mercoledì 27 gennaio 2010

Dalla fiction alla realtà: God hates us all

Su Amazon è da qualche tempo disponibile il libro God hates us all, (Dio ci odia tutti), il bestseller che ha reso Hank Moody il giovane scrittore più talentuoso della scena americana.
Cosa c'è di strano? Di strano c'è che Hank Moody non esiste e quindi, in teoria, non dovrebbe esistere neanche il libro.
Hank, il cui nome omaggia lo pseudonimo utilizzato da Charles Bukovsky nei suoi libri, è il protagonista di una fortunata serie televisiva americana, Californication, interpretato da David Duchovny. Il serial è giunto ormai alla quarta stagione. In Italia sono andate in onda le prime due stagioni sul canale satellitare Jimmy.

Non è la prima volta che accade una cosa del genere. Mi viene in mente il diario di Laura Palmer pubblicato dopo il successo del contorto Twin Peaks di David Lynch. In quel caso le rivelazioni scabrose della giovane Laura fecero del diario un grande successo editoriale.
Nel caso fosse tradotto non penso che Dio ci odia tutti avrà altrettanta fama: in fondo si tratta di un telefilm di nicchia trasmesso da un canale satellitare.

Fonte: Booksblog.

Di cosa parla Californication
Hank Moody è uno scrittore in crisi che, dopo il successo del romanzo God hates us all, si trasferisce a Los Angeles per seguirne la trasposizione cinematografica. Questa, nonostante l'irriverenza del libro, verrà trasformata in una commedia sentimentale dal titolo A crazy little thing called love (1) interpretata da Tom e Katy. Nel telefilm non viene detto chiaramente, ma si lascia intendere che Tom e Katy sono Tom Cruise e Katy Holmes.
Hank sfoga tutte le frustrazioni nel sesso compulsivo e nell'alcool. Nel frattempo tenta di riconquistare la bella moglie con cui è separato (Karen) e costruire un difficile rapporto con la figlia adolescente (Becca).

Parere personale. Se intendete vedere questo telefilm per seguire le vicende letterarie di Hank Moody rimarrete delusi. Le vicende vertono principalmente sulle questioni familiari e gli eccessi del protagonista. C'è poco spazio all'Hank "scrittore" che dopo poche puntate sembra essersi dimenticato il motivo per cui è ricco e famoso.
Hank incarna lo stereotipo dello scrittore alcolizzato e dannato. A differenza di Bukovksy le sue scappatelle vengono consumate nella middle class americana, non nei bar dove il vecchio sporcaccione rimorchiava donne sole e disperate, né tanto meno sulle strade.

(1). E' divertente come un libro che ha per titolo un album del gruppo metal Slayer venga trasformato in un film che ha per titolo un'innocua canzone dei Queen.

2 commenti:

Ariano Geta ha detto...

Mi ricorda (anche se in modo diverso) le numerose segnalazioni su dove si può reperire il libro del Necronomicon...

Mirco ha detto...

Ah è vero! Il Necronomicon di Lovecraft l'avevo dimenticato :)
In libreria ogni tanto vendo un "Necronomicon" scritto da chissà chi...