giovedì 29 aprile 2010

Una nuova scrittrice


A quelli che adesso si stanno chiedendo chi è Deboroh consiglio di visitare il blog di Nerdlandia. Appena l'ho visitato mi sono chiesto: perché non faccio la stessa cosa con i libri? Così è stato.
Questa striscia verrebbe chiamata crossover dai nerd. E da me quindi.

martedì 27 aprile 2010

Sto leggendo Percy Jackson e...

Quello di Percy (o Perseus) Jackson è il libro per ragazzi del momento, tant'è che se la batte con l'onnipresente Il piccolo principe nella classifica di vendite dei libri per ragazzi del Corriere.it. Lo sto leggendo avidamente. E' scorrevole, fluido, scritto bene. L'idea di scrivere il libro utilizzando la prima persona è interessante anche se ovviamente questo lo limita per quanto riguarda il linguaggio (stiamo parlando di un dodicenne che racconta le proprie avventure) e il punto di vista narrativo. A volte le spiegazioni sono un po' forzate, soprattutto se sono riferimenti alla mitologia greca, e ci sono un po' troppi ammiccamenti ai prodotti di consumo e alla cultura pop americana: Hilari Duff, Ipod e un latineggiante Braccas meas vescimini che Percy rivolge a una Furia e che poi sarebbe la traduzione di "eat my shorts" di Bart Simpson riportato nella versione italiana come "ciucciati il calzino". Qui la traduttrice avrebbe potuto osare una traduzione più ardita e rendere "ciucciati il calzino" in latino. Non chiedetemi però come si dice.
Tutto sommato se qualcuno mi chiedesse se vale la pena leggerlo gli risponderei di sì.

Però non so prescindere da ciò che già conosco. Quindi non so cosa pensare delle tante affinità che ho trovato tra Percy Jackson e Harry Potter. Posso capire che alcune di esse sono dei tòpoi fantasy e basta avere un'infarinatura  sull'argomento per rendersene conto, non serve neanche leggere quel tomo strutturalista che è Morfologia della fiaba di Propp.

Quindi se questo "eletto" viene aiutato da un amico, in questo caso è un satiro, si può parlare di "aiutante", così come era un aiutante Ron Wesley (è il nostro re, ogni due ne prende tre).
Ovviamente poi c'è l'allontanamento. Harry si allontana dal mondo babbano e scopre la magnificenza di Hogwarts. Percy scopre di essere il figlio di un dio (Poseidone) e di una comune mortale e si allontana per recarsi nel "Campo Mezzosangue" (Half-blood in originale, proprio come era il caro vecchio Piton. Gli half-blood sono figli di un dio e di un comune mortale. Chiamarlo semplicemente semidio non bastava?) dove tutti questi figli ibridi, mezzi dèi, mezzi umani e pure mezzi reietti (nella vita reale sono dislessici, iperattivi e hanno forti problemi di socializzazione) si ritrovano. Qui, come Harry Potter, Percy scopre che il mondo non è così noioso come vuole il comune buon senso. Esistono infatti gli dei, Zeus, Era, Apollo, Pollon (sembra talco ma non è...scherzo ovviamente), Dioniso, Ares ecc., e praticamente scopre che tutta la mitologia che studiava a scuola non era soltanto fantasia, si era semplicemente nascosta e trasferita nella culla della civiltà d'occidente: New York.
Altri rapidi esempi:

Danneggiamento
L'antagonista reca danno all'eroe. La vittima sacrificale in questo caso è la madre di Percy rapita da Ade. In Harry Potter è inutile dire che il danneggiamento riguarda l'omicidio dei genitori, evento a cui ovviamente seguirà la voglia di vendetta di Harry nei confronti di Voldemort.

Fornitura
In questo caso Percy riceve dei doni magici particolari tra cui un berretto che rende invisibili (sigh) e una penna che diventa una spada (questa è interessante: ferisce più la penna o la spada? In questo caso sono la stessa cosa). La prima cosa che fu data ad Harry Potter è stata la bacchetta di agrifoglio con il cuore formato da una piuma della fenice.
Partenza.
La partenza riguarda un viaggio on the road di Percy, Grover e Annabeth verso la costa ovest degli Stati Uniti dove i tre dovranno recuperare la folgore di Zeus e scongiurare una guerra tra Zeus, Poseidone e Ade. Una vera partenza in Harry Potter la si può trovare forse nel settimo libro Harry Potter e i doni della morte dove il trio fugge da Hogwarts e va appunto alla ricerca (quest) dei doni della morte e degli Horcrux.
Reazione. L'eroe supera la prova.
Il nostro eroe se l'è vista brutta varie volte affrontando, tra gli altri, (spoiler) il Minotauro, le parche e Medusa.
Per non parlare poi delle "imprese" che i semidei affrontano e che è un'ottima traduzione dall'inglese di "quest". Il fantasy e la quest vanno a braccetto, ovviamente. In Harry Potter ci sono tante di quelle prove che mi sembra inutile elencarle.

