martedì 29 settembre 2009

Loredana Lipperini querelata per una recensione


L'Italia a volte mi sembra una Terra di Mezzo dove al posto dei troll e dei Sauron di turno ci sono burattinai senza volto e i loro servili avvocati.
Quindi al posto di anelli dai poteri occulti ed estranianti sono sufficienti querele con strascichi giudiziari lunghi e costosi.
In Italia, il cui liberalismo tanto sbandierato non è ancora stato messo in atto, succede che una scrittrice e giornalista, Loredana Lipperini, sia stata querelata per aver...recensito un libro.


Il libro in questione ha come titolo Navi a perdere, è stato scritto da Carlo Lucarelli ed è edito da una piccola casa editrice indipendente: Verdenero.
Il libro affronta l'argomento scomodo dei traffici clandestini avvenuti via marittima. Le navi utilizzate, per motivi ancora del tutto oscuri, sono state affondate.
Se recensire è un reato domani andrò a costituirmi e ognuno di voi che ha a cuore un libro e vuole parlarne in un blog dovrebbe fare la stessa cosa.
Nel frattempo mi chiedo come farò a raggiungere il Monte Fato per buttarci dentro l'anello, questi burattinai e i loro lacchè.

Navi a perdere su IBS
Recensione di Loredana Lipperini
Casa editrice Verdenero

domenica 27 settembre 2009

Idee per un futuro non migliore di questo


Sunto periodico sulle cose che non ho fatto e non ho scritto. Che potevano essere e non sono state. Che prima c'erano e poi voilà! sono sparite come conigli nel cilindro di un prestigiatore vecchio stile.
Parole sparse su fogli riciclati, file DOC, frammenti di un hard disk da deframmentare.
Idee da deframmentare e ricucire. Cuciture da ideare e frammentare. Frammenti di idee da cucire. Eccetera. Tutto diviso per generi.



Romanzi
La fenice come ho già detto è in fase di riscrittura. Sta andando tutto troppo bene. Mi sorprendo di come stia scrivendo velocemente senza tornare su quello che ho già fatto. Credo che questo dipenda dal fatto che quei personaggi ormai li conoscono come le mie tasche. Vuote.
Sono al dodicesimo capitolo di venti.
Numero di battute: 119.000
Numero di battute della prima versione: 244.000
Risparmio energetico: circa il 52%
Un po' troppo?

Altri romanzi? Mumble mumble... ho delle idee che credo siano interessanti...

Adelaide. Il problema è che non so come scriverlo. L'incipit è l'unica cosa buona che mi rimane dopo vari mesi di tentativi. Parla di una ragazzina che muore dopo poche righe. Avrebbe dovuto essere la versione dark di Alice, ma a quanto pare già ci stanno pensando altri a farla.
Tra l'altro mi preme dire che la bravura di Francesco Dimitri è inappellabile. Spero di avere abbastanza tempo per scrivere una bella recensione di Pan.

Poi c'è un breve romanzo pop in cui riverserò un certo tipo di umorismo. Lo definisco un fantasy-pop. Di questo ho scritto varie pagine di prova cercando di personalizzare molto lo stile e il linguaggio. Ne è venuto fuori un capitolo con periodi lunghi dieci righe e parole che nemmeno io sapevo di conoscere. Non so se sia leggibile, lo lascio in stand by per definire meglio la trama, poi ritornerò sullo stile e cercherò di terminarlo.


Racconti.
I miei preferiti. Non ho idee. Il problema principale che sta nello scrivere racconti è che per ognuno di essi bisogna avere una solida idea di fondo, e io adesso non ne ho. Spero di superare questo blocco perché ci sono dei concorsi a cui vale la pena partecipare. Esiste il riciclo, direte voi. E avete ragione.
Inoltre sto provando a scrivere dei racconti "nerd" di cui vi parlerò più in là.
Se riuscissi a scrivere una serie di racconti ben organizzati potrei proporli a qualche casa editrice e farmeli (giustamente) rifiutare.


