sabato 19 giugno 2010

Su José Saramago

Riguardo José Saramago devo dire che mi dispiace di non aver ancora terminato tutta la sua opera, ma se avete letto qualcosa capirete che per farlo ci vuole impegno.

Di belle recensioni ne troverete molte su web. Voglio approfittare di questo post dedicato alla memoria del grande scrittore portoghese per ribadire le ultime questioni editoriali avvenute in Italia. Il libro Il quaderno, composto da una serie di articoli tratti dal suo blog, è stato rifiutato dall'Einaudi a causa dei contenuti esplicitamente anti-berlusconiani che esprimeva. Ho trovato in rete qualche brano che riporto qui:

Il sentimento degli italiani per il Cavaliere, continua Saramago nel brano incriminato, «è indifferente a qualsiasi considerazione di ordine morale». E ancora: «Nella terra della mafia e della camorra che importanza può avere il fatto provato che il primo ministro sia un delinquente?». E via così, compreso il paragone finale - rivela ancora il settimanale (NDR: L'Espresso) - tra Berlusconi e «un capo mafioso». 

Il Gruppo Mondadori ha difeso la propria indipendenza intellettuale (cosa avvenuta anche in occasione delle critiche rivolte da Silvio Berlusconi a Roberto Saviano recentemente passato in Mondadori appunto) affermando che quel diario conteneva accuse troppo esplicite e pesanti. Altri hanno invece gridato alla censura mediatica, l'ennesima.

La Feltrinelli ha deciso di non pubblicare "gli scarti della Einaudi" così questo diario è stato pubblicato da una piccolissima casa editrice: la Bollati Borlinghieri.
Dopo questa vicenda Saramago ha revocato all'Einaudi la possibilità di ristampare i suoi romanzi così adesso tutti i suoi libri sono in catalogo presso la Feltrinelli. Compreso Caino, il suo ultimo, ultimissimo romanzo di cui incollo di seguito la sinossi:

Da IBS:
A vent'anni dal "Vangelo secondo Gesù Cristo", José Saramago torna a occuparsi di religione. Se in passato il premio Nobel portoghese ci aveva dato la sua versione del Nuovo Testamento, ora si cimenta con l'Antico. E sceglie il personaggio più negativo, la personificazione biblica del male, colui che uccide suo fratello: Caino. Capovolgendo la prospettiva tradizionale, Saramago ne fa un essere umano né migliore né peggiore degli altri. Il dio che viene fuori dalla narrazione è un dio malvagio, ingiusto e invidioso, che non sa veramente quello che vuole e soprattutto non ama gli uomini. È un dio che rifiuta, apparentemente solo per capriccio e indifferenza l'offerta di Caino, provocando così l'assassinio di Abele. Il destino di Caino è quello di un picaro che viaggia a cavallo di una mula attraverso lo spazio e il tempo, in una landa desolata agli albori dell'umanità. Ora da protagonista, ora da semplice spettatore, questo avventuriero un po' mascalzone attraversa tutti gli episodi più significativi della narrazione biblica: la cacciata dall'Eden, le avventure con l'insaziabile Lilith, il sacrificio di Isacco, la costruzione della Torre di Babele, la distruzione di Sodoma, l'episodio del vitello d'oro, le prove inflitte a Giobbe, e infine la vicenda dell'arca di Noè. Riscrittura ironica e personale della Bibbia, invenzione letteraria di uno scrittore nel pieno della maturità, compone un'allegoria che mette in scena l'assurdo di un dio che appare più crudele del peggiore degli uomini.

Caino
Di José Saramago
Feltrinelli editore
15 euro

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