Potrei continuare elencando molti dei trentuno punti dello schema di Propp però vi lascio un laconico...
Eccetera. Eccetera.

Per scrivere una vera recensione dovrei far finta di essere totalmente a digiuno del mondo di Harry Potter, anche se mi rendo conto che è impossibile far finta che non esista. Come ho già detto molte volte Harry Potter ha segnato l'immaginario collettivo dei nostri giorni quindi se ti viene in mente di usare una scopa volante stai sicuro che tutti penseranno ad Harry. Se parli di una fenice ti verranno a dire che la fenice è stata inventata da J.K. Rowling (sob). Se c'è un'amica sapientona ti viene in mente Hermione Granger e l'amico fedele è ovviamente Ron Wesley, al limite Sam de Il signore degli anelli.
Ciò che mi ha lasciato perplesso però sono due o tre analogie che l'autore ha voluto infilare con non poca furbizia. Il viaggio dell'eroe infatti si compie in tre come in Harry Potter: due ragazzi e una ragazza. E questa è la prima forte rassomiglianza non necessaria.
Inoltre ad un certo punto Percy incontra Mr D (Dioniso) e questo gli dice:

"Bene, bene" esordì Mr D senza alzare lo sguardo. "La nostra piccola celebrità". 

che ricorda tanto la famosa frase di Piton in Harry Potter e la pietra filosofale:

"Ah, vedo" disse con voce melliflua, "Harry Potter, la nostra nuova... celebrità".

Sono ingenuamente portato a pensare che questo sia un omaggio, non una specie di plagio: sarebbe troppo evidente. Tutto sommato la leggibilità del libro mi induce a consigliarlo e in qualche modo "sperimentarlo" facendolo leggere ai ragazzi, secondo me va bene dai 10 anni anche se viene indicato dai 12 in su, per vedere se poi questi vanno a consultare un'enciclopedia sulla mitologia greca per approfondire. E non sarebbe male se fosse così.

E il film?
Il film è ovviamente una riduzione del libro e ha tolto alla narrazione di Rick Riordan ciò che c'era di buono. Un esempio? Nel libro inizialmente  non si sa chi sia il dio padre di Percy quindi c'è molta attesa, mentre nel film si capisce sin dalla prima scena. La scoperta di essere addirittura figlio di un dio molto importante come Poseidone (fratello di Zeus e Ade) lo rende ovviamente superiore a tutti gli altri semidei del Campo Mezzosangue. Anche la regia di Alfonso Cuarón lascia a desiderare e gli effetti speciali a volte non sono all'altezza. Insomma, come sempre è meglio il libro del film.

Il ladro di fulmini. Percy Jackson e gli dei dell'Olimpo
di Rick Riordan
Editore: Mondadori
Età di lettura: 12 anni.
Prezzo: 17 euro.

domenica 25 aprile 2010

La ladra di Cagliostro

Questo romanzo è di Giulio Leoni. Non è specificatamente per ragazzi (la collana è I grandi della Mondadori), ma ci va molto vicino quindi ve lo segnalo ugualmente.


Nella foschia dell'alba il Conte di Cagliostro approda a Venezia, la città in cui le maschere del Carnevale e la cipria dei consiglieri non bastano più a celare intrighi e tradimenti. E dalle calli più oscure alle umide stanze nobiliari si diffonde la fama di uno stravagante guaritore venuto dall'Est. È un mago? O attinge alla sapienza di civiltà sepolte nella sabbia del Sahara? Per Serafina, il Conte è solo un simpatico truffatore. Lei lo fiuta lontano un miglio, e non solo perché è orfana e Principessa dei ladri. Lui la sceglie come assistente e le insegna che la vita è illusione, burla, magia. Polverosa come le acque del Canal Grande e liquida come gli ori di San Marco. C'è anche chi è disposto a pagare il Conte in pietre preziose in cambio dell'eterna giovinezza. O a uccidere. Ma Serafina ha negli occhi le fiamme della sfida. E chissà se la sfida più grande è vivere per sempre o morire infinite volte...




La Ladra di Cagliostro
di Giulio Leoni
Editore: Mondadori
Prezzo: 17 euro.
Età di lettura: dai 13 anni.

Consigliato perché: lo stile di Giulio Leoni mi piace e la trama, nonostante non c'entri niente con la vera biografia di Cagliostro, è interessante.
Su IBS
Su Bol.it

venerdì 23 aprile 2010

Decalogo. Case editrici: dalle free alle pay

Voglio stilare una lista delle cose che una casa editrice seria deve, non deve e dovrebbe fare. Questa lista è frutto della mia esperienza e delle mie personali idee, voi siete liberi di condividerla o meno.
Io la penso così.

1- Una casa editrice non si fa pagare mai da uno scrittore. Le case editrici serie ti pagano per pubblicare. Scrivere è un lavoro ed è giusto che questo lavoro venga retribuito. Se la vostra casa editrice guadagna dovete guadagnarci anche voi. In questo caso c'è una piccola sfumatura interpretativa. A molti è capitato di pubblicare gratis un racconto, nella maggior parte dei casi questo avviene tramite dei concorsi. Valutate bene la serietà di questi concorsi ogni volta e se vale la pena pubblicare gratuitamente.