Saggi e libri divulgativi.
Eh! Saggi? Ma chi, tu? Mi era stato proposto di scrivere  un libro a quattro mani. Poi la cosa si è arenata ed è un peccato. La casa editrice era di tutto rispetto. Io, forse, non abbastanza. Spero di convincerli a prendermi tra i loro collaboratori.

venerdì 25 settembre 2009

Premio Calvino XXIII edizione.


Scade il 15 ottobre il termine per la presentazione delle opere per il premio Calvino.
I partecipanti devono essere assolutamente inediti. Non devono aver pubblicato presso case editrici locali o nazionali. Si escludono le pubblicazioni su internet. Per quanto riguarda libri editi tramite "print on demand" chiedete alla segreteria.



I racconti devono avere una lunghezza massima di 30 cartelle (1800 caratteri per cartella).

Per partecipare si devono pagare 60 euro per ogni opera presentata. E' molto, ma vincere un concorso del genere fa sicuramente curriculum. Se avete un asso nella manica giocatelo, altrimenti pensateci bene.

Il bando completo al seguente indirizzo.
http://www.premiocalvino.it/

lunedì 21 settembre 2009

Steve Vander Ark e il Lexicon in Italia

Sono mesi che mi chiedo cosa passi nella testa di J.K. Rowling. Quando Steve Vander Ark ha annunciato che avrebbe pubblicato (su carta) un'enciclopedia su Harry Potter, la Row (affettuoso diminutivo... affettuoso?) sembra essere andata su tutte le furie, e grazie tante.

Avade Kedavre sparse, Sectum Sempra e Bombarda Maxima non hanno intimorito Steve il quale, dopo mesi di attesa giudiziaria, sembra averla spuntata. Il Lexicon sta per uscire in molte nazioni tra cui l'Italia. L'enciclopedia ufficiale invece sembra ancora in fase di stesura e non si sa quando vedrà la luce degli scaffali.

Adesso mi chiedo chi sia questo Steve Vander Ark di cui sento parlare da mesi. Quindi, ormai saturo di curiosità, ecco che vado su Google image e cerco il suo nome. Guardo la foto e... non mi sorprendo.

Steve Vander Ark ha la tipica conformazione facciale del nerd. Se Lombroso avesse scritto il suo trattato ora piuttosto che distinguere tramite la calotta cranica i malfattori dalle brave persone, avrebbe sicuramente tenuto conto di una categoria che non ha nulla a che vedere con la criminalità (quanto piuttosto con la sociologia e psicologia clinica): il nerd.
Guardo ancora la foto e vedo tutti gli stereotipi che da trent'anni a questa parte alimentano il mito del secchione sfigato.
Innanzitutto gli occhiali che per associazione immediata si abbinano a un'intensa attività culturale. La riga in mezzo, dritta come una via nel deserto, da cui partono due file di capelli lisci come spaghetti e, a quanto vedo, anche lievemente brizzolati. Zigomi alti, labbra sporgenti e screpolate, poco curate, ma questo poco importa: chi cura le proprie labbra se poi l'unica cosa che bacia sono i poster di Halle Berry in versione catwoman appesi al muro?
Postura goffa e ingobbita. Camicie comprate dalla mamma al mercato e pantaloni di velluto.
Steve Vander Ark rappresenta quanto di più nerd possa esserci in questo periodo di totale asservimento all'industria della cultura popolare.
Nonostante la sua (credo amata) Joanne abbia cercato in tutti i modi di stroncargli la carriera, non ha rinunciato e ha deciso di combattere il suo mito. L'uomo che crea un mito e poi lo combatte. Vecchia storia.
Alla fine però ce l'ha fatta. Non so se la sua ostinazione sia frutto di un ottimo fiuto affaristico o è stata alimentata dall'amore verso Harry Potter, fatto sta che il Lexicon uscirà in tutto il mondo e in Italia (questa è la notizia che volevo dare con questo post) uscirà a novembre per la Piemme.
Probabilmente lo comprerò. Le pubblicazioni su Harry Potter abbondano, sono decine, ma a mio parere soltanto alcune hanno il merito di portare qualcosa di utile e nuovo. Marina Lenti (giornalista e saggista) ha pubblicato un Ebook con una sterminata lista di queste pubblicazioni.
Vi indico le mie preferite:

L'incantesimo Harry Potter, di Marina Lenti. Ed. Delos Books. Guida critica ai libri e ai film di Harry Potter. E' un libro curato e esaustivo.

