giovedì 27 novembre 2008

Più libri più liberi

A Roma (dal 5 all'8 dicembre) ci sarà una bella e interessante fiera dedicata alla piccola editoria: Più libri, più liberi.
E' molto ricca di eventi culturali, incontri e di stand di piccoli editori. Ci sono stato una sola volta e devo dire che, pur essendo standista, ho avuto il piacere di visitarla bene e conoscere realtà editoriali che purtroppo non sono facili da scovare.
L'ingresso è di sei euro. Gli operatori nel campo dell'editoria e dei libri (editori, scrittori, giornalisti, bibliotecari, comici di zelig, ecc...) potranno ottenere un accredito per entrare gratuitamente.
L'indirizzo è il seguente:
http://www.piulibripiuliberi.it/


sabato 22 novembre 2008

Dalla parte degli autori

Un post scritto sul blog http://31ottobre.blogspot.com/ riguardante una risposta di Umberto Eco ad uno scrittore in erba che gli aveva chiesto di leggere un manoscritto, mi ha fatto pensare una cosa: che nessuno si mette dalla parte degli autori, di quei ragazzi, ragazze, uomini e donne che impiegano mesi per scrivere un romanzo e che lo spediscono con la consapevolezza che non avranno mai risposta. Non parlo di quelli che non sanno cos'è una d eufonica, che finiscono di scrivere alle dieci di sera e alle dieci e cinque hanno stampato e impacchettato tutto, parlo di chi conosce le regole basi del buon rapporto con un editore, quelle regole implicite che dobbiamo rispettare per essere presi in considerazione: scrivere una buona lettera di presentazione, correggere e rileggere il proprio scritto, farlo leggere per avere altri giudizi, ecc..
Nonostante questo una risposta non ci è dovuta.
Per questo ho deciso di scrivere la seguente lettera aperta agli editori.



Cari editori,
non sto scrivendo per elemosinare una pubblicazione. So benissimo che se anche dovesse succedere un tale nefasto evento, dovrei comunque partecipare a tutti i concorsi statali e trovarmi un vero lavoro se voglio tirare avanti.
Vi scrivo per elemosinare una risposta.
Non sono tra chi pensa che il proprio manoscritto sia un capolavoro, i Promessi Sposi del ventunesimo secolo; non sono, ahimè, il Gadda che state aspettando. Sono soltanto una persona umile e, credo, abbastanza seria quando scrive.
Per questo motivo non vi chiedo di pubblicarmi, chiedo semplicemente una risposta, che sia positiva o negativa. Spedire un manoscritto è diventato una spesa quasi insostenibile. Ci vogliono circa dieci euro per stampare un manoscritto di centocinquanta pagine e altri cinque per l'imballo e la spedizione per un totale di quindici euro. Siete tante, care case editrici, se dovessi mandare a tutte un manoscritto del genere dovrei vendere un rene. E purtroppo ne ho soltanto due.
Potrei considerare quei quindici euro un investimento se fossi sicuro che il plico arriva a destinazione. Non faccio qualunquismo, però siamo in Italia e le Poste risentono di quegli alti e bassi che ogni attività poco sorvegliata ha. Cosa chiedo? Un'email. Tutti nella loro lettera di presentazione specificano un indirizzo email. Copiare e incollare quell'indirizzo e rispondere “No grazie non ci interessa” è questione di secondi. Si possono spedire anche cinquanta email alla volta. Non è un investimento importante in termini di soldi e tempo e credo che, in fondo, ci sia dovuto. Se poi qualcuno se la prende, beh, ignoratelo, non merita altra attenzione e non merita che a causa sua venga a mancare quel piccolo gesto che molti autori aspettano trepidanti.

martedì 18 novembre 2008

Consigli utili

Alcuni link da leggere. Tre articoli sulla scrittura e sull'editoria di Marina Lenti.

Prendendo come esempio J.K.Rowling, l'autrice della saga di Harry Potter, Marina Lenti ha scritto tre interessantissimi articoli sul mondo dei libri visto dal punto di vista dell'editore e del suo rapporto con lo scrittore esordiente.
A chi vuole cavalcare una Nimbus 2000 e allo stesso tempo tenere un piede ben saldo in terra, consiglio un'attenta lettura.


Prima parte

Seconda parte
Terza parte

giovedì 6 novembre 2008

L'ora in cui mi sveglio

Racconto scritto per il concorso "Italians, italiani nel mondo" indetto da Beppe Severgnini e il Corriere della Sera.
Il racconto è stato pubblicato a questo indirizzo:
http://www.corriere.it/solferino/severgnini/italians_10anni/11/ora-cui-mi-sveglio_5522.shtml

Il file lo potete scaricare al seguente link
L'ora in cui mi sveglio



L'ora in cui mi sveglio è solitamente la mia preferita.
Apro gli occhi, guardo la sveglia digitale sul comodino e mi accorgo che sono di nuovo le undici. Sospiro contento di non essere rientrato nella statistica di quelli che muoiono nel sonno senza motivo (non che ci sia un motivo valido per morire nel sonno, né per morire in generale). Mio padre ha lasciato del caffè in cucina. E' freddo e decido di scaldarlo. Il caffè per essere buono deve essere bollente, devo soffrire nel berlo. Voglio soffrire nel berlo. Una persona che si sveglia alle undici di mattina merita di soffrire in qualche modo.
Il telefono non squilla quindi niente lavoro. Accendo il PC. Nessuna email importante, soltanto un paio di tizi che vogliono allungare il mio pene e una banca che si ostina a chiedere i miei dati personali per motivi di sicurezza. Ad avercelo un conto in banca.
Ho del tempo da ammazzare prima del pranzo. Sento già un pungente odore di fritto. E' fastidioso a quest'ora. Mi sono appena alzato, diamine!
Mi viene in mente che ho trascurato la mia ricerca. Vado su Google e cerco la parola “Molise”. Guardo la lista dei risultati sconcertato. Sono migliaia, c'è anche una mappa. Eppure sono convinto che il Molise non esista, se lo sono inventati quelli del governo, le organizzazioni segrete, il Vaticano e a quanto pare anche Google c'è dentro. Avete mai conosciuto qualcuno del Molise? Io no, mai. Il Molise dunque non esiste.
Torno a sedere sulla sedia girevole e mi stiracchio. Decido di vedere una puntata di 24.
Quello che segue avviene tra le undici e le dodici. Una serie di esplosioni. Jack Bauer cattura un terrorista. Vuole sapere come disattivare la bomba atomica. Non glielo dice mica: è uno di quei fondamentalisti addestrati a morire. Il countdown termina. Kiefer Sutherland lo guarda sbigottito e gli chiede dov'è esplosa la bomba. Il terrorista risponde “Nel Molise”. Mio padre chiama: è mezzogiorno ed è ora di pranzo. Vado a tavola stremato. E' stata un'ora molto intensa.