2- Una casa editrice non vende allo scrittore copie del proprio romanzo in cambio della pubblicazione (pratica diffusa dalle case editrici a pagamento). Inutile dire che quelle 50 o 100 copie prima o poi le venderete, soprattutto agli amici o ai parenti, ma non vale la pena e nessun critico vi prenderà mai in considerazione. E' questo che volete?

3- Una casa editrice dovrebbe pagare un anticipo sulla pubblicazione. Non tutte lo fanno, diciamo che se lo fanno è meglio. Da una mia piccola esperienza personale posso dire che una casa editrice molto piccola mi offrì 500 euro di anticipo e l'8% sulle vendite. Piccola ho detto, mica una SPA. Vabbè, poi non se ne fece nulla.

4- Una casa editrice deve pagare una percentuale sulle vendite. La percentuale può variare ma non può essere mai pari allo 0%. Se pubblicate senza ricevere una percentuale sulle vendite secondo me siete fessi (leggi però l'eccezione descritta nel punto 1). A lungo andare i soldi non ricevuti possono essere considerati una forma di pagamento a posteriori.

5- Una casa editrice deve sempre fare editing. L'editing è importante, lo è per Stephen King e lo è anche per il Pinco Pallo che pubblica il suo primo romanzo. Un romanzo non editato è monnezza, e quella se permettete la leggete voi.

6- Una casa editrice seria deve pagare dei grafici professionisti e dei correttori di bozze professionisti affinché il prodotto sia di buon livello. Se una casa editrice vi chiede di fare la copertina di un libro, a meno che non siete un disegnatore famoso, pensateci bene.

7- Una casa editrice dovrebbe fare promozione. Anche molti scrittori che pubblicano per Grandi Case Editrici si lamentano quindi non è detto che la pubblicità sia sempre soddisfacente. E' vero anche che tutti gli scrittori (anche quelli già famosi) vorrebbero vedere tutte le vetrine delle librerie tappezzate con il proprio nome. Quindi diciamo che in questo caso la promozione del libro è facoltativa. Se c'è è meglio, se non c'è valutate voi cosa fare. In ogni modo se organizzate una presentazione la Casa Editrice deve fornirvi il materiale a proprie spese. Non siete venditori di libri a cottimo. Non fidatevi di chi vi chiede di pagare in anticipo i libri che tenterete di vendere durante una presentazione anche perché l'esperienza di molti scrittori insegna che di libri, in quelle occasioni, se ne vendono pochi.

8- Una casa editrice dovrebbe distribuire il libro. Questo è punto controverso: non tutte fanno distribuzione. In questo caso, se pubblicate per una piccola casa editrice, è molto probabile che il libro possa essere reperito soltanto tramite il loro sito ufficiale, sui canali di distribuzione online come IBS (tanto per dirne uno) oppure richiedendolo in libreria dopo aver fornito i dati fondamentali. La cosa importante è che la casa editrice faccia buon editing e abbia cura del vostro manoscritto. Se il libro è buono uscirà da sé dalla virtualità del web.

9- Una casa editrice seria non ti chiede di provare l'acquisto di un loro libro per poter prendere in considerazione (non ho detto pubblicare) un manoscritto. Mi è successo anche questo. Comprare quel libro non deve essere un requisito, ma una sollecitazione morale. Ritengo che se voglio pubblicare per la Pinco Pallino Editore devo conoscere ciò che la Pinco Pallino Editore pubblica quindi consulterò il loro catalogo e deciderò cosa leggere. Sostenere le piccole case editrici è sempre un bene, però attenzione: cercate di capire se queste sono case editrici a pagamento o case editrici che non fanno editing. In entrambi i casi vi sconsiglio di comprare il libro e di spedire a loro i vostri manoscritti.

10- Una casa editrice seria non vi fa firmare un contratto di cessione dei diritti se non pubblica il vostro manoscritto o racconto. Mi è capitato di firmare una specie di contratto con cui dichiaravo che la casa editrice poteva pubblicare un mio racconto quando voleva. Ovviamente non me l'hanno pubblicato, forse aspettano che diventi famoso. Mica scemi eh!

mercoledì 21 aprile 2010

23 aprile: giornata del libro e del diritto d'autore.

Incollo dal sito ufficiale:

UNESCO Giornata mondiale del libro 


L’idea della Giornata mondiale del libro e del Diritto d’autore ha la sua origine in Catalogna dove, il 23 aprile, festa di San Giorgio, viene offerta una rosa per ogni libro venduto. La data ha, inoltre, un particolare valore simbolico poiché il 23 aprile del 1616 vennero a mancare contemporaneamente Cervantes, Shakespeare e l’ Inca Garcilaso de la Vega.