Luchetti babbani e medaglioni magici, di Ilaria Katerinov. Ed. Camelopardus. L'autrice affronta il problema della traduzione e dell'adattamento della saga di Harry Potter

I magici mondi di Harry Potter, di David Colbert, ed. Fanucci. Curiosità sul mondo del maghetto.

Inoltre consiglio ai fan di Harry Potter di iscriversi alla newsletter di Marina Lenti da cui traggo queste informazioni. In fondo sono un nerd anch'io.

http://www.marinalenti.com/

venerdì 18 settembre 2009

Sconti sul sito Fanucci

In occasione del restyling del sito un intero weekend di sconti al 50% con spese di spedizione GRATUITE.
L’offerta sarà valida per tutti gli ordini effettuati dalle 0.00 di venerdì 18 alle 24.00 di domenica 20 settembre 2009 su tutti i titoli del catalogo.
Non è cumulabile con altre promozioni, come la Fanucci Card.

http://www.fanucci.it/eventi.php?id=17

martedì 15 settembre 2009

Una nuova fenomenologia di Mike Bongiorno?

Mike Bongiorno è morto recentemente e la tv italiana ha perso uno dei padri fondatori. Non entro nel merito delle doti umane, cosa che non potrei sapere se non per sentito dire, vorrei invece riproporre un testo di Umberto Eco pubblicato nel 1961 e inserito nel celebre Diario Minimo.
La Fenomenologia di Mike Bongiorno ha gravato sulla testa del presentatore per tutta la vita marchiandolo in maniera definitiva come prodotto di una sottocultura televisiva, inutile e lontana dalla vera cultura “alta” e altra di cui Eco indubbiamente fa parte.
La definizione di everyman che Eco gli conferisce, in contrapposizione al superman (il superuomo sicuramente più fumettistico che nietzschiano), ha indubbiamente una valenza negativa e lo colloca nei livelli più bassi della catena evolutiva umana, con un'intelligenza appena sufficiente per garantire l'autoconservazione.
Quarantotto anni dopo il testo di Umberto Eco è ancora lì. Siamo sicuro però che avesse ragione?

La televisione da allora è cambiata. Quella di Bongiorno (all'epoca di Lascia o Raddoppia) era una tv molto ingenua e infantile. Erano i primi vagiti di un nuovo modo di comunicare idee e informazioni.
Eco critica il modo di porsi di Bongiorno nei confronti della cultura e dei concorrenti. È un atteggiamento velatamente classista e palesemente riverente verso chi è portatore di sapere (quella dei quiz di solito è cultura nozionistica). I telespettatori, secondo Eco, vedono in Bongiorno l'everyman quindi, l'uomo qualunque, e non subiscono in questo modo la presenza di chi cerca di inculcarti la propria superiorità intellettuale e culturale. Una pressione che, a pensarci bene, era stata esercitata fino a dodici anni prima: fino all'8 settembre 1943.

