Ebook Vanilla specializzato in Ebook come si può capire dal nome, ha deciso di mettere online trentasei tra i migliori romanzi di Emilio Salgari.
I libri, in versione digitale, sono gratuiti mentre gli stessi possono essere ordinati in versione cartacea a prezzo di stampa.
In realtà stavo aspettando la pubblicazione per dare questa notizia, ma non ho trovato nulla: esistono soltanto ebook a poco prezzo di altre case editrici. C'è anche un filmato per pubblicizzare questa iniziativa. In ogni modo i fan della tigre della magnesia in ogni modo possono tenere d'occhio questo portale.
http://www.ebookvanilla.it/index.html

A Lucca Comics invece si festeggerà il centenario della morte. Come ancora non si sa. Probabile che, essendo una manifestazione dedicata ai fumetti, daranno ampio spazio all'illustrazione.

lunedì 22 agosto 2011

Libri Che Da Tanto Tempo Hai In Programma Di Leggere

Tra le tante cose inutili di facebook, da qualche tempo hanno aggiunto la possibilità di fare sondaggi. Dovendo scegliere quale libro iniziare ho rotto le scatole agli "amici", ma più contatti che amici, e questo è stato il risultato:

Quale libro inizio?

Se una notte d'inverno un viaggiatore (Italo Calvino): 10 voti
Terra (Stefano Benni): 3 voti
Mattatoio n.5 (Kurt Vonnegut): 1 voto
Libertà (Jonathan Franzen): 1 voto
Altre inquisizioni (Luis Borges): 0 voti

E come potete capire dal titolo ho già iniziato Calvino.

martedì 16 agosto 2011

La rivincita. Gathering Blue

La rivincita. Gathering blue è il secondo libro della serie distopica di Lois Lowry iniziata con The giver. Il donatore.
Non ripeto tutti i ragionamenti che ho già  fatto per il primo libro e che valgono per ogni opera distopica. Voglio invece rapportarlo con il primo volume.
Innanzitutto questo libro ha una storia e dei personaggi differenti: mentre nel primo il protagonista è Jonas, nel secondo è una bambina di nome Kira. Kira ha un handicap che non le permette di camminare bene, zoppica, però ha il dono del ricamo: grazie agli insegnamenti di sua madre e una particolare empatia con il tessuto, Kira dimostrerà un enorme talento e verrà segnalata al Consiglio dei Guardiani che le permetteranno di vivere una vita tranquilla e di coltivare questa facoltà che (possibile spoiler) a volte sembra avere un origine soprannaturale. Soprattutto le permettono di vivere perché in questo villaggio gli handicap non sono tollerati.
La storia ruota intorno a pochi personaggi e forse a causa di questo può sembrare vuota in alcuni punti e sicuramente meno avvincente del primo volume. Lo stile è decisamente peggiore, forse troppo semplificato. Non so se dipenda dalla traduzione o dalla scrittrice ma è chiaro, per me, che c'è stata un involuzione che non rende merito alle tematiche affrontate.
Come ogni realtà distopica l'apparente patina di normalità nasconde delle verità cruente che mi sembra anche inutile elencare o descrivere. In questo villaggio avere un filo blu per poter cucire la tonaca del cantore è quasi un sogno, un traguardo da raggiungere, il simbolo di una libertà che nessuno sa di aver perduto.

Spoiler alert!
Come il protagonista di The Giver anche in questo romanzo c'è un "risveglio". Kira prende coscienza delle leggi "nascoste" che regolano questo villaggio. Capisce che non esistono animali selvaggi nel bosco, che suo padre non è morto per quel motivo, che sua madre è stata sacrificata a causa del suo talento. A differenza di Jonas non fuggirà e deciderà di combattere il sistema dal suo interno, nel ventre della balena.
Le storie di The giver e Gathering blue, probabilmente si uniranno nel terzo volume che ha come titolo originale Messenger e che uscirà per la Giunti Y questo autunno.

martedì 9 agosto 2011

Abitudini al consumo e nuova legge sugli sconti

Sto cercando di farmi un'idea di questa nuova legge che regola gli sconti e, a detta loro, favorirebbe la bibliodiversità aiutando piccole librerie e piccole case editrici.
Gli articoli in rete sono numerosi tra cui questo dal titolo non equivocabile di: "Perché la legge sul libro non va contro i lettori".

http://leggesulprezzodellibro.wordpress.com/2011/07/25/perche-la-legge-sul-libro-non-va-contro-i-lettori/#more-1422

I mulini a vento, come potete leggere, è un'associazione di piccole case editrici che ha promosso questa legge aiutando anche i legislatori a modificarla in meglio, non come volevano, ma è già qualcosa.

Poi c'è un altro articolo interessante di Baionette Librarie:
http://www.steamfantasy.it/blog/2011/07/31/legge-anti-amazon-felicita-nella-aie-e-dimissioni/?utm_source=feedburner&amp;utm_medium=feed&amp;utm_campaign=Feed%3A+BaionetteLibrarie+%28Baionette+Librarie%29

che pone l'accento sulla qualità delle opere pubblicate e sulla questione degli Ebook. A mio parere in Italia ci vorranno ancora varie generazione perché l'ebook possa affermarsi realmente, ma è un'opinione personale.

