sabato 20 marzo 2010

Uno scrittore per ragazzi deve educare?

La recente polemica riguardante Silvana De Mari mi ha fatto riflettere sulla questione legata alle responsabilità degli scrittori per ragazzi nei confronti del proprio target, teens e junior.

Un breve riassunto della questione.
Silvana De Mari ha annunciato sul suo blog di aver rescisso il contratto di esclusività con la Salani pagando diecimila euro sonanti di penale. Questo le ha permesso di pubblicare gratuitamente il quarto volume della saga che sta portando avanti da anni e che le ha fruttato tanti soldi e tanta fama (anche internazionale, come ama vantarsi). Il libro in questione è L'ultima profezia. Molti siti internet, portali dedicati al fantasy e scrittori hanno lodato questa scelta: la De Mari rescindendo il contratto ha dimostrato che lo scrittore non può e non deve sottostare alla volontà del suo editor e del suo editore.
La presa di posizione è stata netta: no alle censure ideologiche (perché di questo parla lei) e no alla censura dell'editing.

Non sapevo che la De Mari avesse un blog, poi l'ho scoperto e ho letto un po' di post. Non ho intenzione di star qui a ripetere ciò che dice, fatevi un'idea da soli. Credo che dopo aver letto due o tre di quei messaggi ognuno di voi possa rendersi conto di cosa pensa, e forse anche perché lo pensa.

Io mi chiedo una cosa: ma non è che la De Mari ha sbagliato target? La Fallaci diceva praticamente le stesse cose, ma lei non scriveva per ragazzi, scriveva per adulti, persone che hanno un gusto critico proprio e una visione del mondo più completa. Nella maggior parte dei casi, almeno.
Lo scrittore per ragazzi deve assumersi la responsabilità di ciò che dice, pensa e scrive in ogni luogo (virtuale o reale che sia)  e in ogni situazione. La De Mari ha candidamente affermato che pubblicare quel libro online serve soprattutto ad aumentare la visibilità a tutti gli altri post. L'ultima profezia è uno strumento di marketing per le proprie idee. Lei quindi vuole che i ragazzi leggano il suo blog e questo lancio pubblicitario le è costato diecimila euro.
Qualcuno adesso mi chiederà: quindi cosa dovrebbe fare la De Mari, deve scrivere storie “pedagogiche”? No grazie, Pinocchio a noi italiani basta e avanza. Anzi, alla De Mari auguro con tutto il cuore di scrivere un libro che sia all'altezza di Pippi Calzelunghe, che ritengo uno dei libri per ragazzi più trasgressivi, o di scrivere storie di cacca come la Pizzorno (lei la chiama così) che a loro tempo fecero scalpore. No, una scrittrice non può scrivere di cacca, non è educativo, si disse allora.
Bianca Pitzorno e Astrid Lindgren non hanno mai parlato di odio nei confronti dei musulmani, superiorità razziale e valore della ricchezza a scapito dell'uguaglianza degli esseri umani, naturale, cristiana o come la volete intendere voi.
A mio avviso uno scrittore per ragazzi non deve necessariamente educare però, in qualche modo, non deve neanche diseducare. E il blog della De Mari diseduca.
Qualche link:

http://silvanademari.splinder.com/
http://www.fantasymagazine.it/notizie/11881/c-e-chi-dice-no-silvana-de-mari/
http://www.francescofalconi.it/2010/02/quando-la-de-mari-dice-no/
http://laramanni.wordpress.com/2010/03/10/su-silvana-de-mari/

1 commento:

Ariano Geta ha detto...

Comunque non mi sembra che istighi all'odio contro i musulmani.
Fa notare una serie di situazioni limite esistenti in certi paesi islamici che contrastano con la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, e ritiene che un atteggiamento troppo condiscendente da parte dell'occidente sia rischioso... E' un discorso complesso, controverso, rischioso. Però non mi sembra di leggere forme di istigazione all'odio.
D'accordissimo sul fatto che non sono argomenti per ragazzi e che l'autrice ha chiaramente sbagliato target.