venerdì 24 settembre 2010

Vittime e carnefici, predatori e boyscout

Leggo con interesse il post di Roberto Recchioni sull'editoria e sui fumetti. Rrobe (è il nick con cui è conosciuto sul web) è uno sceneggiatore di fumetti. Ha inventato il personaggio di John Doe insieme a Lorenzo Bartoli e scrive per Dylan Dog.
Il Rrobe parla predatori e boyscout, dove predatori sono gli editori poco disposti a pagare (e ovviamente anche quelli che si fanno addirittura pagare, ma non sembra ancora il caso degli editori di fumetti) e dove i boyscout sono gli esordienti disposti a firmare contratti poco remunerativi.
Di chi è la colpa di questo sistema? Degli esordienti disposti a quasi tutti, degli editori, delle scuole di fumetto (nel nostro caso di scrittura), dei lettori, dei distributori.
La risposta non è semplice, mi è chiaro invece il significato di fregatura (pratica che mi è stata sottoposta un paio di volte) e mi è chiaro che, almeno nel campo della letteratura, pagare per pubblicare è un enorme fregatura. No, questo me lo sono risparmiato: sono troppo tirchio per pagare una pubblicazione.
Fregatura invece non può essere pubblicare gratuitamente. Tempo fa dissi che ero dell'idea che un autore deve essere ricompensato, anche se in minima parte. Sono ancora di questa idea, ma sulla questione dei compensi (certamente una piccola casa editrice non può anticiparti 3.000 euro sulle royalties) bisogna essere un po' flessibili. Insomma: potrei accettarlo da una piccola/micro casa editrice, non da una grande. Chi ha i soldi paghi.
Di chi è la colpa di questo strano rapporto tra editori e autori? E' colpa delle scuole di scrittura? No, neanche. Quelle rispondono a un mercato molto preciso: ci sentiamo tutti scrittori quindi abbiamo la voglia di imparare le tecniche. Che poi molti di questi corsi non insegnano nulla di concreto è un altro discorso. Che non facciano curriculum è un discorso secondario. Che si impara maggiormente leggendo 1.000 euro di libri invece di spenderne altrettanti per un corso di scrittura è una mia personalissima opinione.
E' colpa dei lettori. No, questo non lo credo. Quella dei lettori è la mia categoria, ma non la difendo a priori. Se i teen (o tween) vogliono i vampiri dategli i vampiri. Quei soldi serviranno a finanziare anche opere meno commerciali.
E' colpa dei distributori. Non lo so perché non ho bene chiaro cosa facciano. So soltanto che scelgono i libri da distribuire in base al mercato. Quindi in questo caso ciò che fanno i distributori dipende dai lettori.
E le nicchie continuano a comprare online.
Dire no a tutto questo non è facile e forse neanche giusto.

2 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Come dice il post di Recchioni, il problema coinvolge tutti: autori, lettori, editori... Nel caso della letteratura si potrebbe fare qualche distinguo diverso perchè oggettivamente diversa rispetto ai fumetti (quanto meno perchè chi crede di sapere scrivere è sicuramente in numero maggiore rispetto a chi crede di saper disegnare fumetti).
Comunque una cosa è certa: alla base di tutto c'è lo scarso interesse per la lettura, che riguarda solo il 30-40% degli italiani, e nella maggior parte dei casi è molto di fascia (tweens, quindi molto basata sui trend del momento, o generi specifici come il giallo e il romanzo rosa). E di questi, in genere si parla di lettori da 5-6 libri all'anno (o poco più, ma niente di speciale, e parlo anche a titolo personale).
Insomma, il mercato editoriale in Italia è scarso, punto. Di chi sia la colpa non lo so, io ho provato a tirare in ballo il "gusto italico" nel mio post di oggi.

Mirco ha detto...

Sto covando l'idea che chi scrive tanto, specialmente i ragazzi, leggano anche. Poi bisogna vedere cosa.