Attraverso la celebrazione in tutto il mondo della Giornata del Libro e del Diritto d’autore, l’UNESCO intende pagare un tributo universale ai libri e agli autori, incoraggiando il piacere della lettura ed il rispetto per l’insostituibile ruolo di coloro che hanno costruito il progresso sociale e culturale dell’Umanità.

Celebrando questa giornata in tutto il mondo, l'UNESCO si sforza di promuovere la lettura, l'industria editoriale e la protezione della proprietà intellettuale attraverso i diritti d’autore. Il successo di questa iniziativa dipende essenzialmente dall'appoggio che le possono portare le comunità interessate (autori, editori, librai, educatori e bibliotecari, enti pubblici ed istituzioni private., organizzazioni non governative e media), che si mobilitano in ogni paese tramite le Commissioni nazionali per l'Unesco, le associazioni, i centri e i club UNESCO, le reti di scuole e biblioteche associate e tutti quelli motivati a partecipare a questa festa nel mondo.

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Ok per la giornata del libro, strumento importantissimo per la divulgazione di cultura, idee ecc. Però parliamo un po' del diritto d'autore. E' sacrosanto pensare che una persona debba guadagnare grazie alle proprie idee (se lo vuole), però finché in Italia il diritto d'autore è gestito da una società come la SIAE mi rifiuterò di festeggiare in qualsiasi modo un avvenimento come questo. La SIAE ha ottenuto di poter tassare i supporti magnetici vergini in quanto è possibile in questi dispositivi (hard disk, cd, dvd) copiare materiale coperto da copyright. E' come se mi arrestassero dicendo: tanto un giorno ruberai qualcosa. E' una punizione preventiva anticostituzionale, per fortuna, ma quando si parla di foraggiare un'associazione di  dubbia moralità come la SIAE (i termini che vorrei usare veramente li tralascio sennò mi arriveranno querele a raffica), allora nessuno batte ciglio. Ovviamente nessuno ne parla, le tv tacciono, così come hanno taciuto sulla questione delle tariffe agevolate per la spedizione dei libri. In poche parole: non è successo niente.

Accostare il libro al diritto d'autore è un errore e una profonda forzatura nata probabilmente per gli interessi delle multinazionali che sul diritto d'autore ci vivono e lucrano al di là del loro vero bisogno e del bisogno dell'autore stesso. Non so molto di questo evento (quando sento parlare di diritto d'autore a me viene l'orticaria, sono più per la libera circolazione delle idee e della cultura), quindi non capisco come l'Unescu abbia potuto associare un oggetto così importante come il libro, nato molto prima del diritto d'autore e oggetto fondamentale per la diffusione delle idee, con uno strumento che invece ha reso monetabile la cultura e le idee stesse.
Quindi festeggerò il libro ma non il diritto d'autore. Invito inoltre chi legge questo blog a comprare supporti magnetici all'estero (comprandone una buona quantità conviene) in modo da non dare soldi alla SIAE.
Magari un giorno tutto questo cambierà, ma ci credo poco.

Il seguente link è una lista di iniziative interessanti che si svolgeranno il 23 aprile.
http://www.unesco.it/cni/index.php/cultura/giornata-mondiale-del-libro

lunedì 19 aprile 2010

Intervista a me stesso.

Idea presa dal blog di Glauco. Mi faccio una domanda e mi do la risposta.

Quando leggi un libro fai l'angolo alla pagina o usi un segnalibro ?


Un angolo alla pagina del libro? Stiamo scherzando? Avete mai provato a piegare in due vostro figlio per poi continuare il discorsetto il giorno dopo? E’ la stessa cosa. Ho un bel mazzetto di segnalibri da utilizzare. Una volta leggevo anche 7/8 libri insieme, adesso mi limito a 3 o 4. L’età…

Hai già ricevuto libri in regalo ?

Ovvio. Io voglio solo libri in regalo. Il resto non mi serve a niente. L’ultimo libro ricevuto in regalo è Century: la stella di pietra che avevo letto un paio di anni fa in biblioteca.

Leggi in bagno ?

Sì. E capisco anche meglio. Non so perché.

Hai mai pensato di scrivere un libro ?

Eh sì. Ne ho scritto uno e spero di pubblicarlo. Poi l’ho riscritto per renderlo migliore. Nel frattempo ne ho cominciati altri quattro e non ne ho finito nessuno, non sono abbastanza motivato. E’ troppo faticoso scrivere un libro. Meglio fare l'operaio.

Cosa ne pensi dei libri tipo trilogie ?

Se la trilogia è necessaria per un ottimale sviluppo della trama e dei personaggi allora sono d’accordo. Altrimenti ritengo che sia soltanto una scusa per venderti tre libri invece di uno. E se ti va male anche di più.

Hai un libro che ritieni un "cult" per te ?

La ragazza con i capelli strani di David Foster Wallace.

Ti piace rileggere i libri ?