È il 14 settembre del 2000 e su canale 5 va in onda la prima edizione del Grande Fratello. Nel frattempo la televisione è cambiata (non necessariamente evoluta) e ha visto nascere le reti commerciali.
Il Grande Fratello sancisce la nascita del reality show e ci insegna un'ovvietà che nessuno aveva il coraggio di ammettere: non tutto quello che si vede in televisione è vero.
Messo di fronte a questa dura verità il telespettatore si interroga su tutto ciò che ha visto negli ultimi anni, almeno fin quando la memoria glielo permette. Però, c'è un però, si ferma troppo presto e tralascia la tv degli esordi, quella ingenua (mi verrebbe da dire la televisione-bambina) degli anni '50. Chi mai potrebbe accusare un infante di omicidio? L'assassino casomai è sempre il maggiordomo. È così che vogliono gli scrittori di gialli, quelli pigri almeno.
Mike Bongiorno quindi, in tutti quegli anni, potrebbe aver recitato la parte dell'everyman. Il pubblico aveva bisogno di rassicurazione e aveva bisogno altresì di non sentirsi inferiore. Era un pubblico pressoché analfabeta che si riuniva nei bar e nelle case del popolo per vedere “la radio che si vede”. Quando si metteva di fronte al televisore voleva sentirsi pacificato con se stesso e voleva dimenticare le estenuanti ore trascorse in fabbrica o nei campi.
Mike Bongiorno ha interpretato la parte dell'everyman alla perfezione e ha condotto gli italiani verso gli anni del boom. Il maestro Manzi, in quegli stessi anni, tentava di tappare le falle di un sistema che aveva reso gli italiani semianalfabeti incoraggiandoli con un entusiastico “Non è mai troppo tardi” (1).
Non è mai troppo tardi per capire che Mike Bongiorno ha dato all'Italia quello che l'Italia voleva e forse la definizione di medioman (2), anzi everyman, non dico che sia superficiale (figurati se potrei mai definire così un saggio di Eco), ma è sicuramente datata. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa Umberto Eco a cinquantanni di distanza, tra crisi economiche, libertà di informazione in discussione, reality e talk show fasulli e mescolanza congenita di cultura alta e cultura bassa. Alla luce di tutto questo Mike Bongiorno è un uomo qualunque o un precursore della moderna televisione?

(1). Non è mai troppo tardi è il titolo di una trasmissione condotta da Alberto Manzi che aveva come fine insegnare ai telespettatori a leggere e scrivere.

(2). Medioman è un personaggio interpretato da Fabio De Luigi.

Diario Minimo. Link IBS

sabato 12 settembre 2009

Coelho decide di regalare

Con un annuncio cinguettato sul web (su twitter appunto), lo scrittore brasiliano Paulo Coelho ha messo a disposizione dei fan ben tre libri scaricabili gratuitamente in formato PDF. Uno dei quali tradotto in italiano.
Lo scrittore sembra fieramente convinto che la distribuzione gratuita dei libri non rechi danno alla vendita. Anzi, egli stesso afferma che mettere a disposizione ampi brani dei suoi scritti aumenta il ricavo delle versioni cartacee.


Dello stesso avviso è il collettivo che si firma Wu Ming Foundation che da anni mette permette di scaricare i libri lasciando scegliere al lettore se comprarlo o meno. Il romanzo Q, pubblicato sotto lo pseudonimo collettivo di Luther Blisset, è stato il primo.
Il blog ufficiale di Paulo Coelho dopo appena due giorni ha annunciato lo STOP al download. In realtà i file sono ancora online (alcuni in versione inglese, un altro in italiano) e scaricabili dai link che vi riporto immediatamente.

Il guerriero della luce, parte 1 (ENG)
Il guerriero della luce, parte 2 (ENG)
Il guerriero della luce, parte 3 (ENG)

Il cammino dell'arco (ITA)

Storie per padri, figli e nipoti, parte 1 (ENG)
Storie per padri, figli e nipoti, parte 2 (ENG)

mercoledì 9 settembre 2009

Scrivere e riscrivere e riscrivere ancora

Ogni manoscritto è un'esperienza di vita: la prima volta si sbaglia, la seconda si è più preparati ma si commettono errori differenti.
La prima volta mi sono fermato a 115.000 parole. Poi ho deciso di tagliare e sono arrivato a 85.000. Infine, pensando che fosse buono, l'ho lasciato così.