Ce ne sono altri. Di questi articoli sono interessanti sia gli articoli sia i commenti proveniente da librai e lettori. E' difficile farsi un'idea di ciò che è meglio o peggio, posso farmi un'idea in base alla mia esperienza di lettore.
Non ho cambiato idea: per me questa legge permette ai pesci piccoli di mangiare pesci ancora più piccoli, mentre gli squali nuotano indisturbati in cima alla catena alimentare e libraria.

Cosa cambierà per me? Vediamo.

- Acquisti online. Come potete leggere dai miei post non mi nascondo e lo dico chiaramente: ho comprato e (forse) continuerò a comprare nei negozi online come Bol.it, IBS e Amazon. L'ho fatto perché i libri costano troppo, ma non solo quelli delle grandi case editrici, anche quelle delle piccole. Allora ho sempre puntualmente approfittato delle offerte come il 3x2 di Bol. In queste offerte non c'erano soltanto libri della Mondadori e della Feltrinelli (tanto per citare due grandi case editrici a caso), ma anche libri di piccole case editrici. Ne ho comprati molti, soprattutto per bambini o libri che avevo soltanto voglia di leggere per curiosità e che forse a prezzo pieno non avrei mai comprato. Grazie a questi sconti ho conosciuto nuovi autori e tante belle storie.Adesso dovrò diminuire la mole di acquisti e forse non asseconderò molto il mio intuito: se c'è un libro che "potrebbe" piacermi lo lascerò lì dov'è e darò la priorità agli autori che già conosco. La bibliodiversità rimane, perché posso scegliere, ma il potere di acquisto diminuito mi impedirà di sperimentare.

- Acquisti offline: grandi catene. Compro, non sempre, in una delle grandi librerie della zona e anche il quel caso approfitto sempre degli sconti. A differenza degli store online gli sconti erano limitati a singole case editrici, la maggior parte delle quali grandi: Mondadori, Feltrinelli, Giunti, ecc. Una limitazione di questi sconti mi porterà a diminuire gli acquisti nelle grandi catene, ma è chiaro che anche se lo sconto fosse soltanto del 5% mi converrebbe approfittarne. A questo punto, come forse volevano realmente le piccole case editrici e i librai, sarebbe stato meglio proibire qualsiasi tipo di sconto, anche minimo. In questo modo il best seller venduto in una grande catena avrebbe lo stesso prezzo in una piccola libreria. Però... è proprio questo il ruolo della piccola libreria? Vendere libri mainstream? Per come vedo io le piccole librerie no. Allora a che serve impedire gli sconti?

- Acquisti offline: piccole librerie. Sono le mie preferite perché queste librerie sono sempre colme di libri che non ti aspettavi di trovare. Quando vado in una piccola libreria cerco innanzitutto vecchie edizioni vendute con forti sconti, dal 10% di alcune fino al deprezzamento totale: mi è capitato di trovare magnifici libri a un euro. Quando vado in una piccola libreria non mi aspetto di trovare Faletti o Volo, o almeno non solo quelli, mi aspetto che venga realmente dato un significato al termine bibliodiversità, il che significa trovare case editrici piccole e sconosciute, case editrici estinte, libri usati, libri vecchi a metà prezzo e mi aspetto soprattutto che se chiedo qualcosa al libraio questo mi risponda con cognizione, non come mi è capitato in una grande distribuzione dove il commesso (immagino precario) non sapeva chi avesse scritto Le avventure di Huckleberry Finn.
Continuerò a frequentare le piccole librerie per questo motivo: per trovare cose che non troverei altrove. Se questa legge sugli sconti permetterà alle piccole realtà commerciali di riempire gli scaffali di narrativa mainstream, allora forse mi disabituerò a cercarle, frequentarle, viverle. Semplicemente perché non ne varrebbe più la pena. Questo mi fa porre la questione: perché i piccoli librai sono tutti arrabbiati con Bol, IBS, Mondadori, Giunti, ecc.? Perché in altri campi le piccole realtà commerciali e imprenditoriali riescono a trovare una propria nicchia diversificando le offerte e i servizi mentre i librai chiudono?

- Biblioteche: le biblioteche comprano i libri da distributori autorizzati con forti sconti, fino al 30%. Questa legge, se non l'ho interpretata male, ridurrà il loro potere d'acquisto e saranno costretti a fare economia. Le biblioteche offrono servizi e tra questi c'è il reperimento di libri. Tra questi libri, i primi ad essere acquistati proprio perché molto richiesti, sono i bestseller. Quindi state certi che se esce un libro di Fabio Volo o Umberto Eco, questo viene subito comprato (anche in più copie) dalle biblioteche proprio perché sanno che verranno richiesti. Anzi, in molti casi c'è una fila lunghissima di prenotazioni e per avere un libro è necessario aspettare mesi.
Un minore potere di acquisto per le biblioteche, tralascio la questione dei fondi comunali sempre minori, comporta che queste potranno decidere di acquistare prevalentemente bestseller a scapito della saggistica e di altro materiale. La biblioteca deve innanzitutto soddisfare i suoi iscritti comprando i libri più richiesti poi può decidere quali altri comprare, in base alle competenze e all'intuito dei singoli bibliotecari. Quindi un maggior potere di acquisto per le biblioteche significa maggiore bibliodiversità.