Una volta rileggevo più volentieri. Adesso preferisco esplorare nuovi autori e nuovi stile che nel passato ho ignorato. Quindi non ho tempo per rileggere cose già lette. Il fatto è che molte le ho dimenticate. I libri letti venti anni fa… e chi se li ricorda? Eppure ne ho letti tanti. Rileggo volentieri i racconti che poi sono il mio genere preferito.

Ti piacerebbe incontrare gli autori dei libri che leggi ?

Perché no. E’ capitato e non ne sono rimasto deluso. Ci sono anche le amicizie “virtuali”, su facebook ad esempio. Poi capisco subito chi è veramente disponibile a parlare con un fan e chi no.

Ti piace parlare delle tue letture ?

Non farei altro.

Come scegli i tuoi libri ?

Una volta avevo tutti i cataloghi di tutte le case editrici. Andavo in bagno, me li leggevo e sceglievo i titoli. Poi dato che dalle mie parti non c’erano librerie andavo in città, a Roma, e riempivo il mio Invicta di edizioni economiche Newton & Compton. Adesso vado a istinto. Leggo recensioni sui blog o cerco di capire se l’autore è simpatico o meno (perché no?), e ordino online (meglio se c'è lo sconto).

Una lettura inconfessabile ?

Il vangelo.

Il tuo posto preferito per leggere ?

In camera mia d’inverno e fuori in giardino in estate.

Qual è il tuo libro ideale ?

Quello che costa poco.

Leggere da sopra la spalla ?

Eh?

Televisione, videogioco o libro ?

Tutti e tre. Vedo tutti i telefilm americani che escono. Gioco a Civilization IV (e questo mi occupa molto tempo), e poi leggo ovviamente.

Leggere e mangiare ?

Leggere. Mangio soltanto per sopravvivere.

Leggi con la musica, senza o non importa?

Senza musica. Silenzio assoluto.

Un libro elettronico ?

Non riesco a leggere su schermo. Gli Ebook per adesso sono utili soltanto agli esordienti. Quelli provo a leggerli e a volte ne vale la pena.

Libro prestato o comperato ?

Assolutamente comprato. Prendo molti libri in biblioteca ma poi pian piano li compro ugualmente.

Hai già abbandonato la lettura di un libro?

Sono riuscito a finire Notre-Dame de Paris di Victor Hugo a diciassette anni quindi pensavo di poter leggere tutti i mattoni di questo mondo, però un paio ultimamente li ho abbandonati.

Qual è il tuo primo libro d'amore che hai adorato ?

Non saprei davvero. Forse Romeo e Giulietta di Shakespeare o il Cyrano de Bergerac di Rostand.

Il tuo libro preferito ?

Quello gratis.

Il tuo scrittore preferito ?

David Foster Wallace, Calvino, Hermann Hesse (che ho letto tutto durante l’adolescenza), Paul Auster (grande narratore americano), eccetera.

Genere preferito ?

Leggo tutto, con una preferenza riguardo i libri per l'infanzia.

Qual é il libro che non ti è proprio piaciuto ?

Lettera a un bambino mai nato della Fallaci.

Guardi i film dopo aver letto il libro ?

Non ne sento la necessità

Tieni i libri, li presti o li dai via ?

Li tengo tutti e li tratto come figli. Li spolvero, li accarezzo, li bacio e faccio altre cose che non posso dire. Non li presto mai, e se lo faccio tempesto il malcapitato di telefonate e sms per ricordargli di trattarlo bene, di non aprirlo troppo, di non fare pieghe agli angoli, di non mangiare durante la lettura, di lavarsi le mani prima di prenderlo e altre cose.

sabato 17 aprile 2010

E un'altra cosa, il seguito apocrifo della Guida Galattica

A quanto pare il primo libro apocrifo della Guida galattica per autostoppisti è in uscita per la Mondadori (collana Strade Blu).
Il libro sarà quindi il sesto della serie e avrà come titolo E un'altra cosa (And another thing). Lo scrittore incaricato di dare forma agli appunti di Douglas Adams è Eoin Colfer già famoso in Italia grazie alla saga per ragazzi che ha come protagonista Artemis Fowl (pubblicato dalla Mondadori Ragazzi). L'operazione, a quanto pare, ha l'autorizzazione della vedova Adams.
Di questo libro avevo parlato qualche mese fa.
http://fenicedicarta.blogspot.com/2009/11/and-another-thing.html

Non resta altro che aspettare l'uscita ufficiale preannunciata, per adesso, soltanto da alcune librerie online come Unilibro e Hoepli.