Un anno dopo mi rendo conto che un romanzo per bambini di dieci anni di 85.000 parole è improponibile per quasi tutti gli editori potenzialmente interessati. Credo che si siano fermati tutti alla seguente frase che ho scritto nella lettera di presentazione: "...spedisco un romanzo per bambini di 85.000 parole che le potrebbe interessare".
Nel frattempo seguo il mercato editoriale: proporre storie di questo genere è comunque difficile. Ci sono case editrici (piccole soprattutto) che chiudono le collane dedicate ai romanzi per l'infanzia lasciando attive soltanto quelle dei cartonati illustrati, evidentemente più redditizie. Quelle grandi investono su nomi certi e non su esordienti. Altre puntano maggiormente su romanzi per giovani adulti: solitamente fantasy o riguardanti tematiche adolescenziali.

Ho deciso quindi di ricominciare daccapo. Delle 85.000 parole ne salverò 50.000.
Per un taglio del genere ho deciso di adottare una tecnica mista tra riscrittura ed editing. Quindi:

1- Rileggerò capitolo per capitolo e appunterò soltanto le cose importanti da dire tralasciando quelle inutili.
2- Della vecchia stesura salverò poco e niente: qualche dialogo, qualche descrizione azzeccata e qualche passaggio scritto con una mano dell'ispirazione sulla testa.
3- Il resto lo riscrivo completamente. Semplificherò la grammatica e il linguaggio per adeguarmi maggiormente al target.
4- Finita la stesura uniformerò lo stile semplificando i brani incollati dalla prima stesura.
5- Controllerò di non aver tralasciato nulla e di essere nei limiti di cartelle che mi sono imposto (circa 130).
6- Se ho dei margini di spazio da utilizzare approfondirò qualcosa (potrei arrivare a150 cartelle).

A questo punto dovrei avere la seconda stesura.
Se rientrerò nei tempi giusti la spedirò ai concorsi a cui ho in mente di partecipare (Battello a Vapore) e inizierò un nuovo ciclo di invio del materiale.
Nel frattempo non effettuerò più invii e terrò il manoscritto nell'hard disk.

Aggiornamento. Ho scritto la bozza di questo post quindici giorni fa. Nel frattempo sono arrivato al settimo capitolo. In totale, per adesso, sono 69.537 caratteri contro i 120.608 della prima stesura (-43%). E credo di aver detto quasi tutto quello che avevo da dire.

domenica 6 settembre 2009

Campiello: vince Margaret Mazzantini

Dopo lo Strega Margaret Mazzantini vince un altro premio importante.
Rilancio un Ansa.

(ANSA)- VENEZIA, 5 SET -E' Margaret Mazzantini col romanzo Venuto al mondo (Ed.Mondadori) il vincitore della 47/a edizione del premio Campiello con 129 voti su 285. I voti sono stati scrutinati sul palcoscenico del Teatro La Fenice. Ecco i voti degli altri autori finalisti: Elena Loewenthal con 'Conta le stelle, se puoi' (Einaudi) 60 voti, Andrea Vitali con 'Almeno il cappello' (Garzanti) 57, Francesco Recami con 'Il superstizioso' (Sellerio) 24, Pierluigi Panza con 'La croce e la sfinge' (Bompiani) 15.

venerdì 4 settembre 2009

Born to write

Concorso letterario riservato agli under 35. E' promosso dai comuni di Parma e Firenze.
Ha due sezioni: poesia e narrativa. Si può partecipare a entrambe.
Non incollo il bando completo, ma vi riporto i...

dati fondamentali:

Termine di consegna:
Racconti 31 ottobre 2009.
Poesie: 25 settembre 2009.

Partecipazione gratuita.
Età dei partecipanti: dai 18 ai 35.
Racconti. Lunghezza massima: 12.000 battute. Spedizione in email. Tema libero.
Poesia. Lunghezza: dai 250 ai 400 versi. Spedizione via posta.

Premio: pubblicazione presso la Marcos y Marcos (12 racconti e 12 poesie).

