venerdì 5 febbraio 2010

Oltre. Racconto (quasi) scettico

Questo breve racconto ha partecipato a un concorso indetto dal Cicap, Comitato Italiano per Controllo delle Affermazioni sul Paranormale. Il Cicap è un'associazione senza fini di lucro fondata da Piero Angela. Il comitato si propone di dare una spiegazione scientifica alle tante, diciamocelo, balle che ogni tanto i media tentano di propinarci.

Io ne sono sostenitore da anni e per conto del gruppo locale del Cicap Lazio ho effettuato studi sui cerchi nel grano. Vedere di persona ciò di cui si sente parlare (di solito male) in televisione è un'esperienza unica e purtroppo noiosa. C'è voluto poco per capire che quel cerchio rinvenuto a Sabaudia era falso come una banconota da 11 euro! Purtroppo, ribadisco, perché anch'io come tanti vorrei che qualcosa di strano esistesse veramente, che si potesse avviare un dialogo con le intelligenze extraterrestri (nel caso che queste ci ritenessero degne di un confronto); mi piacerebbe parlare con i defunti, alcuni dei quali a me cari; mi piacerebbe poter dire che c'è qualcosa che la scienza ancora non è riuscita a spiegare e che rientra nel campo del paranormale.
Purtroppo non è così.

Il famoso escapologista Houdini fu tra i primi, se non il primo, a confutare queste credenze. La conoscenza dei basilari trucchi dei giochi di prestigio gli permise di smascherare numerosi furfanti. Di tutt'altra pasta era invece lo scrittore Arthur Conan Doyle. Nonostante il suo personaggio più famoso, Sherlock Holmes, fosse estremamente razionale, il caro Doyle era un inguaribile credulone.
Così credulone da credere a due bambine che affermarono, con tanto di foto, di aver incontrato delle fate. Ovviamente c'era un trucco: Elsie Wright e Frances Griffith avevano infatti ritagliato delle illustrazioni da un libro per bambini e avevano scattato "in posa" le foto con i vari ritagli (guardate gli allegati a questo post).

A questo episodio mi sono ispirato per il racconto che segue.
La lunghezza e il tema affrontato erano ovviamente limiti del concorso.
Prima di leggere il racconto è necessario conoscere la storia delle Fate di Cottingley
http://it.wikipedia.org/wiki/Fate_di_Cottingley

Buona lettura.


Dedicato a mia madre che credeva davvero nelle fate e nelle favole

Oltre

La foto che le bambine avevano scattato non mentivano.
– È straordinario! – esclamò il professore sistemandosi gli occhiali – È la prova che la razionalità non è un pregio, ma un limite della nostra natura. La razionalità erige un muro intorno a noi e ci impedisce di vedere oltre.
– Oltre, professore? Cosa intende?
– Intendo oltre, al di là del comune pensare.
– Potrebbero esserci spiegazioni più... come dire... semplici – balbettò la donna.
– Oh – sbuffò il professore. – Come potete pensare che due bambine così ingenue siano in grado di progettare uno scherzo del genere? È fuori dubbio che le foto siano vere. Guardi questa – disse poi indicando la prima delle cinque immagini che aveva di fronte a sé. – Guardi questi piccoli esseri come ballano, giocano. Addirittura ce n'è uno che sta suonando un piffero.
– Sono così piccoli – sospirò la donna.
– Inoltre abbiamo chiesto ai maggiori esperti del settore ed è risultato che le foto non presentano contraffazioni.
– Vuole dire che non è un fotomontaggio? – chiese la donna prendendo la seconda foto. Un essere minuto, dieci volte più piccolo della bambina, saltella su un prato costeggiato da una fila di alberi e un muro di media altezza. La bambina è seduta e gli sorride divertita. La sua mano potrebbe avvolgerlo e  nasconderlo del tutto per quanto piccolo.
– Nessuna doppia esposizione, nessun montaggio. Le lastre che abbiamo fornito alle due ragazzine erano numerate. Non ci sono dubbi sulla loro autenticità – pontificò il professore fissando le foto con insistenza.
– Questi piccoli esseri di cui non avevamo provato l'esistenza, che abbiamo raccontato nelle favole e nelle leggende popolari, esistono davvero! Capisce cosa voglio dire? – continuò con un vistoso moto di entusiasmo.
– Credo di aver capito, professore – disse la donna.
– Vuol dire che dovremo rivedere tutti i valori a cui la nostra civiltà fa riferimento. La scienza e il progresso tecnologico che valore possono assumere in una società che non accetta l'esistenza dell'irrazionale?
– Capisco – ripeté la donna. Prese la terza foto. Un ometto minuto sembrava compiere un grosso salto mentre la ragazzina, evidentemente impaurita, tirava indietro la testa.
– Cos'ha intenzione di fare con queste foto? – chiese la donna.
– Le renderò pubbliche – rispose il professore. – Tutti devono venirne a conoscenza.
La donna esitò. Avvicinò la foto agli occhi. Osservò i lineamenti della piccola creatura che la bambina stava fissando mentre si avvicinava con un balzo.
– Ha un sorriso così ingenuo – disse. – Sembra che non conosca la reale entità della nostra natura. Non sa che siamo malvagi, che abbiamo causato milioni di vittime con le nostre guerre. Non sa quanto sangue abbiamo versato in nome del progresso. Professore – continuò dopo una breve pausa – credo che debba tenere questa scoperta per sé.
– Perché dovrei? – chiese lui.
– Queste piccole creature non vivranno più in pace quando il mondo saprà di loro.
– Oh – ridacchiò il professore. – Le foto sono già pronte per la stampa e domani verranno pubblicate sui maggiori quotidiani. Vedrà, il mondo non sarà più lo stesso, glielo posso garantire. Sarà migliore!
La donna annuì. Domani il mondo non sarà più lo stesso, ripeté mentre usciva.
Aprì la porta e sospirò. Poco lontano c'era il bosco in cui quei piccolo esseri erano stati trovati e fotografati. In cuor suo sperava che quella storia fosse falsa, inventata, perché se non fosse stato così non immaginava cosa sarebbe successo a quelle creature.
– Gli umani non esistono – sussurrò convinta. Poi presa da un'improvvisa stanchezza si stiracchiò, spiegò le ali e volò verso casa.

2 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Breve ma riuscito.
Proprio un peccato che le fate non esistano...

Mirco ha detto...

Non esistono ma gli scrittori possono farle vivere, per fortuna :)