Dal sito Hoepli.it:

Douglas Adams è morto prima di riuscire a scrivere il sesto episodio della Guida galattica per autostoppisti. Ma ora l'acclamato autore di bestseller Eoin Colfer è stato incaricato di rimettere in moto l'esilarante e scombinata banda di viaggiatori dello spazio. Arthur Dent, il leggendario protagonista della serie, ha ormai viaggiato in lungo e in largo per tutto lo spazio, avanti e indietro nel tempo. È saltato per aria, è stato riassemblato per bene, è entrato e uscito da cupe prigioni, è stato insultato più del necessario e - come c'era da aspettarsi - non è riuscito nemmeno lontanamente ad afferrare il senso della vita, dell'universo e di tutto il resto. Ora Arthur è tornato sulla Terra, lieto di pregustare finalmente una buona tazza di tè. Tuttavia la sua speranza è destinata a evaporare insieme agli oceani terrestri, perché il suo pianeta sta per saltare per aria, un'altra volta... In questo irresistibile romanzo, che è il sesto della trilogia (gasp!!!) della Guida galattica, incontrerete - tra l'altro - un pantheon di divinità disoccupate, un alieno verde in preda alle pene d'amore, un Presidente Galattico rinnegato e almeno un grosso pezzo di formaggio.

http://www.unilibro.it/find_buy/Scheda/libreria/autore-colfer_eoin/isbn-9788804600091/e_un_altra_cosa_.htm

mercoledì 14 aprile 2010

Il Pulitzer a un articolo "online". E i libri?

Secondo me è importante evidenziare che tra i premiati del Pulitzer di quest'anno c'è anche una testata giornalistica online, la ProPublica, una no-profit che ha pubblicato un'inchiesta riguardante il lavoro dei medici di un ospedale di New Orleans, città devastata anni fa dall'uragano Katrina.
Il Pulitzer si è quindi adeguato e ha deciso di prendere in considerazione anche le testate che pubblicano esclusivamente via rete.
Scelta di costume o scelta obbligata? Molte testate giornalistiche pensano di abbandonare la distribuzione cartacea per il web facendo pagare le notizie online. In realtà questo esperimento ha avuto già pessimi risultati: a fronte di milioni di investimenti alcuni giornali come il Newsday hanno raggranellato poche decine di abbonati (non coprono neanche gli impiegati e gli amici). Il Corriere della Sera Online ha ottenuto circa 50.000 euro di ricavi grazie all'applicazione per IPhone (bruscolini se si pensa ai tanti debiti). E' evidente che i navigatori non sono ancora disposti a pagare per ottenere notizie e forse queste testate devono adottare un modello economico differente: lasciare le notizie disponibili gratuitamente e ottenere ricavi dalla pubblicità (la pubblicità in rete ha superato come fatturato quella "classica").

Cosa c'entra tutto questo in un blog che parla essenzialmente di scrittura? Semplice: spero che un giorno gli Ebook rilasciati gratuitamente online possano avere una maggiore considerazione da parte della critica e dei premi letterari senza che gli autori di questi libri debbano necessariamente passare attraverso la pubblicazione cartacea.
Non so se questo avverrà. Ci sarebbe da rivedere il sistema con cui vengono assegnati i premi, ci sarebbe da capire come può un critico curioso scovare nel grande oceano di internet il romanzo buono, quello che vale la pena leggere e recensire. Ci sarebbe da capire fino a che punto questi Ebook hanno bisogno di un professionista (un correttore di bozze o un editor) per essere leggibili.
Sono convinto che alcuni di questi romanzi, ripuliti dalle mode che veicolano le scelte editoriali, possano essere considerati letteratura.
Purtroppo, però, mi sembra che stia accadendo il contrario: sono gli Ebook writers ad adattarsi alle mode sperando di essere scoperti dalle case editrici tradizionali. Non cercano dunque di distinguersi ma di omologarsi in nome di una pubblicazione cartacea che a volte avviene sul serio. Ma a quale compromesso?

lunedì 12 aprile 2010

Lettera aperta a un mio personaggio

Cara Adelaide,
dove sei finita? Capisco che la tua storia non ti piace e che probabilmente avresti preferito il posto di... mmm... Altea o Azzurra nella Fenice, e ci saresti stata anche bene dato che anche il tuo nome comincia con la lettera A, ma a te ho riservato un destino diverso: ovvero di morire al primo capitolo.
Poi sai che non è che muori davvero, o almeno non del tutto, però capisco se poi ti senti svantaggiata, lesa della tua (comunque poca) vitalità. Dodici anni sono difficili per tutti.
Forse, arrivati al diciottesimo capitolo, te la renderò nuova, vergine, incellofanata. Vitalità in condizione mint.
Però fammi un piacere, fatti vedere ogni tanto.
Ci sentiamo presto.
 Mirco

Ps: ho qui una prima edizione di Alice's adventures in wondeland con le illustrazioni di John Tenniel. La vuoi?

sabato 10 aprile 2010

Riguardo l'abrogazione delle tariffe agevolate

(tratto da www.mceditrice.it) 