Bando completo

mercoledì 2 settembre 2009

Il minimalismo all'italiana di Luca Ricci

Luca Ricci è un autore pressoché sconosciuto. Ha pubblicato, a dispetto di quanto si dice sulla questione, una raccolta di racconti presso una grande casa editrice: l'Einaudi. Questa raccolta ha come titolo L'amore e altre forme d'odio.

Innanzitutto è bene dire che pubblicare racconti è praticamente impossibile per uno sconosciuto. Non lo fanno le piccole case editrici (qualcuna si fa pagare, le altre no ma neanche pensano a pagare te), tanto meno le grandi che si limitano a poche pubblicazioni di autori già affermati e quindi con un certo peso sul mercato. Il racconto quindi, più che un punto di partenza per l'esordiente, è diventato un punto di arrivo: tocca scrivere romanzi e assecondare il mercato per poi sperare di vedere pubblicata qualche buona raccolta nel cassetto.



Luca Ricci è un'eccezione piacevole. L'amore e altre forme d'odio, a conferma che è anche un buon libro, ha vinto il premio Piero Chiara nel 2007.

Sono ventuno racconti brevi, brevissimi anzi, scritti con uno stile volutamente minimalista. Quello di Ricci è un minimalismo ben riuscito, carveriano quanto basta. Sintetico ed efficace nella costruzione delle frasi e parsimonioso nell'uso delle parole.

I personaggi di Luca Ricci non hanno un nome e vivono nel contesto familiare e borghese delle villette a schiera e della vita tranquilla, dove la luce di una piccola scintilla di imprevisto lascia intendere il divampare di una fiamma incontrollabile. Luca Ricci descrive il momento in cui questo equilibrio si rompe. La fuga di una tigre dallo zoo, una veranda che non c'è, un murales che sembra ricalcare una precaria vita coniugale, sono gli spunti di una riflessione sulla propria condizione di cui l'io narrante sente l'urgenza per affrancarsi da una condizione di mediocrità in cui sta soffocando e in cui riesce a vivere soltanto grazie all'inazione fisica e intellettuale. E come i dublinesi di Joyce, i protagonisti di questi racconti aspettano l'epifania con rassegnato distacco, ignorando volutamente le questioni importanti e concentrandosi invece sui particolari inutili che circondano un'esistenza media, se non mediocre.

Come Carver che aveva ereditato da Hemingway l'esasperata ricerca della semplicità stilistica e della narrazione senza fronzoli, Luca Ricci scarnifica fino all'osso il dialogo:

...
- Ti rendi conto?
- Ma è normale che il muro si crepi, è una vernice da quattro soldi, e poi con tutta questa umidità...
- Non lo sopporto, questo murales.
- È solo una coincidenza, se ci pensi è buffo.
- Buffo? Non ci trovo niente di buffo. Voglio che tu prenda una spatola e gratti via tutta la vernice.
- Dovrei distruggerlo?
- Sì.
- Ma alla fine avevi detto che ti piaceva.
- Non l'ho mai detto.
- Non ti piace?
- No, non mi piace. Lo detesto.
...
(Tratto da “Murales”)

La piacevolezza di questa lettura mi ha indotto a comprare il libro dopo averlo preso in prestito dalla biblioteca. Da “fan” del racconto, anzi ormai sto diventando un feticista della narrazione breve, sono rimasto sorpreso dalla capacità di Ricci di scrivere ed essere comunicativo con poche e mai inutili parole. Una capacità che stupisce dato che non sempre l'esordiente (1) è in grado di controllare fino in fondo il significato dei singoli termini e avere, allo stesso tempo, piena coscienza del significato globale a cui il racconto ambisce.
Al di là dell'aspetto epigonico che potrebbe comunque far storcere il naso, consiglio di comprare il libro di Luca Ricci e sostenere in questo modo la pubblicazione di racconti che vale la pena leggere (dal nostro punto di vista) e vale la pena pubblicare (dal punto di vista dell'editore).

(1). Lo definisco esordiente anche se ha pubblicato altri due libri presso piccole case editrici.

L'amore e altre forme d'odio su IBS