Il decreto governativo contro l'editoria indipendente.
Come è noto, dal primo aprile tutte le tariffe agevolate a favore dell'editoria sono state abrogate: due articoli, due ministri, Scajola e Tremonti, un decreto, datato 30 marzo, ed entrato in vigore il 31 marzo (DECRETO 30 marzo 2010 Tariffe postali agevolate per l'editoria 10A04046: GU n. 75 del 31-3-2010).
Nessuna informazione preventiva, nessun confronto, nessun margine per poter capire, se anche fosse possibile nelle attuali condizioni di mercato, come organizzarsi.
Da un giorno all'altro gli editori si sono visti alterare senza preavviso le regole in corso; da un giorno all'altro gli editori piccoli e indipendenti vedono aumentare i costi di spedizione in media del 500%. Tutti devono fra fronte al problema dei rapporti contrattuali in atto, stabiliti sulle regole del giorno prima.
Le tariffe agevolate sono state disposte, a suo tempo, con una legge e un decreto interministeriale non può variarle: per questo alcune organizzazioni di settore stanno predisponendo un ricorso al Tar. Ma intanto?
Le case editrici, quelle piccole e indipendenti, sopravvivono senza incentivi statali di nessun genere, continuano tra mille difficoltà a lavorare durante la crisi (e in Italia non esiste alcuna legge a concreto sostegno della loro attività, come avviene invece nella maggior parte dei Paesi europei).
Le due righe del decreto del 30 marzo vanificano di fatto il lavoro e gli investimenti di anni da parte di quelle realtà editoriali, come MC, che si sono impegnate nel tempo, con i soli propri mezzi, a costruire reti di distribuzione alternative e autonome, che hanno creduto nella possibilità di realizzare, in un settore governato dalle logiche della mercificazione totalizzante, condizioni e relazioni eque per chi lavora e per chi acquista. E intendiamo riferirci a una filiera che va dalla produzione alle librerie indipendenti di cui tutti dobbiamo sostenere la sopravvivenza, alle biblioteche fino ai lettori, singoli o associati. Tali relazioni si possono concordare, concretizzare e mantenere solo attraverso rapporti diretti e autonomi. Si possono realizzare, anche grazie alle nuove tecnologie, attraverso canali diretti che prevedono il mezzo della spedizione postale come centrale. E del resto il canale postale rappresenta lo strumento fondamentale di diffusione dei libri in un Paese come l'Italia in cui moltissime zone non sono servite da librerie.
È ben chiaro come le ricadute di questo provvedimento non siano solo di natura economica e aggiungano altre difficoltà alla diffusione del dialogo culturale e del pluralismo. Con il pericolo di rendere sempre più asfittiche le prospettive di cambiamento.
Non lo accettiamo. 

Fedeli a quello spirito dialogico che ci ispira, rimaniamo sempre aperti a tutte le idee, le proposte e i suggerimenti per far fronte comune contro questa incresciosa situazione.

giovedì 8 aprile 2010

Wish list di aprile

Ecco una rapida carrellata di libri che ho intenzione di comprare e che sono quindi in wishlist.
Inizio con Come scrivere un bestseller in 57 giorni di Luca Ricci, editore Laterza. Di Luca Ricci ho molto apprezzato i racconti contenuti in L'amore e altre forme d'odio e a quanto pare non ho sbagliato a definirlo minimalista. Il suo secondo libro è stato La persecuzione del rigorista, un romanzo breve ambientato in provincia che ha come protagonista un prete accecato dall'invidia nei confronti di un giovane calciatore che, a quanto pare, non ha mai sbagliato un rigore. Questo romanzo (un romanzo minimalista?) scorre o scorrerebbe fluidamente se non fosse che in vari punti ho trovato il linguaggio poco spontaneo. Che significa? Non saprei definire meglio, dico soltanto che ci sono alcune parole o descrizioni che (secondo me) erano scritte male e che forse avrebbero necessitato di una migliore ricerca linguistica. A volte quindi non c'era la parola giusta al posto giusto. Peccato. Do comunque piena fiducia a Luca Ricci e comprerò quindi il suo terzo libro.
In wish list c'è Cagnanza e Padronanza di Peppe Fiore, altro autore che secondo me dovreste leggere. Capito ragazzi? Lasciate stare i Jonas Brothers e leggete Peppe Fiore! Credo che questo libro (edito da Gaffi Editore) sia il suo esordio assoluto. Se mi è piaciuto La futura classe dirigente e l'attesa di un figlio nella vita di un giovane padre, oggi credo che mi piacerà anche questo.
Un altro libro che voglio comprare è un fantasy: Esbat di Lara Manni. Lo compro per un motivo molto semplice: tempo fa ho scritto all'autrice e lei, invece di tirarsela come fanno in tanti, mi ha risposto e lo ha fatto con molta gentilezza. Sono dell'idea che la gentilezza vada premiata anche se non sono sicuro di poter apprezzare fino in fondo un fantasy frammisto alla cultura manga e alle tradizioni nipponiche (e Inuyasha a cui si ispira questo romanzo lo trovo noioso, l'opera più noiosa di Rumiko Takahashi).
In una delle sue Bustine di Minerva Umberto Eco ci ha spiegato che leggere tutti i libri è praticamente impossibile, anzi, è impossibile leggere anche soltanto i classici. Ci vorrebbero non so quante vite.
Quindi bisogna fare una cernita e per me la prima questione che si pone è: l'autore è antipatico? Se sì allora non leggo niente di lui/lei, neanche se avesse scritto il più grande romanzo dai tempi di Cervantes.
Ci sono autori che vogliono essere riveriti quando invece dovrebbero capacitarsi del fatto che scrivono soltanto instant book. Questi, se gli fai una domanda, se ti va bene ti guardano soltanto male e se ti va male ti insultano dicendo che sei il solito fan rompiscatole che vuole questo o quello e bla bla bla.
Ben venga allora l'ipocrisia e le risposte di convenienza come accade in tanti casi e ben vengano soprattutto le risposte sincere e amichevoli.
Infine c'è un romanzo per ragazzi: Percy Jackson e gli dei dell'olimpo: il ladro di fulmini, di cui ho già parlato giorni fa. Sono incuriosito dalla trama e credo che gli darò una possibilità, con la speranza che mi piaccia davvero e mi faccia trepidare nell'attesa del secondo volume. Cosa che purtroppo accade sempre meno spesso.

martedì 6 aprile 2010

Scrittori con le ali

domenica 4 aprile 2010

Editing, refusi e robe varie

Premessa doverosa: non ho mai avuto a che fare con un editor e non so come si svolge il lavoro di editing di un testo. Ci sono varie scuole di pensiero: c'è chi dice che l'editing a volte è troppo invasivo e in questo caso non si limita a riscrivere qualche periodo, ma di tagliare personaggi importanti, capitoli, idee. Altre volte l'editing invece si preoccupa soltanto della corretta fluidità del testo, quindi se una frase suona male si riscrive. Nel terzo caso l'editing è praticamente inesistente, quindi il testo arriverà in libreria pieno di inesattezze ed errori.

Una volta un giornale locale ha pubblicato un mio articolo vistosamente modificato ma non ho chiesto il perché: ho dato per scontato che andassero fatte. Ho cercato di capirne le motivazioni, con umiltà.
A volte alcuni scrittori si lasciano andare a dichiarazioni di guerra contro le sforbiciate e le modifiche che un editor impone, gli editor invece non ne parlano mai, e se lo fanno lo fanno anonimamente come la famosa Catriona Potts del blog Secondo Piano.
Quello è un blog che consiglio di leggere con molta attenzione.

Detto questo devo purtroppo constare che trovo sempre più refusi nei libri, sopratutto se leggo un libro di un piccolo editore. Non voglio fare di tutta l'erba un fascio, però questi editori che lasciano scritte monnezze e refusi meriterebbero una lista nera così come il Writer's Dream redige una lista delle case editrici a pagamento (alcune delle quali però fanno editing, magari buono dato che poi a pagarlo è lo scrittore stesso).
Queste case editrici rovinano l'immagine di molte altre piccole entità editoriale che fanno della cura del testo un punto di forza. Quindi vanno combattute, perché ogni errore trovato e non corretto è un insulto alla nostra cultura.
Se un lettore medio va in libreria per comprare un libro, lasciandosi trasportare dal momento, sarà più propenso a comprare il libro di un editore conosciuto (ammesso che i piccoli editori abbiano la stessa visibilità).
I piccoli editori quindi, piuttosto che investire in pubblicità, dovrebbero investire sull'immagine. E per questo basta poco: mettete il primo capitolo scaricabile dal vostro sito e lasciatecelo leggere. Fateci capire di che pasta siete fatti: se curate i testi e se vale la pena spendere soldi per i vostri libri. Il primo capitolo di un romanzo è sufficiente.
Io a scatola chiusa compro sempre meno. Non mi fido più.

sabato 3 aprile 2010

Concorso Racconti di Provincia 2010

L’Amministrazione Provinciale di Roma – Assessorato alle Politiche Culturali – Dipartimento Beni Servizi Attività culturali, in collaborazione con la Casa Editrice Robin Edizioni di Roma, indice il 2° Concorso Letterario denominato “Racconti di Provincia” e riservato a opere brevi di narrativa.

Il concorso è aperto ai giovani dai 18 ai 35 anni residenti nella provincia di Roma. I giovani scrittori sono chiamati a esprimere la propria creatività cimentandosi in un racconto breve, in lingua italiana, avente a tema ispiratore luoghi, città, storie del territorio della provincia di Roma, ad esclusione della città di Roma, significativi dal punto di vista culturale, storico, paesaggistico.
La partecipazione è gratuita e ogni concorrente può inviare un solo racconto che deve avere una lunghezza massima di cinque cartelle (di 1800 caratteri).
I racconti dovranno pervenire entro il 30 giugno al seguente indirizzo email:  raccontidiprovincia@robinedizioni.it
Bando completo:
http://www.robinedizioni.it/concorso-letterario-racconti-di-provincia-2010

Adesso elenco i motivi per ritengo Racconti di Provincia un concorso serio.
1- E' gratuito
2- Non comporta neanche le spese di spedizione (i racconti possono essere spediti in email)
3- La giuria del primo concorso era di qualità.
4-I racconti migliori verranno inclusi in una raccolta distribuita gratuitamente.
5-E' sponsorizzato dalle istituzioni.